DI RITORNO DA FRASCATI

 

Nei tre giorni del Convegno di Frascati ho vissuto molti bei momenti, ricchi di stimoli e di incontri.

Da oltre vent’anni partecipo a questi incontri, anche se non a tutti per motivi diversi, incontri che ho sempre trovato molto arricchenti, soprattutto per gli scambi di esperienze di vita comunitaria e di fede, anche con singole persone. Scambi che non omologano ad un solo modello ma che, pur rispettando la libertà dei cammini, danno ampio respiro, anche se ci si sente piccoli gruppi, per il semplice fatto di sentirsi in collegamento ed uniti da un cammino di fede liberi da gerarchie.

Ho potuto vedere anche una forte partecipazione di giovani, che hanno dato una ventata di speranza per il futuro. Hanno partecipato anche molti gruppi e/o realtà che, pur non essendo propriamente CdB, si sentono vicini/e alle CdB e dal cui cammino dicono di sentirsi stimolati.

Personalmente ho potuto constatare il livello di crescita dei Convegni in ogni campo: nei contenuti relativi ai temi affrontati, nell’uso del linguaggio divenuto più rispettoso delle differenze, nella capacità di fare accoglienza e anche nel modo e nei contenuti del fare festa.

Mi piacerebbe, e lo credo importante, che nella nostra comunità ci fosse un po’ più di curiosità nei confronti di queste iniziative, che ci fosse più circolarità di saperi e conoscenze, un’esigenza questa che da parte di alcuni era già emersa nelle giornate comunitarie passate e nei servizi di direzione allargati.

Nessuno può fare tutto e/o partecipare e/o essere sempre interessato/a, ma conoscere ed essere informati/e non è fonte di ricchezza?

 

Maria Del Vento


 

Sono ritornato ai Convegni delle cdb dopo una pausa di qualche anno. La sorpresa è stata bella e piacevole: accanto a visi conosciuti anche visi nuovi e un nutrito gruppo di giovani.

Vedere tanti giovani a discutere e a condividere con noi i momenti di dibattito e di preghiera ha rappresentato per me un motivo grande di speranza: personalmente credo che possa essere importante continuare l’esperienza delle cdb, ma fare anche sì che uomini e donne in numero sempre maggiore si accostino alla sequela di Gesù, cercando di modellare la vita in un’ottica evangelica.

Accanto a questa bella sensazione ne voglio aggiungere un’altra: la ricchezza del dibattito e la capacità di ascolto. Ho trovato molto arricchenti sia gli incontri delle “tavole rotonde” del venerdì e della domenica, sia il laboratorio animato dalla comunità di Roma e le voci, molte, che hanno reso il dibattito molto vivo e stimolante.

 

Memo Sales


 

Nei giorni 8 - 9 e 10 dicembre scorso ho partecipato al XXX Incontro Nazionale delle Cdb italiane. E ne ho riportato una grande emozione positiva: l’età media dei e delle circa 300 partecipanti si è abbassata, non solo grazie a 54 “giovani”, ma anche alla fascia dei e delle 30-50enni. La rete dei contatti è una grande risorsa e ritrovarci una volta all’anno è gioia, grazia e speranza che si rinnova.

Come pure sono molto riconoscente a Carlo e Gabriella della Cdb di Torino che hanno collaborato ad animare il nostro laboratorio. Spero che anche nel 2007 riusciremo a stringere sempre di più le relazioni tra le Cdb del Piemonte.

L’altra sorgente di speranza è stata la partecipazione di gruppi e comunità “di base” appartenenti “anagraficamente” al vasto arcipelago della chiesa cattolica: hanno partecipato, in particolare, allo scambio nei laboratori, con grande coinvolgimento e con esperienze di intensa vitalità.

 

E veniamo ai tre giorni del convegno:

 

1 - Non è certo possibile riassumere in poche righe la quantità di spunti che ho ricevuto. Il tema era “Orizzonti di laicità” e ricopio solo quattro frasi dagli appunti del primo giorno:

La patria è un posto dove ci sono altre persone con cui mi trovo bene;

La democrazia è la possibilità per uomini e donne di vivere i loro diritti;

I partiti siano strumenti per il rafforzamento dell’autonomia individuale;

Dice il mercato: “Il corpo è un commercio”; dice la Chiesa: “Il corpo è peccato”; dice il corpo: “Io sono una festa”.

 

2 - Il laboratorio che abbiamo animato noi del Piemonte aveva come tema “Ascolto e scambio, mediazione e relazioni: pratiche di laicità nelle Cdb”. Il tema più “gettonato” è stato senza dubbio l’ascolto, con la consapevolezza condivisa che si tratti del primo passo fondamentale, quello che facilita le altre pratiche (scambio, mediazione e relazioni). Riporto alcune suggestioni dai miei appunti:

“Ascolta, Israele”: due secoli fa significava “piegati a un comando, obbedisci”; oggi significa “mettiti in relazione”. E’ la “parzialità nel tempo”: nulla è assoluto, immutabile, eterno...

Perchè è più facile ascoltare chi non si conosce? Perchè non sappiamo già, prima che parli, quello che dirà. L’ascolto è un viaggio continuo, una palestra: alleniamoci ad ascoltare l’altro/a come se fosse sempre la prima volta che apre bocca

Pesa l’eredità culturale e storica della chiesa nata dal Concilio di Trento, dove l’ascolto è unidirezionale: chi sta in alto parla, chi sta in basso ascolta. Invece Gesù scende dal piedestallo ascoltando la donna siro-fenicia... ed è un leader

Per non dire sempre le stesse cose bisogna fare ricerca: l’ermeneutica femminista, ad esempio, ci fa tornare alla prima pagina della Bibbia per una lettura nuova e attualizzata nel quotidiano personale

Mediare senza rinunciare al nostro punto di vista

Mediazione non è sempre trattativa con gli altri e le altre, ma adeguamento dei miei progetti, cioè mediazione con me stesso/a

Mediare, perchè fa bene valorizzarci a vicenda

 

3 - Un tema che è tornato spesso negli interventi, soprattutto nel pomeriggio del nostro laboratorio, è quello che posso riassumere con “il prete nella comunità”, con molte sottolineature e racconti di esperienze molto diverse. Quello che mi ha colpito è che se ne sia parlato così tanto: anche questo è per me un segno di speranza, come se nelle Cdb fosse in atto un processo di crescita, di maturazione...

 

Beppe Pavan

 

 

 

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