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UN COMMENTO

di Anna Turri

Carissime e carissimi, di ritorno  da Vienna e dall'Austria dove mi sono fermata alcuni giorni,  cerco di raccontarvi impressioni e momenti per me più significativi, innanzitutto un grazie caloroso agli amici della parrocchia di Akkonplatz, che con precisione  tedesca e molto affetto ci hanno accolto e ospitato. Un grazie particolare a Benedikta che è stata preziosa per risolvere i vari problemi logistici e pratici.

Per me è stata un 'occasione di incontri e di scambio di esperienze e di percorsi. I modi  di comprendere e di  vivere il messaggio evangelico erano molteplici e talvolta molto profondi e per me e' stato bello poterne cogliere tutta la ricchezza.

Anche con qualche donna con la quale ho potuto scambiare qualche discorso, ho constatato come dovunque, ci siano percorsi interessanti ed i più vari. Forse più a livello personale che di gruppo, ed ho avuto la sensazione che quelli fatti dalle donne delle c.d.b italiane fossero tra i più significativi. Infatti la relazione fatta da Giancarla è stata molto apprezzata. Certo, forse molte di noi che da anni  praticano i percorsi di ricerca  delle donne c.d.b o quelli "donne e diritti umani" da  Pechino a Gratz ecc. si aspetterebbero segni di maggiore apertura e sensibilità, ma evidentemente la realtà è ancora  legata alla tradizione. Dobbiamo fare ancora molta strada perchè vi sia  consapevolezza nelle donne (ma non solo) dei propri diritti.

Però per me il convegno ha avuto anche degli aspetti positivi: l'incontro  e il confronto con donne e uomini  che  in modi diversi  vivono  la vita ed il rapporto con Dio o comunque con il divino per me è stato interessante. Tra una  deliziosa  e vivace giovane di Saragoza ed un anziano  distinto signore germanico, che frequenta i percorsi femministi della moglie la differenza di approccio al tema del gruppo  "donne nella chiesa" che era quello  che avevo scelto, era notevole, ma interessante.

La giovane di Saragoza coglie ogni occasione per insegnare ai suoi alunni il rispetto per la parità di diritti nella Chiesa come nella vita, mentre per il signore tedesco, proprio il continuo confronto con la moglie gli hanno permesso di capire meglio se stesso e di imparare a rispettare la dignità della donna. Nel gruppo c'era anche il Parroco Viennese che ha parlato di come in parrocchia cerca di lasciare spazio a tutti, anche alle donne. Nel gruppo c'era Adriana Valerio, però solo al mattino,  perché  nel pomeriggio non era presente. (mi è spiaciuto non aver sentito alcun intervento suo durante il convegno). C'era anche una  dinamica signora tedesca , interessata alla Teologia della liberazione; ritiene che essa sia un importante strumento per la liberazione anche della donna. Alla fine ci siamo trovati d'accordo nell'auspicare che il rispetto della pari dignità uomo-donna nella Chiesa come nella vita, passi dai documenti (che a Ginevra ,all'ONU esistono a montagne, come ha sottolineato una signora Svizzera), alle teste ed ai cuori delle persone di buona volontà.

Anche negli altri gruppi c'è stata vivace discussione: in "quale Europa vogliamo?" si è auspicato che ci si impegni per modificare il modello di Europa che si è venuto formando, perchè, come credenti nel messaggio evangelico un' Europa fortezza. che difende solo i suoi privilegi,  non è accettabile. Dall' est, ma soprattutto dalla Spagna si è levato forte questo messaggio: l'Europa non può essere solo dei mercati, ma deve recuperare una   dimensione più umana. 

Nel gruppo dell'ecumenismo si ha consapevolezza della difficoltà a trovare riti condivisi,però è importante mantenere vivo il confronto con le altre religioni e soprattutto non partire dal presupposto che la propria è superire. E' inoltre necessario superare l'idea che ognuno ha ,di avere il monopolio della carità. Importante è ascoltare le culture altre, per mettersi in gioco, e perché le  altre culture possono darci grandi contributi, sia per l'aspetto culturale, che per una riflessione su noi stessi.

Nel gruppo   "Eucarestia senza preti"  c'è stata molta discussione. In Austria è quasi  impensabile che non  ci sia il prete, mentre in Spagna ed in Italia si celebra tranquillamente senza. Interessante la testimonianza delle cdb belghe a questo proposito. Dal Vaticano II,  si  è andati via via prendendo coscienza del proprio ruolo attivo nella Chiesa e  nella  celebrazione dell'eucarestia. Un documento recente dei domenicani olandesi (2007) ha rafforzato questa consapevolezza;  fedele al Concilio, Il documento ritorna alle fonti della fede cristiana:la Chiesa è il popolo di Dio, e la struttura gerarchica è al servizio di questo popolo. in questa chiesa il capo può essere solo il Cristo. Si propone alla comunità di scegliere il presidente e l'equipe per celebrare l'eucarestia e di consultare il vescovo per una conferma con l'imposizione delle mani. Nel caso di rifiuto non abbiano timore: esse celebrano una vera eucarestia quando sono riunite nella preghiera e nella condivisione del pane e del vino. (citano Mt.18,20) "Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro".  Non è la presenza di un prete "ordinato"  che fa si che vi sia l'eucarestia . E' la comunità che, quando si riunisce per far memoria della buona Novella di Gesù , con le parole e con le azioni, celebra l'eucarestia.