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COMUNITA’ CRISTIANA DI BASE DI OREGINA

LITURGIA DI NATALE 2009

MATERNITA’  e  NATIVITA’

 

Questa liturgia  di Natale è preparata per noi tutte e tutti non solo come preghiera ma anche  come strumento di condivisione comunitaria:  per capire meglio il senso della nostra nascita e vita, per superare i nostri limiti, per esprimere il nostro “anelito al divino” ed una  speranza e volontà di pace, ricordando insieme che l’Eucarestia che stiamo compiendo è preghiera di benedizione e ringraziamento che rivolgiamo prima di tutto a noi, fratelli e sorelle, ed anche al divino che è presente tra noi.

Molteplici possono essere le modalità e le forme della preghiera di benedizione e ringraziamento, abbiamo scelto canti, letture, poesie messaggi e….iniziamo con una danza.

 

 

Nelle "Lettere ad un giovane poeta" R.M.Rilke propone :"Che l'uomo raccolga il mistero di cui è piena la terra fin nelle sue cose più piccole con la più grande umiltà." "Condurre a termine e poi generare: è tutto qui. Bisogna che lasciate maturare in voi ogni espressione, ogni germe di sentimento, nell'oscuro, nell'inesprimibile, nell'incosciente, in queste regioni chiuse alla comprensione. Attendete con pazienza e con umiltà l'ora della nascita...". "L'amore è l'unica possibilità di maturare, di assumere una forma, di diventare un mondo"...le cose rinascono dunque nella parola, nel grembo materno al quale ritornano l'uomo e la natura, poiché "il grembo è tutto"..."Tutto è forse retto da una grande maternità, da una stessa passione" e "l'uomo, mi pare, è anch'esso maternità, sia fisicamente che moralmente"..

 

 

Nonostante questi giorni difficili, ci appare il Natale come un segno-simbolo di speranza da condividere: il Natale è la visione di un divino che ci viene incontro,  un divino misericordioso e materno che conosce i nostri limiti, che assume il senso del limite  e che proprio attraverso il disagio, il vuoto, la paura e la povertà si manifesta in modo concreto.

Non è un Dio con i suoi simboli tradizionali, che ci appare per darci sicurezza psicologica, come un rifugio e che ci sovrasta con la sua ‘ombra’,  è invece un divino incerto come noi, che vive le nostre stesse angosce,  e che cammina con noi: è l’Emanuele, Dio con noi.

 

Gioele 3, 1-2: “E dopo tali cose io effonderò il mio Spirito su ogni mortale. I vostri figli e le vostre figlie profeteranno, i vostri anziani avranno dei sogni e i vostri giovani delle visioni. Anzi in quei giorni pure sui servi e sulle serve effonderò il mio Spirito.”

 

Erri de Luca -  “In nome della madre”

Maestrale di marzo

Non è strano in natura inseminarsi al vento come i fiori.

Fiore è il nome del sesso delle vergini,

chi lo coglie, deflora.

Miriam/Maria fu incita di un angelo in avvento

A porte spalancate, a mezzogiorno.

Il vento si avvitò al suo fianco

Sciogliendo la cintura lasciò seme nel grembo.

Fu salita senza scostare l’orlo del vestito.

Al primo raccolto del grano contava tre mesi

Dal maestrale di marzo che le baciò il respiro

Facendola matrice di un figlio di dicembre

Che è luna di Kislev per lei Miriam/Maria

Ebrea di Galilea.

Luca 1,39-56 -  Concepimento di Gesù

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta nella regione montuosa, in una città di Giuda, ed entrò in casa di Zaccaria e salutò Elisabetta. Appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino le balzò nel grembo; ed Elisabetta fu piena di Spirito Santo, e ad alta voce esclamò: «Benedetta sei tu fra le donne, e benedetto è il frutto del tuo seno! Come mai mi è dato che la madre del mio Signore venga da me? Poiché ecco, non appena la voce del tuo saluto mi è giunta agli orecchi, per la gioia il bambino mi è balzato nel grembo. Beata è colei che ha creduto che quanto le è stato detto da parte del Signore avrà compimento».

E Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore, e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore, perché egli ha guardato alla bassezza della sua serva. Da ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata, perché grandi cose mi ha fatte il Potente. Santo è il suo nome;e la sua misericordia si estende di generazione in generazione su quelli che lo temono. Egli ha operato potentemente con il suo braccio;ha disperso quelli che erano superbi nei pensieri del loro cuore;ha detronizzato i potenti,e ha innalzato gli umili;ha colmato di beni gli affamati,e ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servitore, ricordandosi della misericordia, di cui aveva parlato ai nostri padri, verso Abramo e verso la sua discendenza per sempre».

