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RICORDO DI MARTINO NEL DECIMO ANNIVERSARIO DELLA MORTE

Collegamento seminariale delle CdB italiane, Tirrenia 3-4 ottobre 2009
PREGHIERA - MEMORIA

“Sono venuto perché abbiano una vita vera e completa” (Gv 10,10)

Dio della vita,

Ci piace invocarti così, ricordando Martino che non è più con noi ma che crediamo e speriamo sia sempre nella grande vita che ci sostiene e ci avvolge, accolto come figlio, assieme a Gesù di Nazaret e a tutti coloro che hanno vissuto in modo pienamente umano.

 

 “La mia casa sarà casa di preghiera, voi invece ne avete fatto un covo di briganti” (Lc 19,46)

Dio della vita,

Anche Martino è stato profeticamente, come Gesù, un demolitore di idoli. In continuazione, con perseveranza, quasi ostinatamente, si è opposto ai luoghi comuni, alle false immagini che di te gli uomini, in particolare quelli religiosi, hanno costruito nel tempo. Ha “scrostato”, “ripulito” con passione tutto ciò che rende opaca la mente impedendo il passaggio della luce.

 

 “Non tutti quelli che dicono Signore, Signore, entreranno nel regno di Dio ma soltanto quelli che fanno la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Mt 7,21)

Dio della vita,

Martino ha sempre privilegiato, anche e soprattutto negli ultimi periodi, l’ortoprassi rispetto all’ortodossia. Buono è tutto ciò che ci fa vivere più umanamente, in modo solidale. Ciò che conta è la fraternità e non l’ideologia. Così si spiega la sua scelta di essere seguace di Francesco e il suo legame con lui, così come la nascita della piccola fraternità francescana nella nostra città, segno di un modo di essere che si traduce nell’ordinaria quotidianità.

 

 “Dove sono le vostre ricchezze là c’è anche il vostro cuore” (Lc 12,34). “Non potete servire Dio e i soldi” (Mt 6,24) “Se non diventerete come bambini non entrerete nel regno di Dio” (Mt 18,3)

Dio della vita,

Martino ha vissuto sobriamente, da povero. Non aveva attaccamenti, non si sentiva possessore di alcunché. La sua casa, povera; il suo lavoro in fabbrica povero come quello di tanti; la sua pensione, povera. La sua vera ricchezza erano una vita semplice, essenziale, senza pretese ed il suo animo di ricercatore non disgiunto dall’utopia, dal sogno e da uno stupore in qualche modo ingenuo.

 

“Beati quelli che hanno compassione degli altri: Dio avrà compassione di loro” (Mt 5,7)

Dio della vita,

L’amore di Martino era discreto, silenzioso, ma presente. L’amore per la piccola Francesca totale e gioioso. L’amore per gli amici sentito nel profondo. L’amore per chi cercava un contatto o un confronto con lui si faceva ascolto attento e partecipe. Come la sua mente era aperta, così il suo cuore.

 

“Ecco un mangione e un beone, amico degli agenti delle tasse e di altre persone di cattiva reputazione” (Lc 7,34). “Mentre erano a tavola, so avvicinò una donna con un vasetto di alabastro, pieno di profumo molto prezioso e versò il profumo sulla testa di Gesù” (Mt 26,7)

Dio della vita,

Martino non era un asceta, un rinunciatario. Amava la vita, e sapeva godere delle piccole o grandi cose di ogni giorno, di un cibo buono, di un incontro, di un dono, di un’amicizia, di una partita di calcio. Non costruiva ad arte il suo personaggio, era se stesso senza infingimenti o ipocrisie.

 

“Spezzò il pane e lo diede ai suoi discepoli” (Lc 22,19)

Dio della vita,

Martino ha spezzato la sua vita, l’ha condivisa. E’ stato un uomo per gli altri: nell’impegno con le comunità di base a cui ha donato tempo, studio, passione, negli incontri settimanali con gli amici con cui ha spezzato il pane delle sue conoscenze e dei suoi continui approfondimenti, nella disponibilità a percorrere nuovi cammini, nel riconoscere il volto dei più deboli e nel farsi loro vicino con gesti semplici e quotidiani.

 

Dio della vita,

La memoria di Martino ci porti a una nuova e rinnovata consapevolezza di essere tuoi figli vivendo con semplicità e gioia il nostro cammino.