…Chi volete che se ne occupi?

 

Ultimo venerdì di Ramadan, giornata del dialogo cristianoislamico.

Napoli, 20 ottobre 2006

 

Anche quest’anno abbiamo voluto esserci!

Ci siamo incontrati alla moschea di corso A. Lucci per portare il nostro saluto e la nostra voglia di pace a quelli che consideriamo nostri fratelli, credenti nell’unico Dio, comunque lo si voglia chiamare. Una delegazione piccola ma significativa: il Delegato del vescovo di Napoli per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, due piccole sorelle di Gesù, tre rappresentanti della Comunità di base del Cassano e quattro della Scuola di pace. Tra di noi quattro donne che sono state presenti sia nella sala piccola allo scambio di saluti e discussione iniziale con i rappresentanti della moschea che nella sala grande quando abbiamo salutato i fedeli radunati in preghiera.

P. Gaetano Castello ha lasciato un messaggio scritto del Cardinale Sepe che è stato accolto con particolare interesse e l’imam Abdula Amar ha invitato il Cardinale e tutti noi alla festa della fine di Ramadan. Nel corso del colloquio è stata ribadita da tutti la necessità di una maggiore conoscenza reciproca che è il vero antidoto al pregiudizio, così come è stato evidenziato lo sforzo (il vero jihad!) etico-spirituale contro il male a cui ogni credente è chiamato. Il primo male da combattere è la violenza che mai può essere giustificata in nome di Dio il cui primo attributo, per i musulmani come per i cristiani, è quello di essere Misericordioso.

E’ stato presente all’incontro anche il giordano Jhuali, professore di legislazione islamica, che ha rivolto un caloroso invito alla concordia e all’amore tra le comunità di credenti e si è compiaciuto di questa amicizia che si è creata tra di noi il cui calore porterà con sé nella sua terra. Da parte nostra è stata sottolineata la disponibilità all’impegno verso le problematiche legate all’immigrazione e all’accoglienza di tanta umanità alla ricerca di un po’ di pace e di un po’ di benessere; i nostri amici musulmani hanno fortemente richiamata la necessità di mettere al centro la persona umana, al di là di ogni differenza, affinché trionfi pace e giustizia.

Quello di venerdì è stato un incontro molto positivo che lascia sperare per il futuro. Ci siamo lasciati con l’augurio di incontrarci anche al di fuori di queste ricorrenze ufficiali.

 

P.S.

Tornando a casa venivano in mente le parole di don Tonino Bello: "ma se non siamo noi, chi volete che se ne occupi?"

Corrado Maffia

 

 

 

 

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