Comunità cristiana di base di Oregina - Genova

PASQUA 2006

 

L’incontro di comunità comincia con la rievocazione della cena di Betania vista come inizio della passione, morte e risurrezione di Gesù, presentata da Catti Cifatte.

 

I quattro evangelisti descrivono una cena in cui Gesù riceve attenzioni e cure da una donna che lo unge e profuma con un unguento prezioso, ai piedi(Giovanni e Luca) o al capo ( Marco e Matteo). Questa cena mentre in Luca è collocata durante il periodo dell’inizio della predicazione, in Matteo, Marco e Giovanni è posta all’inizio della descrizione della sua “passione, morte e resurrezione” nell’ultima settimana della vita di Gesù. Oggi essendo nel periodo pasquale ricordiamo dunque questo episodio in modo connesso alla Pasqua.

Nessuno degli amici di Gesù pensava che fosse imminente la sua passione,ma, forse, la donna pare presagire la morte terribile a cui Gesù andrà incontro. O forse , emeglio, chi ha scritto i vangeli, conoscendo la storia che veniva tramandata oralmente, costruisce il momento della unzione di Betania in stretta correlazione con la morte di Gesù.

Si può dire che questa cena viene unita tematicamente con l’ultimacena: a Betània, la cena in onore di Gesù sostituisce il banchetto funebre col quale veniva ricordato il defunto. Main questa cena protagonista insieme a Gesù è una donnache assume un ruolo importante nella comunità dei suoi amici anche se è apertamente avversata dai discepoli che non ne capiscono il gesto.

Nell’ultima cena, Gesù si alzerà da tavola e laverà i piedi ai discepoli. A Betània è Maria che come dicono Marco e Matteo unse il capo come segno della signoria di Gesù oppure come dice Giovanni, "presa una libbra di profumo di puro nardo, assai prezioso, unse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì di quel profumo".

Ci sono dei testi teologici, delle riflessioni e delle parole bellissime che le studiose e teologhe hanno dedicato a colei che non viene nominata ma che rappresenta una figura femminile d’estrema importanza nella comunità dei seguaci di Gesù.

Nella riflessione in particolar modo mi colpisce la frase detta da Gesù che è di estrema importanza: “Ovunque sarà predicato l’evangelo sarà narrato ciò che essa ha fatto in memoria di lei”.

Secondo una mia interpretazione questa frase dice che benché le donne siano state messe spesso in ombra, esse invece sono considerate importanti da Gesù ed anche dagli evangelisti perché nei primi secoli del cristianesimo avevano avuto un ruolo chiave nella testimonianza cristiana.

Le nostre comunità di base si rifanno da sempre alle origini del cristianesimo perché di quel periodo hanno riscoperto l’autenticità del messaggio di liberazione e tutta la teologia della liberazione s’ispira ai principi comunitari tipici delle prime comunità cristiane ( ricordiamo gli atti degli apostoli che sono lo scritto canonico più antico). Anche la teologia femminista nel riscoprire il ruolo delle donne va all’origine ed elabora positivamente la nostra testimonianza odierna tenendo in seria considerazione l’apporto delle donne alla vita della comunità, che è un apporto singolare, differente da quello maschile e lo valorizza: se “ maschio e femmina Dio li creò” ( per ricordare il Genesi)è positivo vedere e valorizzare le differenze e non sentirci omologati in un contesto neutro che alla fin fine può voler spesso dire solo il genere dominante.

Secondariamente Gesù richiamando alla necessità di fare memoria di lei ovunque nel predicare l’evangelo,ed “imponendo” come un avvertimento oppure in modo positivo tale condizione, indirettamente avvalora la tesi teologica che se non si fa menzione della donna di questo episodio, l’evangelo, in quanto buona notizia, rischia di non essere narrato, ovvero di essere narrato in modo parziale! Quindi di non essere una buona novella per tutti e tutte!

C’è una prassi da introdurre nelle comunità che è conseguente quindi a questa lettura del detto di Gesù, che è di insegnamento per tutta la comunità e noi donneche l’abbiamo scoperta e valorizzata ce ne facciamo portatrici per una riflessione più ampia ed inusuale: questa prassi è una prassi includente delle differenze.

