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QUALE FUTURO PER LE NOSTRE COMUNITÀ?

Collegamento seminariale 3 e 4 ottobre 2009 - Tirrenia (Pisa )

                                                            

Scrittura collettiva - Documento del gruppo A

Interrogandoci sul futuro abbiamo capito che l’importante è comprendere cosa significa essere comunità “oggi” e impegnarci nel nostro presente senza paure: è questo il modo di costruire il futuro.

È importante portare la nostra specificità di cristiani di base nelle nostre attività e relazioni con l’esterno. La relazione va ricercata tra coloro che vivono il disagio dentro la chiesa cattolica e nella società, ritrovando entusiasmo, nella leggerezza del quotidiano.

La comunità è un luogo dove si sperimenta la libertà, dove si possono socializzare i valori più essenziali della vita, evitando di farci condizionare ed ingabbiare da obiettivi troppo rigidi.

Fare comunità ha senso solo se si intende partecipare all’annuncio della buona novella, solo una comunità può fare questo.

Bisogna riuscire a far fronte al pessimismo, nel momento che viviamo, della nostra possibilità di incidere, coltivando la speranza che nelle nostre comunità suscitano ancora le parabole del chicco di senape, del sale e del lievito nella pasta; credendo cioè nel valore intrinseco della creatività della profezia.

Sono inoltre emerse due linee di azione:

1)      Seguitare ad essere spina nel fianco dell’istituzione ecclesiastica, considerata come uno dei poteri che condizionano la vita.

2)      Preoccuparci di diffondere e rendere fruibile la nostra ricerca alla comunità ecclesiale e alla società.

È emersa anche la necessità di superare la centralità del leader (in genere il presbitero) nelle CdB attraverso l’assunzione di responsabilità da parte di tutte e tutti.

Impegno dell’oggi è anche elaborare l’intreccio con le nuove generazioni.

La cifra delle CdB è legata alla capacità di fare continua esperienza delle lotte e delle sofferenze vecchie e nuove degli ultimi e delle ultime della terra; dare più spazio alle donne e contrastare fondamentalismi e patriarcalismi.

Le comunità, come all’inizio della loro esperienza, dovrebbero ritrovare il fuoco della rabbia e dell’indignazione di fronte alle ingiustizie, cogliere e mettersi in relazione con tutti quei focolai di fermento che, anche se in misura ridotta rispetto al passato, sono presenti nella nostra società.

 

Tirrenia, 4 ottobre 2009