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RESOCONTO DEL COORDINAMENTO NAZIONALE DEI GRUPPI-DONNE

Bologna 23-24 maggio 2009.

 

Un minimo di organizzazione per nulla pesante, spesso ricercata e richiesta, esclusivamente  per l’esigenza di tenere le fila tra di noi, di comunicare, ed anche di poter conoscere e seguire i diversi percorsi ed azioni dei gruppi che, separatamente, lavorano in diverse regioni d’Italia; ed ancora una necessità di scambio, un re-incontrarci con affetto, per il legame che c’è tra di noi, per i comuni interessi dalla parte delle donne: ecco cosa significa, in breve, il coordinamento nazionale dei gruppi-donne che, ormai abitualmente, si tiene a Bologna almeno una o due volte all’anno.

Nel coordinamento, da diversi anni, non ci sono più solo le donne delle comunità di base di Roma, Firenze, Pinerolo, Verona, Bologna, Ravenna, Genova, ecc., infatti dal 2003, anno del Sinodo europeo di Barcellona, si sono intrecciati importanti rapporti con diversi gruppi ed associazioni femminili  come Il cerchio della Luna Piena di Padova, Le donne in cerchio di Roma, il gruppo GRAL di Milano, il gruppo THEA di Trento, le donne delle chiese evangeliche ecc.., ragion per cui il termine “gruppi-donne”, in senso generale, è sicuramente il più semplice ed anche appropriato ad esprimere una realtà collettiva e variegata.

Al Coordinamento, ogni volta si fa il bilancio, non solo finanziario, dell’incontro nazionale svoltosi nel più recente passato, e ci si confronta per l’attività del futuro dei gruppi; e così è stato anche i giorni 23 e 24 maggio scorsi nei quali abbiamo fatto riflessioni comuni sull’ultimo Incontro di Castel San Pietro Terme ( Bo) dell’8 - 9 dicembre del 2008.

Constatato un bilancio positivo sia per il luogo (il contesto ambientale aiuta molto!) che per la partecipazione all’incontro, abbiamo anche affrontato la complessa attività di predisposizione degli atti che stanno per essere messi a punto. Anche quest’anno si confida nel contributo finanziario delle istituzioni locali, contributo divenuto sempre più necessario viste le spese che si vanno a sopportare, ed in particolare la condizione dei gruppi che si autofinanziano e la necessità di mantenere accessibile a tutte le donne che vogliono la partecipazione agli incontri nazionali con una bassa quota d’iscrizione.

Ma ovviamente il dibattito che più ci coinvolge nel coordinamento, ed al quale è impossibile sottrarsi perché i ‘giri di parola’ sono di fatto obbligatori, è quello del confronto serrato nel merito delle tematiche che sono state affrontate nel convegno. Questa volta, partendo dalla relazione dell’esperta (Antonia Tronti apprezzata da tutte), dal lavoro dei laboratori, considerati ricchissimi momenti di confronto e di elaborazione, dalla verifica finale e del lavoro in assemblea generale o nel momento di condivisione (questa volta oggetto di maggiori e più puntuali critiche) e, per confronto con il gruppo di riferimento di ciascuna, si è svolta una verifica delle nostre ricerche teologiche, e delle nostre esperienze politiche e culturali ponendoci molti interrogativi.

Molte di noi hanno preso la parola per andare in profondità a riflettere e domandarsi “a che punto siamo”, quali sono i percorsi che ogni gruppo sta sviluppando, quali gli intrecci, quali scopi, quali sinergie tra le diversità. Abbiamo constatato che siamo in una fase critica: per quasi tutti i gruppi c’è l’esigenza di fare riflessioni su: ruolo del gruppo, importanza della ricerca sul divino intrapresa, ripensamento sul da farsi, significato dei momenti liturgici, significato delle parole che si usano: profezia, conflitto, afasia, condivisione, resistenza, responsabilità, desiderio, ecc… sulla dimensione politica del nostro lavoro.

Dice Franca Filippone: “Due sono stati i temi che hanno appassionato l’incontro: la richiesta di risposte e proposte sul futuro (del gruppo e della società in generale) posta con lungimiranza da Giancarla; la domanda di quale “eredità” intellettuale, sociale e politica il  gruppo lascia alle nuove generazioni.