Maria rimase con Elisabetta circa tre mesi; poi se ne tornò a casa sua.

Vanna Galassi  -  “Se”

Ah, se potessi infondere nelle mie parole

la forza calma e profonda dell'acqua

che scorre fra ben delineati argini.

Ah, se potessi avere la dolcezza,

la rabbia, la passione

di tutte le donne del passato.

Avere il volto come il tronco rugoso

di un albero trasparente

e attraverso vederne la linfa

che scorre a nutrire le foglie più alte.

Ah, se potessi vedere con gli occhi

di tutte le donne del futuro,

e smussare gli spigoli, spezzare le spine,

gettare un ponte sul fiume in piena

dei luoghi comuni e della tentazione

di lasciar perdere...

 

Ah, se potessi legarmi a tutte le donne di oggi

che vogliono se stesse così come sono

e non come l'occhio dei media,

sempre pronto a ghermire e irretire,

vorrebbe forgiare e smerciare.

Ah, se potessi uscire dai miei dubbi,  e dire

nel modo presente indicativo

non più condizionale-condizionante

semplicemente: POSSO.

 

Isaia 7, 14: “ Il Signore stesso vi darà dunque un segno: ecco la vergine che concepisce e dà alla luce un figlio e gli porrà il nome di Emanuele. Egli si ciberà di burro e miele fino a quando saprà rigettare il male e scegliere il bene.”

Matteo 1 - Genealogia di Gesù

Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abraamo. Abraamo generò Isacco; Isacco generò Giacobbe; Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli; Giuda generò Fares e Zara da Tamar; Fares generò Esrom; Esrom generò Aram; Aram generò Aminadab; Aminadab generò Naasson; Naasson generò Salmon; Salmon generò Boos da Raab; Boos generò Obed da Rut; Obed generò Iesse, e Iesse generò Davide, il re. Davide generò Salomone da quella che era stata moglie di Uria; Salomone generò Roboamo; Roboamo generò Abia; Abia generò Asa; Asa generò Giosafat; Giosafat generò Ioram; Ioram generò Uzzia; Uzzia generò Ioatam; Ioatam generò Acaz; Acaz generò Ezechia; Ezechia generò Manasse; Manasse generò Amon; Amon generò Giosia; Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel; Salatiel generò Zorobabele; Zorobabele generò Abiud; Abiud generò Eliachim; Eliachim generò Azor; Azor generò Sadoc; Sadoc generò Achim; Achim generò Eliud; Eliud generò Eleàzaro; Eleàzaro generò Mattan; Mattan generò Giacobbe; Giacobbe generò Giuseppe, il marito di Maria, dalla quale nacque Gesù, che è chiamato Cristo. Così, da Abraamo fino a Davide sono in tutto quattordici generazioni; da Davide fino alla deportazione in Babilonia, quattordici generazioni; e dalla deportazione in Babilonia fino a Cristo, quattordici generazioni.

La nascita di Gesù Cristo avvenne in questo modo. Maria, sua madre, era stata promessa sposa a Giuseppe e, prima che fossero venuti a stare insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe, suo marito, che era uomo giusto e non voleva esporla a infamia, si propose di lasciarla segretamente. Ma mentre aveva queste cose nell'animo, un angelo del Signore gli apparve in sogno, dicendo: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua moglie; perché ciò che in lei è generato, viene dallo Spirito Santo. Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati».

 

CANTO

Ave Maria ( Fabrizio De André)

E te ne vai Maria fra l’altra gente/ Che si raccoglie intorno al tuo passare/ Siepe di sguardi che non fanno male/ Nella stagione di essere madre./ Sai che fra un’ora forse piangerai,/ poi la tua mano nasconderà un sorriso: gioia e dolore hanno il confine incerto / nella stagione che illumina il viso.

Ave Maria, adesso che sei donna,/ ave alle donne come te, Maria,/ femmine un giorno per un nuovo amore/  povero o ricco, umile o Messia./ Femmine un giorno e poi madri per sempre / nella stagione che stagione non sente.

Ezechiele 36, 26-27: “ Darò a voi un cuore nuovo, e porrò in voi uno Spirito nuovo: toglierò il cuore di pietra dal vostro corpo e vi darò un cuore di carne: Porrò in voi lo Spirito mio, e farò sì che viviate secondo i miei statuti, osservando e mettendo in pratica le mie leggi.”

