Una lettura appassionante e militante dell’Apocalisse

25 incontri a cadenza quindicinale spalmati in un biennio vissuti intensamente nella lettura dell’Apocalisse, una lettura di gruppo capace di esprimersi non solo con l’analisi razionale ma anche con reazioni emotive e decisioniconcrete per la vita individuale e sociale di ciascuno/a dei partecipanti .

Una lettura che è diventata pratica riguardante questioni di potere, di valori e di impegno, perché leggere un testo comporta sempre la produzione di un senso oltre il testo; una lettura militante che ha colto come problema centrale e topico dell’Apocalisse la questione di un sistema dipotere criminale e criminogenoe delle vie della fuoriuscita da esso . Non per nulla il testo che , assieme ai profeti Ezechiele e Daniele,ha lasciato di più il segno nell’Apocalisse, soprattutto nei capitoli centrali da Ap. 8 ad Ap. 16,è il libro dell’Esodo.

Giovanni mette sotto accusa un potere imperiale e mondiale che corrompee devastaumanità e terra, cherende impossibile la vita a tutte le persone che vi si oppongono, e che per questo patiscono privazioni economiche e indigenza, minacce e vessazioni, prigionia ed esecuzioni di morte.

Un potere politico satanico, che rende satanico quello che fa e quello di cui si serve con cinismo e spregiudicatezza: il dominio sui popoli e le nazioni, la propaganda fatta di specchietti per le allodole, l’istituzionalizzazione stessa della propaganda, la strumentalizzazione della religione, il controllo dei flussi del commercioe della finanza , il delitto di Stato, la guerra aperta: nulla che non faccia parte del capitalismo mafioso e criminale che oggi domina il mondo attraverso la “longa manus” di organizzazioni commerciali e network transnazionali il cui obiettivo è fare profitti sulla pelle di miliardi di persone umane, di esseri viventi e della stessa madre terra.

Abbiamo fatto nostra la visione dell’autore dell’Apocalisse che , come dice la Elisabeth Schussler Fiorenza,adotta la “prospettiva dal di sotto” ,manifesta le esperienze di quelli che sono poveri, senza potere e nel costante timore di essere denunciati, mette in luce l’ esistenza di quei cristiani che sono senza potere, nei termini politici del loro tempo”. Giovanni infatti ha parole di lode soltanto per quelle comunità che sono povere ed hanno sperimentato vessazioni dai loro vicini greco-romani, asiatici e giudei, mentre ha parole dure nei confronti della comunità di Laodicea che si considera ricca e prospera “Voi dite: siamo ricchi, abbiamo fatto fortuna, non abbiamo bisogno di nulla e non vi accorgete di essere dei falliti, degli infelici, poveri, ciechi e nudi” ( Ap. 3,17 ). Proprioqueste comunità povere , come comunità sacerdotali profetiche dossologiche regali, libere dalle strutture ecclesiastiche oppressive ( dallo stesso universo simbolico patriarcale manifesto nel linguaggio dell’autore ) e dal dominio distruttivo di quelli che hanno potere in “questo mondo” sono chiamate a vivere l’esperienza della Gerusalemme nuova , figura di quella città ospitale per tutti i popolidove si realizza la promessa di pace, di nonviolenza, di un’umanità riconciliata con se stessa , con la natura e perciò con Dio. Una città “ dove non ci sarà più nulla di maledetto” ( Ap. 3° ), una città dovecomunità“seminano vita e dignità”, come titola il quaderno Satyāgraha l’esperienza della Comunità di pace di san José de Apartadó.

Peppino Coscione, comunità di base di Oregina.

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