Commento alla lettura biblica liturgicadel 22 ottobre 2006

 

Quale strada oggi per mettere in pratica l'amore di Gesù?

 

E giunsero a Gerico. E mentre partiva da Gerico insieme ai discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Costui, al sentire che c'era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo sgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Allora Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». E chiamarono il cieco dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!». Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che vuoi che io ti faccia?». E il cieco a lui: «Rabbunì, che io riabbia la vista!». E Gesù gli disse: «Va', la tua fede ti ha salvato». E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada (Marco 10, 46-52).


Il racconto della guarigione del cieco di Gerico, che alla fine seguì Gesù nel suo viaggio verso Gerusalemme, ci rimanda come esempio alla sequela dei discepoli, a cui Marco pone prevalentemente il suo interesse.

All’inizio del brano vediamo che Gesù, con i suoi discepoli e molta folla, (forse una parte di questa era in pellegrinaggio) stanno andando verso Gerusalemme. Ai margini della strada, vi è un mendicante, il cieco Bartimeo che “sedeva lungo la strada a mendicare” e sente che tra la folla c’è Gesù.

Certamente lui aveva sentito parlare di Gesù e di quanto bene faceva a chi lo avvicinava o lo interpellava. Decide così di prendere al volo l’occasione per conoscerlo, ma anche di chiedere aiuto per sé, perché la sua vita cambi... Ma come fare per farsi notare in mezzo a tanta folla? Egli grida e lo chiama: “Gesù, abbi pietà di me”. Le sue urla disturbano la folla che lo sgrida; ma il suo desiderio di dare una svolta alla sua vita è talmente forte, che supera l’ostacolo, la folla che vuole farlo tacere, e torna a gridare più forte.

Gesù sente la sua forte richiesta, si ferma e lo fa chiamare, “Coraggio! Alzati” gli dicono, come per accompagnare quanto stava per accadergli. Bartimèo accoglie la chiamata con un tale entusiasmo da gettare via il suo mantello, come per scrollarsi di dosso la situazione che fino ad allora lo aveva tenuto ai margini della vita, e con un balzo raggiunge Gesù che gli chiede: “Che vuoi che io ti faccia?” Non gli dice cosa fare ma gli chiede cosa vuole.

Gesù ha mostrato più con la sua vita che a parole la strada da seguire. La sua domanda a Bartimèo evidenzia l’importanza di discernere quali siano le vere priorità, e Bartimèo ha ben chiaro di cosa ha bisogno per tornare a vivere pienamente la sua vita, per non rimanere più ai margini della strada, della vita. Gli chiede di tornare a vedere, cioè apre gli occhi sulla vita e decide di non vivere più mendicando, dipendendo dagli altri, ma vuole essere responsabile delle proprie scelte.

La risposta di Gesù non si fa attendere, gli dice: “Va’, la tua fede ti ha salvato”: la sua volontà, la sua determinazione hanno fatto sì che lui vedesse chiaro su cosa voleva fare della sua vita e “subito riacquistò la vista e prese a seguirlo” . Non è Gesù che gli dice di seguirlo, ma è lui che sceglie di percorrerne la strada. Gesù gli dice Va’ e lui sceglie dove andare.

Cosa vuol dire per noi, oggi, seguire la strada di Gesù? Come aprire gli occhi e su cosa?

Tante sono le situazioni che ci interpellano, tante le realtà che ci chiedono di aprire gli occhi, di sentire in noi l’urgenza di agire, di fare qualcosa perché la giustizia e l’amore siano realizzati per tutti.

Una di queste che maggiormente mi interpella è la violenza che subiscono le donne.

Le cronache di queste ultime settimane sono piene di notizie a riguardo, ed i politici parlano di modifiche della legge sulla violenza sessuale, di infliggere pene più severe... ma mi chiedo: È sufficiente scrivere una legge perché l’uomo (certi uomini, e purtroppo ancora molti) smetta di considerare la donna un oggetto di sua proprietà? Che si senta padrone della vita altrui?

Penso che, fino a quando non ci decideremo ad affrontare seriamente il problema, a ripensare il modello patriarcale che sta alla base di certe scelte, modello che condiziona i rapporti tra uomini e donne e non solo, si verificheranno sempre delle violenze sotto varie forme. E questo è compito di tutti e tutte, non solo di chi subisce violenza o di chi deve far rispettare la legge, è la nostra cultura che deve cambiare.

Gesù ci ha insegnato con la sua testimonianza vissuta che il regno di Dio si realizza qui ed ora. Noi possiamo fare la nostra parte cominciando a denunciare ciò che va contro la realizzazione dell’amore in senso più vasto, ma anche ripensando al modo con cui ci relazioniamo con l’altro, con l’altra, non dimenticandoci mai che la FONTE DELL’AMORE, DELLA VITA che è MADRE e PADRE di tutti e tutte, ci accompagna, e che anche quando qualche “mantello” ci affligge ci sarà LA VOCE che ci dirà: CORAGGIO ALZATI .

Maria Del Vento