XIV Incontro nazionale Gruppi donne delle CdB

 “Quel divino tra noi leggero” 

 

Cronache dal XIV Incontro nazionale

“gruppi donne” delle comunità cristiane di base (CdB)

 

1) da “CdB informa” di Chieri 

Nei giorni 9/10 ottobre 2004 si è svolto a Trento il XIV° Incontro naz.le “gruppi donne” delle comunità cristiane di base (CdB). Ho messo fra virgolette “gruppi donne” perché si tratta di molte che appartengono all’esperienza storica delle CdB e in esse fanno ancora un cammino in comune con uomini, ma nelle stesse CdB vi sono anche altre donne che a questi incontri non partecipano perché non ne sentono la necessità.

         Gli incontri naz.li di donne CdB sono nati in seguito ad un seminario naz.le svoltosi nel 1988 intitolato “Le scomode figlie di Eva”. In quella sede fu affrontato il vissuto donna-uomo non solo all’interno delle CdB, ma anche il relazione alla lettura della Bibbia, al fare teologia, ad una certa ideologia del servizio nella pratica quotidiana e nelle acquisizioni teoriche. L’anno successivo (1989) sotto la spinta del desiderio di conoscenza reciproca, fu organizzato a Moncalieri (TO) il I° Coordinamento naz.le donne CdB. Infatti a Brescia molte di noi si erano poste degli interrogativi relativi al proprio vissuto di donne dentro e fuori le CdB: chi eravamo? che cosa ci veniva chiesto di fare e perché? a quali desideri  rispondevano gli impegni di cui portavamo il peso nelle rispettive comunità di appartenenza?

Da allora sono seguiti altri dodici incontri naz.li di gruppi donne delle CdB aperti anche alla partecipazione di altre donne che lo desideravano.

         Questo lungo cammino ci ha portate fino all’attuale incontro svoltosi a Trento intitolato: “QUEL DIVINO TRA NOI LEGGERO”. Incontro del tutto particolare perché siamo riuscite a coinvolgere diverse associazioni e gruppi di donne che alcune di noi avevano conosciuto a Barcellona in occasione del II° Sinodo europeo delle donne intitolato “Convivere nella diversità”.

 L’incontro a Trento è iniziato con la conoscenza delle donne da noi invitate appartenenti a realtà diverse dalle CdB. Poi si è snodato in cinque laboratori nei quali, con libera partecipazione e diverse modalità, abbiamo affrontato un tema comune così intitolato: “Sacro e divino di fronte alle tradizioni: percorsi di libertà delle donne”.

Le modalità scelte per i lavori dei laboratori sono state quelle della danza, del cinema, del corpo e della parola. Attraversando sensibilità ed emozioni diverse abbiamo potuto affrontare la complessità del vissuto delle donne, la storia passata e presente, provando ad illuminare una realtà femminile oscurata da una storia al maschile che si è imposta a noi come cultura neutra universale.

In un quadro in cui “il patriarcato ha separato l’umano dal divino….e privato le donne delle loro dee o divinità” abbiamo sperimentato la forza che scaturisce dalle relazioni tra donne per un “divino tra noi leggero” che spiazza l’angoscia derivante da una sacralità imposta dai sistemi religiosi al potere. Grazie ad una libera celebrazione svolta durante l’assemblea generale della domenica da un gruppo di donne, abbiamo vissuto nello spirito e nella parola del Magnificat un simbolico che ci appartiene: abbiamo bevuto latte e mangiato biscotti fatti con le nostre mani, re-suscitando con la musica e i gesti un sacro scaturente dalla potenza femminile di dare la vita, di nutrirla e conservarla nell’amore.

 Più difficile ora è mantenere la forza delle relazioni fra donne quando torniamo a vivere la nostra quotidianità in un mondo dove prevalgono i valori della competizione e del successo e dove una storia basata sulla logica del potere sembra non avere più sbocco per la vita umana.

Un cammino, il nostro, che ci pone sempre di fronte alla seguente drammatica domanda: “dove trovare e come cercare la sorgente del nostro essere divine, integrali, amate e amanti, inserite nell’armonia della vivente Gaia?”.