Da queste due provocazioni è scaturito un dibattito interessante e scomodo. Scomodo perché Rosa ha costretto tutte a un ripensamento, a una riflessione sui  percorsi fatti, sulle responsabilità individuali e collettive, maschili e femminili, familiari o allargate al contesto sociale”.

La riflessione che ciascun gruppo svolgerà (riflessione verso l’interno) potrà essere preparatoria per lo svolgimento del lavoro di gruppo in vista del prossimo Incontro Nazionale che si terrà fine ottobre / primo novembre nel 2010 (riflessione verso l’esterno). Quest’anno infatti, pur non prevedendo di organizzare un convegno nazionale, ci sarà una tappa intermedia ad ottobre o novembre prossimi (la data e il luogo non sono ancora decisi), con un coordinamento allargato che si focalizzerà proprio sui numerosi quesiti posti.

Dice Giovanna Romualdi: “In ogni caso per l'incontro ‘seminariale’ di novembre di quest'anno  (coordinamento allargato?), ci siamo dette che dobbiamo ripensare a ciò che abbiamo fatto chi in venti, chi in dieci, chi in sei anni (v. atti) e con i gruppi presenti a Trento chiederci: oggi, cos'è per noi "quel divino fra noi leggero"? Ci auguriamo che circolino riflessioni singole e di gruppo anche prima. Da questo confronto verrà poi il tema dell'incontro nazionale dell'autunno 2010.”

Allora si è deciso che sul percorso che i gruppi hanno sviluppato singolarmente ciascun gruppo raccoglierà le proprie riflessioni e le produrrà al prossimo coordinamento allargato autunnale, mentre sul percorso svolto collettivamente i due gruppi di Pinerolo e Verona prepareranno un documento di riflessione comune che illustrerà, anche con funzione conoscitiva e divulgativa, i valori e i significati delle nostra storia dei gruppi, delle tappe ed esperienze collettive.

A mio giudizio la riflessione e il confronto rivolto verso l’interno dei gruppi, che in questa prima fase riteniamo di fare, devono proprio essere utili in una logica di sviluppo verso l’esterno del nostro bagaglio di conoscenze. In poche parole la presa di parola pubblica, la coscienza politica che abbiamo “assaporato” a Pinerolo, utilissima perché si formi sempre di più uno spazio di libertà per le donne, ed in particolare per tutte quelle donne che ancora fanno riferimento alla chiesa cattolica, alla religione in senso tradizionale, debbono poter espandersi, consolidarsi e diventare significativamente presenti nelle nostre realtà territoriali. E’ stato detto: “cosa significa oggi un luogo di libertà”, si può arrivare oggi a dare significato nuovo alla condivisione di “pane e parola”.

Ecco perché ancora una volta nel dibattito che si è sviluppato al coordinamento, ho sollevato il tema del confronto con il maschile, attenzione, non con un maschile qualsiasi, ma con quegli uomini che hanno messo in discussione il proprio ruolo di genere, che riconoscono la propria parzialità e si schierano apertamente dalla parte delle donne ed in particolar modo contro la violenza sulle donne, e quindi eventualmente anche con uomini del movimento delle comunità ‘che ci stanno’ a mettersi in gioco. E’ noto che diversi sono i “gruppi-uomini” che in Italia si cimentano sul terreno delle differenza sessuale e prendono parola ‘altra’ denunciando il maschilismo.

Ebbene, ritengo che occorra stringere con loro, uomini in cammino, alleanze strategiche che siano di aiuto per tutte e tutti; la cosa produce ancora discussione al nostro interno, c’è che ci crede e c’è chi non ha fiducia. Ma anche per le amiche più giovani, Monica e Rosa, che hanno partecipato al coordinamento, il confronto con il maschile è un obbiettivo posto nel loro gruppo, un tema che richiede approfondimento e tempi di maturazione, per il momento non ancora definiti, ma sicuramente ritenuti necessari.

Catti Cifatte

Genova, 31 maggio 2009