domenica 30 Novembre 2008

Il rito è quella cosa che fa un giorno diverso dall’altro.

RIFLESSIONI NEL DORMIVEGLIA

SUPPLICA PER IL TEMPO D’AVVENTO

Signore, sarebbe bello che tu ragionassi come noi e dicessi: torno a mezzanotte, torno al canto del gallo, al mattino o alla sera. Allora, già il giorno prima cominceremmo a essere felici, almeno noi che stiamo sempre a caccia del vero, del buono (e del bello). Sappiamo poco, troppo poco di te. La nostra ragione è così scarsa che per sapere se esisti, buttiamo una moneta: testa o croce. Noi cerchiamo a nostro rischio e pericolo. Duemila anni dopo la tua nascita, siamo più o meno nelle condizioni di Socrate.

Chi ha detto: “Risplenda la luce nelle tenebre”

èlo stesso che fa risplendere in noi la luce

per farci conoscere la gloria di Dio

riflessa sul tuo volto, o Cristo (2Co 4,6).

Siamo contenti che tu ritorni, Signore,

ma a mezzanotte,no,

e nemmeno quando canta il gallo

né al mattino presto.

Fissiamo un altro appuntamento.

Potresti venire di pomeriggio, sul tardi.

Tu non passeggi alla brezza del giorno (Gn 3,8)?

Non abbiamo paura di sentire i tuoi passi in giardino (Gn 3,19).

Vieniall’ora del ponentino.

Passa da noi, Signore:

si parla del più e del meno,

si beve un bianco fresco

alla salute dei mondi

e poi ci porti

dove ti pare.

Tu hai messo un portinaio

gli hai ordinato di vegliare (Mc 13,34);

ma poi dici che tutti dobbiamo vegliare (Mc 13,37).

Lo so: tu ci chiederai conto dei nostri fratelli più poveri.

Anche per loro dobbiamo vegliare.

Ma non ci si riesce.

Han fatto la spia, hanno raccontato che il Padre Eterno,

sorpreso a sonnecchiare, si è arrabbiato moltissimo quando ha capito

che tutti se n’erano accorti, anche quelli appena sbarcati da Lampedusa.

Tutti sanno che i “caimani” si arricchiscono inquinando e lasciano ai poveri l’inferno verde.

Ricordi la tua ultima notte quaggiù?

Non siamo stati capaci di vegliare.

Tu sudavisangue quella sera nell’Orto degli ulivi

e noi si stava a ronfare a un tiro di sasso (Lc 22,41).

Non ci crederai, ma i nostri occhi erano pesanti (Mt 26,44),

non avevamo bevuto né mangiato troppo

eravamo tristi (Lc 22, 45), angosciati,senza sapere perché (Mc 14,41).

Tu, o Signore, hai una coscienza forte

Tu crei situazioni;

per noi le cose, semplicemente, accadono.

Passano ore, passano giorni, settimane e mesi, passano anni.

Sempre dobbiamo vegliare?

Siamo soldati di quale guerra?

Si sta

come

d'autunno

sugli alberi

le foglie.

Vivere una sola stagione non ci va giù. Perché sempre e solo autunno?

Ci vuole qualcosa di più allegro. Primavere. Estati.

Non l’ora del giudizio tutto il giorno, tutti i giorni, ad ogni istante.

 

 

 

P.S.

Caro Gesù, nel vangelo di oggi, tu sembri – come dicono i bambini - un signore, cioè un uomo grande che ha perso le staffe. Ci vuoi fregarecome fanno i nonni in caserma con le reclute nel turno di guardia? Ma davvero davvero vuoi metterti a lottare con noi? Quello che ha scritto le tue parole non ha capito bene.

Non occorre che tu ritorni, Signore. Insegnaci la strada e noi veniamo da te. Facci scoprire unacorrente che ci guidi e la nostra zattera ci porterà di là dal mare dove sei tu.Oppure comanda (Mt 14,28) e noi veniamo incontro a te sulle acque. Affonderemo come Pietro?

Accresci la nostra fede (Lc 17,6).

Se proprio non ti va la nostra proposta, scendi pure squarciando (Is 63,19) i cieli. Ma non ci sembra il tuo stile.

O forse hai sempre ragione tu.

Vieni, Signore Gesù (Apc 22,20).

Rendici saldi fino alla fine (ICo 1,8).

Pensi che non riusciremo a raggiungere la verità perché cerchiamo la nostra gloria? (Gv 5,44)

Signore accresci la nostra fede (Lc 17,6).

 

Il piccolo principe

Il piccolo principe

Cfr. Fedone, 35

Neumann E., Storia delle origini della coscienza, Astrola­bio-Ubaldini, Roma 1978, pagg. 118-119, citato da G. Franzoni in EUTANASIA e in LA MORTE CONDIVISA

G. Ungaretti

Cfr Fedone, cit.

 

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