Mira Furlani

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2)  Due riflessioni… al ritorno da Trento

Dal Foglio della Cdb di Pinerolo

Mai come quest’anno c’è stato un livello così alto, così intenso, così ricco.

Questo nostro XIV Incontro Nazionale ha avuto quest’anno “una edizione speciale” nel suo genere. Tutto ha origine dal desiderio delle partecipanti italiane al II Sinodo Europeo delle donne “Convivere nella diversità”, tenutosi a Barcellona lo scorso anno, e sulla spinta delle risoluzioni finali del sinodo stesso. Il desiderio, appunto, di poter consolidare il legame instaurato fra i diversi gruppi di donne, credenti e non credenti, e continuare il confronto in Italia.

Eravamo 130 donne circa, provenienti da diversi percorsi e da esperienze varie, sia individuali che di gruppo, ma ognuna era lì a partire da sé, senza escludere mai il filo della relazione, del vissuto, della storia, che la tiene legata alle altre donne, nutrita dai percorsi, dalle esperienze delle altre, eppure libera ed indipendente.

C’erano donne provenienti da diverse regioni: Lazio, Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Liguria, Veneto, Lombardia, Marche, in rappresentanza di: Gruppo Promozione Donna di Milano, Coordinamento Teologhe Italiane, Gruppi donne delle Comunità Cristiane di Base, Il Cerchio della Luna Piena di Padova, le Donne in Cerchio di Roma, il GRAAL di Milano, il Gruppo  Teologia al Femminile di Trento, il gruppo Identità e differenza di Spinea (Venezia), una suora missionaria comboniana per Femmis di Verona, il gruppo RAB di Rovereto, donne di chiese evangeliche valdesi e metodiste, donne singole, in ricerca teologica e spirituale, con le quali fare questo nuovo cammino di condivisione.

 

“Quel divino tra noi leggero” il titolo dell’incontro. I 5 laboratori, tutti molto interessanti e stimolanti, che hanno messo molte di noi nella difficoltà della scelta, hanno approfondito il tema “Sacro e divino di fronte alle tradizioni: percorsi di libertà delle donne” con diverse modalità:

·        Laboratorio di danze meditative per “.imparare a sentire come nella danza in cerchio non si rappresenta soltanto un’intuizione, ma si ri-agisce, si ri-attiva e si ri-connette il divino dentro e fuori di noi”,

·        Laboratorio su cinema e divino: “.linguaggio e dimensione della visione collettiva riescono a comunicare l’esperienza del divino?, e quali percorsi di libertà possono venire intuiti o tracciati, grazie ad una narrazione attraverso le immagini?“ ,

·        Laboratorio sul corpo: “ un viaggio nella vita. ascoltando, riscoprendo, accarezzando, onorando, dipingendo i piedi per costruire, assieme ai nostri piedi, un cammino di condivisione, di pace, di sorellanza” -

·        Laboratorio della parola (1) :“il rapporto con la straniera ci interpella… la straniera che è in noi… riscoprire il divino attraverso le diversità… linguaggi, segni, espressioni”

·        Laboratorio della parola (2) :“la differenza sessuale, la libertà femminile, segno dei tempi... quale simbolico ha tradotto in libertà femminile tante lotte delle donne?”.

La preparazione, la competenza, l’autorevolezza di molte donne era così diffusa che lasciava percepire costantemente la presenza di “Quel divino tra noi leggero”. Abbiamo sperimentato la forza che scaturisce dalle relazioni tra donne per un “divino tra noi leggero”, abbiamo sentito che il divino leggero che andiamo ricercando è spazio, tempo, luogo di liberazione, ma anche: legame fra sorelle, dimensione delle differenze, superamento delle estraneità, partecipazione alla liberazione di tutte e tutti, considerazione ed amore per i nostri corpi, uso di tutti i nostri sensi, cura e valorizzazione dei nostri piedi, attaccamento alla natura che ci circonda.