A questo punto è d’obbligo estendere la considerazione di tutte le differenze a partire da quella di genere: considerazione delle differenze di storia personale, di generazione e d’età, d’origine etnica, di storia, di scelte di vita sessuale, di religione, di scelte politiche, ecc…ecc

Ritornando alla parte più simbolica della cena di Betania: secondo me attraverso la figura di Maria, la comunità esprime a Gesù la sua riconoscenza per il dono della vita indistruttibile, il profumo è nello stesso momento simbolo di dedizione totale, esagerazione dell’amore, spreco nel senso dell’abbondanza, valorizzazione del corpo (di Gesù) accostamento alla morte con serenità e preparazione, ma anche permanenza nel tempo di una dimensione gradevole che sconfina con un contesto divino di cui si percepisce la presenza senza dargliene connotati fisicamente tangibili.

Questa secondo me è la dimensione del divino che spesso viene detta misteriosa, del mistero di Dio/Dea e il simbolo del profumo che noi questa sera vogliamo scegliere di distribuire come momento introduttivo della cena pasquale è per tutti donne e uomini come elemento che può determinare una atmosfera di incontro di relazione tra di noi in comunità nel rispetto reciproco, nella donazione dello spazio per tutte e tutti nella scoperta della differenze di ciascuno e ciascuna.


 

Viene presentato a tutte le persone presenti un vasetto di acqua profumata, ad indicare così sia il profumo che ha unto il corpo di Gesù sia il battesimo d’acqua di cui siamo stati partecipi.

 

Peppino Coscione: possiamo ora attraversare insieme il dolore, la sofferenza, le torture, gli assassinii conosciuti da tante donne e da tanti uomini di ieri e di oggi: nella carne di Gesù, di Giuseppe suo padre,di Maria sua madre, delle donne e degli uomini che costituivano la compagnia di Gesù noileggiamo l’impegno di coloro che lottano per la costruzione di una società più giusta e più conviviale. Scopriremo con gioia l’azione creatrice di Dio che non ci abbandona alla morte ma ci richiama in vita con una “nuova creazione”.” Lo Spirito del Signore dunque ci illumini per farci comprendere a quale speranza noi siamo chiamati/e” ( Ef. 1,18 ). Cominciamo allora questo viaggio con uncanto:

 

CELEBRAZIONE DELLA PAROLA

 

GLI ARRESTI E I SEQUESTRI INGIUSTI:

Sempre nella storia vi sono stati e forse ci saranno ancora arresti e sequestri ingiusti operati da poteri repressivi nei confronti di donne ed uomini innocenti; non solo denunciamo questa profonda ingiustizia ma diciamo basta anche all’utilizzo del carcere come strumento soltanto punitivo e non riparatorio ed educativo. Ascoltiamo nel brano del vangelo e nel brano tratto dal libro “Le pazze- Un incontro con le madri di Plaza de Mayo” di Daniela Padoan l’arresto ingiusto di Gesù eil sequestro infame di un gruppo di persone argentine.

Matteo 26, 47-56

Arresto di Gesù
=Mr 14:43-50; Lu 22:47-53; Gv 18:3-11
47 Mentre Gesù parlava ancora, ecco arrivare Giuda, uno dei dodici, e insieme a lui una gran folla con spade e bastoni, da parte dei capi dei sacerdoti e degli anziani del popolo. 48 Colui che lo tradiva, aveva dato loro un segnale, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; prendetelo». 49 E in quell'istante, avvicinatosi a Gesù, gli disse: «Ti saluto, Maestro!» e gli diede un lungo bacio. 50 Ma Gesù gli disse: «Amico, che cosa sei venuto a fare?» Allora, avvicinatisi, gli misero le mani addosso e lo presero.
51 Ed ecco, uno di quelli che erano con lui, stesa la mano, prese la spada, la sfoderò e, colpito il servo del sommo sacerdote, gli recise l'orecchio. 52 Allora Gesù gli disse: «Riponi la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, periranno di spada. 53 Credi forse che io non potrei pregare il Padre mio che mi manderebbe in questo istante più di dodici legioni d'angeli? 54 Come dunque si adempirebbero le Scritture, secondo le quali bisogna che così avvenga?»
55 In quel momento Gesù disse alla folla: «Voi siete usciti con spade e bastoni, come contro un brigante, per prendermi. Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare e voi non mi avete preso; 56 ma tutto questo è avvenuto affinché si adempissero le Scritture dei profeti».
Allora tutti i discepoli l'abbandonarono e fuggirono.