 

Matteo 2 -  Rivelazione di Gesù al mondo

Gesù era nato in Betlemme di Giudea, all'epoca del re Erode. Dei magi d'Oriente arrivarono a Gerusalemme, dicendo: «Dov'è il re dei Giudei che è nato? Poiché noi abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo».

Udito questo, il re Erode fu turbato, e tutta Gerusalemme con lui. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informò da loro dove il Cristo doveva nascere. Essi gli dissero: «In Betlemme di Giudea; poiché così è stato scritto per mezzo del profeta:  "E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei affatto la minima fra le città principali di Giuda; perché da te uscirà un principe, che pascerà il mio popolo Israele"».

Allora Erode, chiamati di nascosto i magi, s'informò esattamente da loro del tempo in cui la stella era apparsa; e, mandandoli a Betlemme, disse loro: «Andate e chiedete informazioni precise sul bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, affinché anch'io vada ad adorarlo».

Essi dunque, udito il re, partirono; e la stella, che avevano vista in Oriente, andava davanti a loro finché, giunta al luogo dov'era il bambino, vi si fermò sopra. Quando videro la stella, si rallegrarono di grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria, sua madre; prostratisi, lo adorarono; e, aperti i loro tesori, gli offrirono dei doni: oro, incenso e mirra. Poi, avvertiti in sogno di non ripassare da Erode, tornarono al loro paese per un'altra via.

Dopo che furono partiti, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e restaci finché io non te lo dico; perché Erode sta per cercare il bambino per farlo morire». Egli dunque si alzò, prese di notte il bambino e sua madre, e si ritirò in Egitto. Là rimase fino alla morte di Erode, affinché si adempisse quello che fu detto dal Signore per mezzo del profeta: «Fuori d'Egitto chiamai mio figlio».

Interventi liberi

Letture al femminile

Simone Weil da i Quaderni AD 98-99

Non siamo in grado di muoverci verticalmente. Non possiamo fare neppure un passo verso il cielo. Dio attraversa l’universo e viene fino a noi. Al di là dello spazio e del tempo infinito, l’amore infinitamente più infinito di Dio viene ad afferrarci. Viene quando è la sua ora. Noi abbiamo facoltà di acconsentire ad accoglierlo o di rifiutare. Se restiamo sordi, egli torna e ritorna ancora, come un mendicante; ma un giorno, come un mendicante non torna più.

Se noi acconsentiamo, Dio depone in noi un piccolo seme e se ne va. Da quel momento, a Dio non resta altro da fare, e a noi nemmeno, se non attendere. Dobbiamo soltanto non rimpiangere il consenso che abbiamo accordato, il sì nuziale. Non è facile come sembra, perché la crescita del seme, in noi, è dolorosa.”

 

ANSA) - ANKARA, 9 NOV  

In Turchia, nei primi sette mesi di quest'anno, sono state assassinate 953 donne (pari a una media di 4,5 donne al giorno, 31 a settimana).

Rispetto al numero delle donne uccise nel 2002 che furono 66, l'incremento e' del 1.400%. Il dato e' stato fornito dal ministro della Giustizia in risposta ad una interrogazione presentata in Parlamento nell'ambito di una piu' ampia discussione sulle recenti iniziative del governo nel tentativo di porre fine alla piaga della violenza contro le donne.

 

Interventi liberi

 

Letture al maschile

La vita. di Beppe Pavan ­ 26.2.08

 

“Esiste forse la vita a prescindere dai corpi viventi? Come si può servire la vita annientando i corpi viventi? A meno che per ‘vita’ si intenda la propria ‘idea di vita’: quindi, si pretende servizio a sé, in quanto capace/i di un pensiero così sublime e assoluto. Oppure si parla della vita come di un sinonimo di Dio, che è la stessa cosa. Siamo sempre nell’empireo delle idee.

Dire ‘vita’ mette al centro dell’attenzione la persona che lo dice, come capo-scuola di una linea di pensiero che vuole far trionfare a tutti i costi, anche calpestando corpi viventi.

Dire ‘corpi viventi’ mette al centro i corpi che chiedono rispetto del loro diritto a vivere e a vivere con pienezza e dignità. Davanti ai corpi deve fare un passo indietro chi potrebbe calpestarli imponendosi. Perché la vita, come la vedo io, non è disgiungibile dai corpi viventi; nasce nel ventre della madre, sia essa un fiore, un animale o un ‘cucciolo d’uomo’; la sua sorgente è l’amore: quello che attrae e lega due corpi e che fa dire alla madre ‘lo voglio, lo nutro, lo cresco...’.

