Pentecoste, 27.5.2007

(Atti, 2.1-11Romani, 8.8-17Giovanni, 14.15-26)

  

Proposte di riflessione

 

 

  • Spirito di Dio

 

    • La riflessione teologica ha sviluppato uno sforzo enorme per spiegare la realtà dello Spirito Santo secondo le categorie mentali filosofiche e le espressioni tecniche che ne derivano (“generazione”, “processione”, “persona”, “natura”) hanno un valore analogico e figurativo che non sempre riesce ad arricchire veramente la nostra comprensione della vita divina. Aldilà delle dispute tra specialisti, c’è però convergenza su alcuni principi:
      • Dio non è solitudine ma comunione, e la vita divina si esprime attraverso una circolarità di relazione tra Padre, Figlio e Spirito Santo;
      • Questa correlazione lascia che ci siano modalità specifiche attraverso le quali si esprime il Padre, il Figlio e lo Spirito
      • Lo SpiritoSanto supera la relazione Io-Tu ed introduce il Noi: attualizza la memoria di Gesù facendo sì che le sue parole non restino lettera morta ma vengano rilette continuamente e si traducano in impegni pratici
        • Le due letture (Atti e Vangelo) confermano l’attribuzione allo Spirito di Dio di azione specifica:
      • In un periodo in cui presumibilmente i discepoli sono ancora impauriti e sbandati ricevono prima la presenza rassicurante di Gesù e quando capiscono che è definitivamente concluso il suo tempo terreno percepiscono la presenza – diversa da Gesù ma altrettanto potente – dello Spirito di Dio che irrompe nella loro esistenza come forza trasformatrice e che dà loro una forza nuova di operare e di trasmettere il messaggio agli altri. La Pentecoste, non necessariamente fatto storico nei termini descritti, esprime però l’esperienza vera che – venuto meno Gesù – è lo Spirito che sosterrà le giovani comunità; la Pentecoste, originariamente festa della mietitura e successivamente anche della rinnovazione dell’alleanza, assume così il nuovo significato della fedeltà di Dio e di conferma dell’aiuto che verrà dato alle comunità nascenti (Bibbia di Gerusalemme).
      • Nel Vangelo si ribadisce la convinzione espressa sopra: quando Gesù non ci sarà più (“Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome…”) sarà lo Spirito di Dio ad essere presente nelle comunità e ad aiutarle nello sforzo di rinnovamento di tutte le cose.
      • Molte delle letture post-pasquali contengono questo riferimento allo Spirito di Dio: viene a mancare la fisicità di Gesù ma non la certezza della presenza di Dio nella storia dell’uomo. Sembra quasi che debba maturare questo evento della venuta meno di Gesù perché i discepoli crescano e capiscano finalmente che non è il nuovo Regno di Israele la loro missione (Atti, 1, 6-7)
      • Anche se non inquadrato in un contesto dottrinale strutturato, lo Spirito è presente nella Bibbia come uragano e turbine, forza trasformatrice delle persone che spinge a compiere opere grandiose, e viene rappresentato appunto come energia vitale (fuoco, vento, tuono). Cfr.anche 1 Re, 19.8-18.

 

  • Azione dello Spirito

 

Lo Spirito di Dio è colui che attualizza la memoria di Gesù: è la forza del nuovo e del rinnovamento di tutte le cose; in tal senso la sua azione si può ricondurre a questi due aspetti:

  • Dà forza nei momenti di sconforto
  • Dà luce per capire come attuare nella storia il messaggio di Gesù

In conclusione è presente nella storia dell’uomo per aiutarlo a realizzare nella creazione quel dinamismo di convergenza e di comunione che rispecchia la realtà intima della vita di Dio (Boff).

 

 

3.Quando agisce lo Spirito?

 