 

SEQUESTRO DI Azucena, Mary ed Ester ( intervento tratto dal libro )

LA PRATICA ORRENDA DELLA TORTURA:

Lager, gulag, campi di concentramento, campi di internamento ( Il secolo dei campi è il titolo di un libro di Joel Ktek e di Pierre Rigoulot ), la caserma degli orrori di Bolzaneto, campi di Guantanamo e di Abu-Ghraibsegnano la storia senza fine dell’uso della violenza e della tortura disumana e disumanizzante nei confronti di corpi umani allo scopo di spegnerne l’anima.

Nelle torture usate contro Gesù e contro tantissime altre persone ( come i deportati liguri che narrano della drammatica esperienza vissuta nei lager nazisti ) è riassunta la lunga pratica del disprezzo dell’altro/a fino alla tortura.

Matteo 27, 27-31

Gesù torturato
=(Mr 15:15-20; Lu 23:25; Gv 19:1-3, 16)
27 Allora i soldati del governatore portarono Gesù nel pretorio e radunarono attorno a lui tutta la coorte. 28 E, spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto; 29 intrecciata una corona di spine, gliela poserosul capo e gli misero una canna nella mano destra e, inginocchiandosi davanti a lui, lo schernivano, dicendo: «Salve, re dei Giudei!» 30 E gli sputavano addosso, prendevano la canna e glipercotevano il capo. 31 E, dopo averlo schernito, lo spogliarono del manto e lo rivestirono dei suoi abiti; poi lo condussero via per crocifiggerlo.

 

TESTIMINANZE DI DEPORTATI LIGURI ( tratto dal testo I confini del lager )

GLI ASSASSINII, LE CROCIFISSIONI:

Genocidio degli ebrei, degli zingari, dei tutsi, genocidio-ecocidio-etnocidio in America latina, genocidio del popolo tibetano, del popolo cambogiano, sterminio dei diversi, dei disabili, repressione omicida di curdi, di ceceni…quanti crocifissi daodio e daviolenza indicibili, simili a quelli che tolsero la vita aGesù, icona dell’amore incessante e gratuito di Dio.

Matteo 27, 33-55

33 E giunti a un luogo detto Golgota, che vuol dire «luogo del teschio», 34diedero da bere a Gesù del vino mescolato con fiele; ma Gesù, assaggiatolo, non volle berne.
35 Poi, dopo averlo crocifisso, spartirono i suoi vestiti, tirando a sorte; 36 e, postisi a sedere, gli facevano la guardia.
37 Al di sopra del capo gli posero scritto il motivo della condanna: Questo è Gesù, il re dei Giudei.
38 Allora furono crocifissi con lui due ladroni, uno a destra e l'altro a sinistra
39 E quelli che passavano di là, lo ingiuriavano, scotendo il capo e dicendo: 40 «Tu che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi giù dalla croce!» 41 Così pure, i capi dei sacerdoti con gli scribi e gli anziani, beffandosi, dicevano: 42 «Ha salvato altri e non può salvare sé stesso! Se lui è il re d'Israele, scenda ora giù dalla croce, e noi crederemo in lui. 43Si è confidato in Dio: lo liberi ora, se lo gradisce, poiché ha detto: "Sono Figlio di Dio"». 44 E nello stesso modo lo insultavano anche i ladroni crocifissi con lui.
45 Dall'ora sesta si fecero tenebre su tutto il paese, fino all'ora nona. 46 E, verso l'ora nona, Gesù gridò agran voce: «Elì, Elì, lamà sabactàni?» cioè: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato47 Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: «Costui chiama Elia». 48 E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, inzuppatala di aceto, la pose in cima a una canna e gli diede da bere. 49 Ma gli altri dicevano: «Lascia, vediamo se Elia viene a salvarlo».
50E Gesù, avendo di nuovo gridato con gran voce, rese lo spirito.
51 Ed ecco, la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si schiantarono, 52 le tombe s'aprirono e molti corpi dei santi, che dormivano, risuscitarono; 53 e, usciti dai sepolcri, dopo la risurrezione di lui, entrarono nella città santa e apparvero a molti.
54 Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, visto il terremoto e le cose avvenute, furono presi da grande spavento e dissero: «Veramente, costui era Figlio di Dio».
55 C'erano là molte donne che guardavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per assisterlo; tra le altre, c’erano Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe e la madre dei figli di Zebedeo.