Che dire poi della bellissima celebrazione svolta durante l’assemblea generale della domenica, dal gruppo delle Donne in Cerchio di Roma? Abbiamo celebrato LA VITA attraverso la valorizzazione e la consapevolezza dei 5 SENSI : i profumi dei fiori, frutti, incensi spezie… i colori, gli oggetti, la parola, le musiche... tutto ha contribuito a farci gustare “quel divino tra noi leggero”.

Nello spirito e nella parola del Magnificat abbiamo vissuto un simbolico che ci appartiene, re-suscitando con la musica e i gesti un sacro scaturente dalla potenza femminile di dare la vita, di nutrirla e conservarla nell’amore, abbiamo bevuto latte e mangiato biscotti fatti con le nostre mani.

Ora ci portiamo dentro le parole che vogliono dire qualcosa per tutte noi: “…vento che soffia, brezza che ci rinfresca, riferimento che ci piace e non ci angustia, realtà che ci intriga ma non ci condiziona rigidamente, desiderio che ci dono libertà di pensiero e di viaggio…”

Le diverse radici di ognuna sono state unificanti per ciò che sentiamo, che siamo.

Quel Divino che è Amore e che comunichiamo.

Maria Del Vento

 

L’aver partecipato per la prima volta ad un convegno donne nazionale è stato per me la partenza per un viaggio. Non mi riferisco al viaggio fatto in treno, ma a quello che ho percepito dentro di me, cioè un cammino, anche se non proprio nuovo, però con una lunga strada da percorrere.

All’inizio, ritrovandomi con tante donne, vedendo che si salutavano, si abbracciavano con la gioia di ritrovarsi, mi sono sentita quasi come fuori posto, mi dicevo…..ma io non conosco quasi nessuna, cosa ci faccio qui?

Poi, poco per volta, ho capito che se io non conoscevo…significava che anche le altre non conoscevano me… e questo mi ha dato un primo segnale, il desiderio di farmi avanti, di essere io a fare la prima, salutare chi incontravo e presentarmi.

L’essere riuscita a vincere la mia timidezza con un piccolo passo… è stato molto importante per me.

Voglio ricordare i momenti che sono stati più significativi per me, anche se sono consapevole che è stato tutto  l’insieme a coinvolgermi. La presentazione dei vari gruppi partecipanti mi ha fatto risentire discorsi che avevo già in parte letto su libri, riviste o documenti che ricevo in posta, però ho notato quanto sia molto più utile e coinvolgente sentirli a voce.

Rivivo con grande emozione quando ci siamo ritrovate tutte in una grande stanza (grande…ma quanto ci ha fatte sentire vicine perché eravamo in tante….!).

Partendo dal riconoscimento di noi stesse e del nostro corpo, consapevoli che è il corpo giusto per noi, in seguito è stato davvero avvolgente salutarci con i palmi delle mani, guardandoci negli occhi. Il mio sguardo era annebbiato dalle lacrime di commozione o forse anche da lacrime represse in altri momenti ed ho incrociato altri sguardi simili al mio.

In seguito ho partecipato al laboratorio di danze meditative. Anche lì mi sono sentita molto coinvolta, in parte dalla musica, ma soprattutto dal fatto che ci tenevamo per mano.

Una danza, in particolare, mi ha dato molto da pensare: eravamo in cerchio e, alternandoci, si avanzava ed indietreggiava, formando con le braccia l’apertura del fior di loto. Ho dato un’interpretazione mia a questo alternarsi, diversa dal significato attribuito a questa danza, che peraltro ora mi sfugge. L’ho visto come una rappresentazione di come spesso sono i miei passi nella vita. A volte avanzo decisa, con entusiasmo e coraggio, poi mi capita di indietreggiare per sconforto, paura, debolezza.

Ho percepito però la consapevolezza che, con l’unione di altre donne, si ritorna sempre in avanti.

Ho voluto esprimere questo mio pensiero anche il giorno dopo, quando eravamo tutte riunite. Ho parlato per la prima volta in un microfono davanti a tante donne che sapevo che mi ascoltavano. Mi sentivo emozionata, con la paura di sbagliare e tante altre sensazioni, ma poi l’esserci riuscita mi ha dato una grande gioia.

