Per Miguel

 

Miguel, un ragazzo silenzioso…

si muoveva lentamente e con l’aria assonnata

nella casa dell’amicizia delle ragazze e dei ragazzi di strada,

dove tutti si muovevano in fretta parlando ad alta voce,

ciascuno con qualcosa da fare o un compito da svolgere.

 

Chi si lavava, dopo una notte passata in strada

chi lavava i propri vestiti e li stendeva al sole nel patio

chi faceva le pulizie dei vari locali

chi andava a fare la spesa al mercato

chi scaricava i pacchi della spesa e li sistemava nella dispensa

chi cucinava desayuno e almuerzo

chi spostava sedie e tavoli per apparecchiare

chi mangiava e beveva

chi sparecchiava e lavava piatti e bicchieri nei lavatoi del patio

chi lavava pentoloni nei lavandini di cucina

chi riportava tavoli e sedie nelle aule per le attività scolastiche

chi insegnava con pazienza e creatività

chi imparava a leggere, scrivere, fare i conti, disegnare

chi imparava insegnando

chi chiedeva aiuto e chi aiutava

chi voleva far da solo

chi dormiva per terra negli angoli o sotto i tavoli

chi tagliava giornali con le forbici e costruiva oggetti

chi componeva e scomponeva frasi, racconti, figure

chi insegnava a tagliare e cucire stoffe nel laboratorio di costura

chi imparava a confezionare borse e vestiti con le macchine da cucire

chi insegnava a lavorare il legno nel laboratorio di carpenteria

chi tagliava il legno con la sega elettrica

chi levigava e lucidava le pareti degli armadi appena costruiti

chi cucinava pizze e dolci nel laboratorio di panaderia-pasteleria

chi mangiava le paste appena fatte e chi le andava a vendere in strada

chi organizzava riunioni per progettare le varie attività

chi lavorava al computer per far conoscere il Mojoca

chi si preoccupava di trovare i fondi per finanziare i progetti

chi lavorava in amministrazione e faceva i conti con i soldi che non bastano mai

chi fotografava la vita nella casa

chi insegnava a fotografare e chi imparava a fare foto

chi leggeva il giornale e commentava le rapine e gli omicidi quotidiani

chi raccontava e chi ascoltava

chi giocava, correva, saltava, faceva a pugni

chi litigava e chi metteva pace

chi piangeva e chi rideva

chi stava male e chi l’accompagnava all’ospedale

chi rimaneva appollaiato sul davanzale delle finestre a guardar fuori

chi andava in strada per stare con le ragazze e i ragazzi

chi entrava e chi usciva

chi accendeva la radio ad altissimo volume

chi cantava e chi ballava

chi si muoveva a fatica con una pancia di nove mesi

chi dormiva nelle culle o sopra i tavoli

chi prendeva in braccio i neonati che piangevano e li coccolava

chi li allattava al seno o con il biberon

chi alla sera andava a dormire alla casa “ocho de marzo” insieme ai bambini

chi ritornava in strada…

 

In mezzo a tutto questo “movimento”

si aggirava Miguel, con un’espressione pensierosa

uno sguardo mesto e una traccia di sorriso

osservando tutta quella vita che gli ruotava intorno.

Con quel suo corpo sottile e un po’ inclinato

spesso si sedeva al sole sui gradini del patio

o su una panca, vicino a qualcun altro

 

e si addormentava…

anche a tavola o a scuola,

e la sua testa scivolava lentamente

fino a d appoggiarsi dolcemente

sulla spalla di chi gli stava accanto.

I suoi compagni a volte lo lasciavano dormire,

condividendo il peso di quel corpo abbandonato.

A volte lo svegliavano, stimolandolo a partecipare alle varie attività.

Miguel veniva alla casa dell’amicizia tutti i giorni

E anche se non partecipava attivamente alla vita del Mojoca

la sua presenza silenziosa era più che eloquente.

Chiedeva soltanto di esserci, di stare in mezzo agli altri ragazzi.

Lo chiedeva con gli occhi e con la ricerca di vicinanza fisica,

senza parlare,

per alleviare il peso di una storia indicibile

che portava nel cuore.

 

Miguel, un ragazzo mite…

che adesso non c’è più,

ucciso a diciassette anni da una violenza inenarrabile,

della quale siamo tutti un po’ responsabili.

 

Miguel, ragazzo dolcissimo…

che tu possa finalmente dormire in pace,

con la testa appoggiata sulla spalla accogliente

dei tuoi compagni di strada,

che non ti dimenticheranno mai!

 

Molli

29 ottobre 2006

 

 

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