 

TESTIMONIANZE DI ASSASSINII ( 200.000 croci a Timor est, tratto dal testo Ordine e Terrore )

NEL SEGNO DELLA RESURREZIONE:

La fede nel Dio della vita, dell’amore che ricrea la vita, ristabilisce la comunione di Gesù con il Padre, con tutte le donne e gli uomini che continuano ad aver fiducia nella sua prassi di profetadi pace e di giustizia.

La resurrezione infatti riguarda il far rivivere la speranza che, contro ogni cosa contraria, c’è realmente un Dio, quel Dio che abbiamo incontrato nel magnificat di Maria, nella vita e nella predicazione di Gesù di Nazareth, quel Dio che riscatta la vita di Gesù e nostra dalle sentenze di condanna a morte imposte da forze naturali e storiche di distruzione.

Credere nella risurrezione è, come dice Albert Schweitzer, mantenere la convinzione che, nonostante tutto, l’amore, la pace, la dolcezza e la bontà siano la forza che è al di sopra di ogni potere, anche di quello della morte.

Noi anticipiamo la resurrezione finale ogni qualvolta la rendiamo visibile attraverso gesti di libertà, di liberazione, di trasformazione, di vittoria sulla morte e sull’oppressione : è questo “qui ed ora” ilnostro compito.

 

Matteo 27,57-61

Seppellimento di Gesù

57 Fattosi sera, venne un uomo ricco di Arimatea, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù. 58 Questi, presentatosi a Pilato, chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato comandò che il corpo gli fosse dato. 59 Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito, 60 e lo depose nella propria tomba nuova, che aveva fatto scavare nella roccia. Poi, dopo aver rotolato una grande pietra contro l'apertura del sepolcro, se ne andò. 61 Maria Maddalena e l'altra Maria erano lì, sedute di fronte al sepolcro.

Matteo 28,1-10

La risurrezione di Gesù

1 Dopo il sabato, verso l'alba del primo giorno della settimana, Maria Maddalena e l'altra Maria andarono a vedere il sepolcro. 2 Ed ecco si fece un gran terremoto; perché un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e vi sedette sopra. 3 Il suo aspetto era come di folgore e la sua veste bianca come neve. 4 E, per lo spavento che ne ebbero, le guardie tremarono e rimasero come morte. 5 Ma l'angelo si rivolse alle donne e disse: «Voi, non temete; perché io so che cercate Gesù, che è stato crocifisso. 6 Egli non è qui, perché è risuscitato come aveva detto; venite a vedere il luogo dove giaceva. 7 E andate presto a dire ai suoi discepoli: "Egli è risuscitato dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete". Ecco, ve l'ho detto».
8 E quelle se ne andarono in fretta dal sepolcro con spavento e grande gioia e corsero ad annunziarlo ai suoi discepoli.
9 Quand'ecco, Gesù si fece loro incontro, dicendo: «Vi saluto!» Ed esse, avvicinatesi, gli strinsero i piedi e l'adorarono. 10 Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea; là mi vedranno».

Testimonianze di risurrezione ( dal libro “VEDOVE IN AFRICA – libertà a caro prezzo” viene tratta il cammino di libertà di Lily Lwanga )

 

Questa sera rinnoviamo il nostro impegno di testimoni della fede, a somiglianza della pratica pasquale del rinnovo delle promesse battesimali:

 

Crediamo in Dio, fonte di vita e di amore

che ci ha creato donne e uomini a sua immagine

ospiti e non padroni di un habitat da custodire.

Crediamo che il suo Spirito

sia sempre presente nella storia

e soffi quando e dove vuole.

Crediamo in Gesù di Nazareth

icona e allegoria del mistero divino.

Egli ha amato ogni donna e ogni uomo,

si è preso cura delle persone deboli,

delle persone emarginate ed escluse.

Ha condiviso gioie e sofferenze

e ci ha chiesto di fare come lui,

che “avendo amato i suoi che erano nel mondo,

li amò sino alla fine” ( Giovanni 13,1).

Ci impegniamo perciò

a portare a compimento

la costruzione di un mondo conviviale

al servizio reciproco di donne e uomini.

Ci impegniamo a non tradire

l’evangelo della liberazione

e il senso della cena di Cristo

che stiamo celebrando.

CI impegniamo a superare

le barriere che vengono costruite

frutto di egoismo e di incapacità

di accogliere e di amare.

Ci impegniamo a fare della comunità

un segno concreto di una relazione

dove uguaglianza e differenza

possano esprimersi liberamente.

