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MOMENTI MAGICI

Che ci fanno due bambini alle prese con l’albero della conoscenza del bene e del male?

E’ un’immagine, un po’ sfocata tecnicamente ma nitida per il suo significato, del magico incontro di domenica 29 aprile 2009 alle baracche dell’Isolotto. Un gruppo di bambini/e, ragazze/i, genitori e educatori della Comunità ha portato avanti anche quest’anno la crescita collettiva sul tema del senso del bene e del male. Quello di domenica scorsa è stato il quarto incontro. Animazioni, canti, giochi, scambi di interrogativi e piccole esperienze di vita quotidiana, confronto col vangelo e con la varietà delle espressioni religiose e culturali della storia. Questa volta ci siamo introdotti nell’immaginario collettivo della personificazione del  bene e del male: gli angeli e i demoni. Tema difficile. Ma evitare di parlarne con i bambini vuol dire lasciare un vuoto che viene colmato da mille fonti culturali, laiche e religiose, che danno per scontata la personificazione. E’ una laicità assai superficiale e molto negativa dal punto di vista educativo quella che dice: ci penseranno da sé i giovani a liberarsi dai condizionamenti di una religiosità alienante.

Scrive Rita Levi Montalcini: "I sistemi etico-sociali ai quali l’individuo è stato esposto sin dall’infanzia …dettano la condotta del giovane e dell’adulto … I messaggi recepiti negli anni nei quali il cervello è immaturo, dall’infanzia all’adolescenza, periodo nel quale esso gode della massima plasticità neuronale, assume un valore fondamentale nel comportamento dell’individuo adulto" (La Repubblica, 7 maggio 2002). Le stesse cose che dice la scienziata del cervello le aveva dette lo studioso della psiche, Eric Fromm, nel suo studio sulla Anatomia della distruttività umana (1973). Insomma ci portiamo dentro a nostra insaputa, e si porta dentro la intera società, sepolta nell’inconscio personale e collettivo, la violenza insita nei grandi sistemi etico-sociali-religiosi. E’ su questo "eccesso di devozione trascendentale" (dice ancora la Montalcini) che il sistema di dominio mondiale fonda la propria stabilità, oltre che sugli strumenti di condizionamento economico e sul sistema di guerra. Ed è su questa radice profonda della violenza che bisogna lavorare per impedire o limitare i traumi che la mente e tutto il corpo patiscono fino dall’infanzia. E’ vero che molti giovani rifiutano a livello conscio i condizionamenti dogmatici dei sistemi religiosi e dell’immaginario comune. Ma le ferite profonde restano perché sepolte nell’inconscio e si manifestano poi come blocco della speranza, spavento senza parola, angoscia senza nome, vuoto dell’anima.

Noi proviamo da anni e continuiamo ancora ad aprire sentieri pedagogici. E ci divertiamo anche.

Chi volesse informazioni può scriverci al nostro inidirizzo e-mail: comunitaisolotto@comunitaisolotto.org

 

                                                                                             La Comunità dell’Isolotto di Firenze