 

Interventi liberi

 

CANTO

 

UMANITA'

Umanità  hai già buttato 50 secoli della tua vita

umanità  in guerre sante, crociate. guerre al napalm,

tu hai coltivato il fiore della violenza

tu hai sempre avuto un uomo come dio, capo, condottiero, duce, re

     Umanità  tu hai inventato podio e alloro per il migliore

Umanità  hai già condannato chi sul podio mai salirà

tu hai soffocato il debole e il bambino

tu hai rinnegato anche la donna che c'è in te

     Umanità  artisti eroi hanno ingrassato la tua storia

umanità è ora che dimentichi la tua memoria.

     Svegliarci tutti un giorno sotto un sole rosa

sentirci uguali a quel bambino che ti guarda

e che non sa ancora parlare

sentirci uguali a quel cane che ti guarda

e che sa solo abbaiare

      oh UMANITA'

 

Ora, dopo avere ascoltato la Parola, tutte e tutti recitiamo insieme il Credo.

 

Noi crediamo in un divino che è amore infinito, che esprime il suo essere più profondo nella gravidanza, nel parto, nella vita e nella morte, come segni e simboli dell'evoluzione del cosmo e dell'umanità.

Crediamo che Maria e Gesù di Nazareth  testimoni di profonda umanità , abbiano manifestato la grazia salvifica divina. Essi percorsero il cammino della vita, dalla nascita alla morte insieme agli amici e amiche, passando anche attraverso sofferenze.  Maria si schierò dalla parte delle persone umili, Gesù, vivendo al di là della legge, fu crocifisso come un malfattore e per ordine di Ponzio Pilato, morì sotto gli occhi impotenti di sua madre Maria, fu sepolto in terra di Gerusalemme, ma vive in pienezza nel ricordo e nella testimonianza delle sue amiche e dei suoi amici, perché, assieme a sua madre si è aperto al divino rimanendo interamente in sintonia con il suo disegno liberatore, diventando per questo una forza di guarigione, in modo da poter condurre tutta l'umanità alla pienezza di una vita libera.

Crediamo  nell'azione ispiratrice del soffio di vita della Ruah divina, e nella comunità universale di coloro che l’ascoltano, nella quale i valori di amore, giustizia e pace continuano a vivere e ad esprimersi con il volto umano degli uomini e delle donne.

Crediamo  nel dono divino, che ci sana e fa di noi una nuova creazione, per ri-diventare, ogni giorno della nostra vita, nuovi Adamo ed Eva, come Maria e Gesù, come infinite altre relazioni  umane.

Crediamo nel futuro divino dell'umanità e del cosmo: un futuro per il quale ci impegniamo affinché significhi una vita gioiosa senza limiti e confini. Amen.

 

Uniti ed unite,  facendo anche il ricordo di chi è assente, ………… diciamo insieme la preghiera della tradizione cristiana con linguaggio inclusivo:

 

Dio, Padre  e Madre  nostra,  che non sei lontano/a da noi e verso cui aspiriamo e in cui crediamo, sia ricercato in ogni terra ed in ogni essere vivente il tuo Luogo, venga riconosciuta la tua Sapienza e venga il tuo regno di Giustizia, sia fatta la tua volontà di Pace in tutto il mondo. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, da condividere con fratelli e sorelle, e cancella i nostri debiti come noi li cancelleremo verso chi ci è debitore. Fa che non ci ergiamo a giudici di fratelli o  sorelle e  non ci dimentichiamo della tua Alleanza, ma liberaci dal male, dalle violenze, dalle guerre.

 

 

 

Preghiera eucaristica

 

 

Ecco, siamo qui riuniti e riunite,  perché crediamo ancora  nella necessità di fare comunità e di testimoniare la nostra fede , come facevano le prime comunità cristiane , che si riunivano nella condivisione di vita e nello spezzare il pane.

 

Facciamo dunque la memoria di Gesù, il quale qualche giorno prima della sua morte riunitosi a cena con i suoi discepoli e discepole, rivolgendo a Dio una preghiera di benedizione, prese il pane e lo spezzò dicendo: “Prendete e mangiatene tutti questo è il mio corpo” , poi preso un calice di vino ne diede da bere a tutte e tutti dicendo: “ Bevetene, questo è il calice del mio sangue nella nuova Alleanza, versato per voi , e per cancellare ogni male”.