 

PREGHIERA EUCARISTICA

Esodo 12, 26 dice : “ Allorai vostrifigli vi chiederanno: qual è il significato di questa usanza? E voi direte loro: “E’ il sacrificio della Pasqua in onore del Signore il quale quando colpì gli Egiziani, ha risparmiato le case degli Israeliti e Luiha salvato le nostre famiglie”

Quando i primi cristiani proclamavano che Gesù li aveva salvato, affermavano che l’amore di Dio si può trovare attorno alle mense aperte del movimento di Gesù: lì trovavano chi si interessava di loro, vi sperimentavano l’amore di chi si prendeva cura di loro. Anche noi possiamo fare questa esperienza attorno alla mensa che abbiamo preparato.

INSIEME:

 

Benedetto sei Tu che nell’universo effondi la tua benignità

Benedetto sei Tu che nella storia cammini con tutte/ e tutti

ma soprattutto con coloro di cuinessuno/a si prende cura.

Aiutaci a tenere sempre le mani unite

per creare una vera catena della Speranza

che possono cambiare la storia del nostro tempo

e orientare i mille sentieri del nostro divenire comune.

Effondi su di noi il tuo Spirito perché faccia di noi:

guide per coloro che hanno perso la via

navi per quanti devono attraversare gli oceani

ponti per coloro che devono attraversare i fiumi

santuari per quanti sono in pericolo

lampade per chi ha bisogno di luce

luoghi di rifugio per quanti hanno bisogno di riparo

servitori di quanti sono nella necessità.

Per testimoniare questo volto di Dio

Gesù è divenuto segno di contraddizione e

consapevole del rischio cui andava incontro

la stessa notte in cui veniva tradito

mentre era a tavola con la sua compagnia

ha preso del pane e del vino e distribuendoli

alle discepole e ai discepoli ha detto:

PRENDETE E MANGIATENE

PRENDETE E BEVETENE

QUESTO PANE E QUESTO VINO

SONO IL MEMORIALE

DELL’AMORE FINO ALLA MORTE

CHE HO AVUTO PER VOI.

SONO IL SEGNO DI DIO CHE

VI RENDE LIBERE E LIBERI

AMATEVI COME IO HO AMATO VOI.

 

Prima di esprimere con la preghiera del Padre nostro e con lo scambio della pace la comunione esistente tra di noi, facciamo memoria di tutte le persone, vicine e lontane, vive e morte nella dimensione della storia, che hanno lasciato nella nostra vita tracce del loro cammino di speranza.

Spontanee e brevi espressioni di ricordo e di preghiera

PADRE NOSTRO

SCAMBIO DELLA PACE

Il pane ed il vino che condividiamo siano il segno efficace sia della nostra adesione all’azione di Dio rivelatasi nelle parole e nei gesti di Gesù che ha dato la sua vita per noi sia della nostra disponibilità a costruire una società più giusta, più solidale mettendo in gioco tutto noi stesse/i.

CONDIVISIONE DEL PANE E VINO - SEGNI DEL CORPO E SANGUE DI CRISTO

L’ultimo canto, prima di concludere con l’agape comunitaria la memoria pasquale vissuta assieme con gli occhi del cuore e della mente attenti ai dolori e alle gioie delle doglie presenti nel nostro mondo.

 

 

Nastri di pace (1986)

Mentre i guerrafondai stuzzicano vecchie ferite,
paure dimenticate, maneggiano minacce nucleari,
noi stiamo rendendo visibile un grande arcobaleno,
in ogni cielo, un arcobaleno nato dal desiderio
di teneri volti che fioriscono sotto la pioggia.

Stiamo facendo nastri per iscrivere in un cerchio le citta',
nastri ricchi di uccelli e fiori, e dei sogni
delle madri, delle nonne, di innumerevoli bimbi.
Le donne dipingono simboli di amore e di cura,
tessendo una stoffa cosi' forte, cosi' prossima al cuore
che persino i mastini della guerra non la romperanno.

Questa e' la nostra risposta ai fautori dell'olocausto,
che vorrebbero annerire la nostra farina in un inverno nucleare,
disperdere i nostri figli in un vento arido,
portando un dolore che azzererebbe la sopportazione e ogni suono:
camminando per la pace, nel sole e nella pioggia,
noi condividiamo grandi speranze, mentre gli arcobaleni luccicano nell'aria.

( Bustina Williams )

 

 

perché cercate tra i morti colui che è vivo?”

 

[torna indietro]