  • Come l’attribuzione del potere è condizionata all’esercizio della carità (“Mi ami tu?...Pasci le mie pecore”), così Giovanni nel vangelo sembra affermare chiaramente che l’atteggiamento d’amore è pure pre-condizione per ricevere il Consolatore (“Se mi amate…io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perchè rimanga con voi per sempre”)
  • Molti di noi hanno sperimentato che sono i momenti di sofferenza e di vuoto spirituale le situazioni privilegiate in cui si riesce a fare spazio all’azione dello Spirito, a riconoscere – magari dolorosamente – il percorso da fare e le cose da cambiare. Ed a posteriori a scoprire anche che in quel vuoto in realtà si era fatto spazio per capire e che Dio non ci aveva abbandonato. Sono queste le esperienze da cui si esce rafforzati. Meglio che “consolatore” od “avvocato” è il termine “Dio accanto” che esprime compiutamente la continuità di presenza dello Spirito.
  • E’ stato messo in evidenza che lo Spirito svolge un’azione trasformatrice ed innovatrice e penetra le azioni umane facendole partecipare all’azione creatrice di Dio: in questo senso il luogo privilegiato dell’azione dello Spirito è là dove maggiormente si esercita il dominio e la violenza dell’uomo sull’uomo, ed i destinatari privilegiati dell’azione dello Spirito sono i poveri quando resistono contro l’oppressione, quando si organizzano per cercare la vita, il pane e la libertà, quando in mezzo alla lotta conservano la fede e la tenerezza verso gli altri e diventano i grandi sacramenti storici della presenza operante dello Spirito Santo (Boff) (Cfr. esperienza della Comunità ai tempi dell’abbandono della Basilica di S. Paolo))
  • L’azione dello Spirito è possibile quando c’è docilità ad ascoltare; il rifiuto dell’arroccamento sembra un’altra pre-condizione per aprirsi al nuovo, ricordando che “lo Spirito soffia dove vuole…”. Quando il relativismo è rifiuto pregiudiziale della verità certa e quando invece è sforzo di confronto e di lettura dei segni dei tempi? (Comunità aperta all’accoglienza - Martini). Con il Consolatore noi possiamo incarnare in modo mite la Parola perenne di Gesù e vivere il tempo della Chiesa evitando due estremi pericolosi: da una parte l’iconoclastia contro l’istituzione, perchè strutture sono necessarie per vivere in comunità e nella comunità delle comunitàche è (dovrebbe essere) la Chiesa; dall’altra evitando l’idolatria che ritiene sacra, intoccabile ed immodificabile l’istituzione. Lo Spirito ci dà il coraggio di guardare al passato senza farne un mito, e rivolgerci al futuro con speranza, sapebdo che GRANDI COSE ancora vuole compiere nel mondo – attraverso quanti e quante si fanno docili a Lui – il Consolatore che ci ha promesso e davvero dato Gesù (Luigi Sandri).
  • La crisi delle ideologie ed i rapidi cambiamenti che caratterizzano la nostra epoca rendono più difficile trovare risposte ai nostri interrogativi in una struttura monolitica di verità od in un’unica esperienza (“Abbiamo confezionato delle perfette risposte - peccato che nel frattempo siano mutate le domande!”). Tanto più importante quindi appare un atteggiamento di docilità all’ascolto dello Spirito e di apertura all’accoglienza dell’altro.
  • La razionalità non sempre è la via migliore per accedere al cuore della verità, a volte l’intuito e la buona disposizione dell’animo consentono di percepire con molta più immediatezza e molta più profondità che lo Spirito è (o “non è”) presente in mezzo a noi e di cogliere il contributo che ciascuno di noi ha saputo dare (cfr. Luigi Sandri)

 

Gruppo MARCONI


Una preghiera

Non e’ fascino o nostalgia della Chiesa primitiva; e’ una necessità attuale, dolorosa e angosciante quella di ascoltare e riuscire a comprendere oltre la superficie delle parole e di parlare linguaggi che siano a loro volta compresi e di vedere il vero volto dietro il viso di ciascuno; perché la comprensione è amore.

Nel brano degli Atti degli Apostoli, questo appare confinato ad un evento unico, descritto con potenza e certezze, quando invece forse appartiene alla continua esperienza di limiti esistenziali dove si perdono i riferimenti sicuri, quelli che caratterizzano la baldanza umana e dove prevale l’affidamento e la docilità.

E’ probabilmente in quell’area indefinita, in quei momenti fuori dal tempo, quasi un’increspatura singolare della normalità della vita, che l’apparente debolezza esistenziale si riempie di una forza consolatrice, che fa vedere oltre la vista e udire oltre le parole.

Forse e’ proprio cosi’ !

Signore, aiutaci a scoprire le condizioni per questa esperienza sia a livello personale sia a livello di Comunità, perche’ e’ una necessità per noi; altrimenti l’angoscia del vivere senza capire, del fare senza sapere, ci puo’ indurre allo sconforto.

Forse nella tua bontà infinita tu ci eviti il peso di comprendere troppo: forse se noi comprendessimo nel profondo il gemito disperato della terra e dei suoi esseri viventi oltraggiati dagli uomini violenti o piu’ banalmente distratti dalla mondanità, noi ne moriremmo all’istante.

Signore donaci la capacita’ di ascolto e di comprensione attraverso il tuo Spirito, ad ognuno secondo le sue necessità.

Ascoltaci o Signore

 

 

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