 

Vogliamo ricordare anche che nella casa di Simone a Betania, una donna autorevole coprì il capo di Gesù di profumo di nardo purissimo, a testimoniare il suo amore per lui prima della sua morte.

Secondo quello che Gesù disse: “In verità vi dico che in tutto il mondo, ovunque sarà predicato il vangelo, anche quello che costei ha fatto sarà raccontato , in memoria di lei”

 

Scambiamoci  un segno d’amore e di pace prima di mangiare il pane e bere il vino.

 

 

CANTO

Dio ci ha dato

Dove troveremo tutto il pane /Per sfamare tanta gente / Dove troveremo tutto il pane /Se non abbiamo niente.

Io possiedo solo cinque pani / io possiedo solo due pesci / io possiedo un soldo soltanto / io non possiedo niente. Rit. Dove…..

Io so suonare la chitarra / io so dipingere e fare poesie / io so scrivere e penso molto / io non so fare niente. Rit. Dove…..

Io sono una tipa molto bella / io sono molto intelligente / io sono assai furba / io non sono niente.

Dio ci ha dato tutto il pane / per sfamare tanta gente / Dio ci ha dato tutto il pane / anche se non abbiamo niente.  

Conclusioni

C’è in noi la consapevolezza che una religione consolatoria,  in cui si sono rifugiati per tanto tempo uomini e donne, “sotto l’ombra del divino”  non ci basta più: sappiamo che esiste quella dimensione ma non è più credibile! Sono mutate le esigenze esistenziali nostre ed anche dei nostri figli e figlie: la nostra intelligenza e l’evoluzione critica del pensiero anche da parte delle giovani generazioni ci impongono:

nuovi orizzonti ed un divino tra noi ‘leggero’:

un divino non costrittivo, un divino non punitivo, un divino giusto ma tutto da riscoprire nelle relazioni interpersonali e con la natura che ci circonda.

 

Alla ricerca di questo divino, vediamo in particolare, la responsabilità che abbiamo verso i contesti collettivi: la nostra città, i nostri quartieri, il nostro territorio, ma anche in generale verso il pianeta terra e l’uso delle sue risorse,  dall’acqua al verde,  agli spazi;  ed anche  della responsabilità della crescita culturale del tessuto sociale.

 

In questo senso vogliamo ri-leggere alcuni passi di due donne cristiane:  Rosemary  Radford Ruether nel libro Gaia e Dio all’ultimo capitolo:“ L’essere radicati nell’amore per le nostre concrete comunità di vita e per la nostra madre comune, Gaia, può insegnarci una passione paziente, una passione che non si brucia in una stagione, ma che può essere rinnovata stagione dopo stagione. La nostra rivoluzione non è soltanto per noi, ma per i nostri figli e figlie, per le generazioni di esseri viventi che verranno. Ciò che possiamo fare è piantare un seme, prenderci cura delle piante portatrici di semi, e sperare in un raccolto che vada al di là dei limiti delle nostre capacità e delle nostre aspettative di vita”.

 

Ed Elisa Kidané,  suora comboniana in Africa:  “ Ho visto la speranza danzare”

 

Corriamo verso il tramonto

Per tuffarci nella notte oscura

E avvolti dal chiarore delle stelle

Intonare canti di speranza

Aspettando fra danze ritmiche

L’alba di un nuovo mondo possibile.

 

CANTO FINALE

 

C’è solo la strada su cui puoi contare, / la strada è l’unica salvezza.

C’è solo la voglia e il bisogno di uscire / di esporci nella strada e nella piazza;

perché il giudizio universale non passa per le case

e gli angeli non danno appuntamenti / ed anche nelle case più spaziose

non c’è spazio per verifiche e confronti.

            C’è solo…..

 

Le case deve noi ci nascondiamo / bisogna ritornare nella strada

Nella strada per conoscere chi siamo.

            C’è solo…..

In casa non si sentono le trombe / In casa ti allontani dalla vita

Dalle lotte, dal dolore, dalle bombe.

 

BENEDICIAMO TUTTO CIO’ CHE ABBIAMO CONDIVISO, IL CIBO, LA PAROLA, LA PREGHIERA, LA MEMORIA, I CANTI, LA DANZA, LA GIOIA DI STARE INSIEME, L’IMPEGNO NELLA TESTIMONIANAZA CRISTIANA.  AMEN