Ricordo ancora con commozione quando dopo, al momento dei saluti, alcune donne mi hanno abbracciata e rassicurata.

Nel momento in cui, con lo zaino in spalla, siamo partite per prendere il treno, ho avvertito una malinconia… mi dispiaceva che tutto fosse trascorso così in fretta. Sono però certa che ci saranno altri momenti di incontro, per questo dico che questi giorni sono solo stati l’inizio di un viaggio.

Luisa Grangetto

 

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3) “Quel divino tra noi leggero”: XIV Incontro Gruppi donne

Da Adista n. 76.2004

 

Dopo il Sinodo Europeo delle donne tenutosi a Barcellona l'anno scorso (www.synodalia.net) e sulla spinta delle risoluzioni finali del sinodo stesso, il desiderio delle partecipanti italiane fu quello di poter consolidare il legame instaurato e continuare il confronto in Italia fra i diversi gruppi di donne, credenti e non credenti. L'occasione per un nuovo confronto è stata colta nella partecipazione al XIV Incontro nazionale delle donne delle Comunità di Base che si è svolto a Trento il 9 e 10 ottobre come primo momento allargato ai diversi gruppi, organizzato dalle amiche della Comunità "La Porta" di Verona. Centoventi circa le partecipanti, provenienti dalle Regioni Lazio, Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Liguria, Veneto, Lombardia, Marche in rappresentanza di: Gruppo Promozione Donna di Milano, Coordinamento Teologhe Italiane, Gruppi donne delle Comunità Cristiane di Base, Il Cerchio della Luna Piena di Padova, le Donne in Cerchio di Roma , il Graal di Milano, il Gruppo di Teologia al Femminile di Trento, il gruppo Esercitare la differenza di Torino, la Redazione di Femmis di Verona, il Ggruppo Agar di Rovereto, donne di Chiese evangeliche, valdesi e metodiste, donne singole, in ricerca teologica e spirituale.

"Quel divino tra noi leggero" - il tema dell'Incontro - sono parole che vogliono dire, è stato rilevato, "vento che soffia, brezza che ci rinfresca, riferimento che ci piace e non ci angustia, realtà che ci intriga ma non ci condiziona rigidamente, desiderio che ci dona libertà di pensiero e di viaggio…", ma anche: legame fra sorelle, dimensione delle differenze, superamento delle estraneità, partecipazione alla liberazione di tutte e tutti, considerazione ed amore per i propri corpi, uso di tutti i sensi, attaccamento alla natura che ci circonda. Il divino leggero che si va cercando è spazio, tempo, luogo di liberazione, a partire dunque dalla considerazione della dura realtà: la violenza sulle donne in primo luogo, che nei Paesi in guerra si fa sempre maggiore, la discriminazione per motivo di genere in tutte le Chiese, i condizionamenti delle nostre società impregnate di maschilismo e patriarcalismo.

La riflessione teologica si è aperta a nuove considerazioni sul divino: per esempio il divino come mancanza. Ci sono dei vuoti nel nostro corpo, è stato detto, c'è un vuoto nella nostra ricerca del divino, c'è una limitatezza nel nostro essere, c'è una dimensione da scoprire e da costruire: questo è il momento in cui possiamo apprezzare il divino. Un divino che non è dato per certo, per definito, per scontato, che non è soggezione, ma nuovamente scoperto, riappropriato a riempire la finitezza, i vuoti: quale metafora rende maggiormente questa dimensione, è stato constatato, se non quella dell'utero femminile? Ma l'attenzione delle partecipanti è andata anche alla metafora "dell'andare al pozzo" come dinamismo, azione dello scoprimento dei veli, volontà di abbeverarsi: come la samaritana, donna straniera, che non aveva un nome proprio, che andò al pozzo alla ricerca dell'acqua per dissetarsi. Quanta acqua? Quale acqua? Ella incontrò chi le diede risposte di pienezza e di soddisfazione di una sete più grande. Andare al pozzo per abbeverare la sete di pace, di giustizia, di gioia, di amore. La relazione introduttiva è stata scritta a quattro mani, da Doranna Lupi e da Carla Galetto.