Introduzione all’incontro nazionale delle cdb

Castel San Pietro Terme (BO)

 

Questo XXXI Incontro nazionale delle cdb si svolge a 40 anni da quella stagione del ’68 che ha visto:

  • nella società italiana il protagonismo del movimento operaio e studentesco e del movimento delle donne mobilitati per il superamento di un modello autoritario e discriminatorio nelle relazioni e nella società;
  • nella chiesa cattolica l’impegno di parrocchie e gruppi finalizzato alla riforma della Chiesa-Istituzione, possibile soltanto attraverso una scelta di povertà; si lottava non solo per una Chiesa per i poveri ma una Chiesa povera, a cominciare dalle scelte personali. Non possiamo non ricordare l’esperienza della nascente comunità dell’Isolotto ben tratteggiata nel numero 109-110 del Novembre-Dicembre di Testimonianze dal titolo ”Isolotto, chiesa dei Poveri”.

Noi sappiamo che da questo travaglio e conflitto sono nate anchele CdB, che oggi sono immerse nel contesto vitale di un sistema socioeconomico dominato dal capitalismo neoliberista della globalizzazione. Sistema iniquo che, intento a difendere e proteggere gli interessi dei potenti, si appropria dei beni comuni, escludendo così dalla mensa mondiale miliardi di persone; sistema pericoloso per l’intero pianeta perché con la rapina e lo sfruttamento selvaggio delle risorse umane e naturali minaccia la vita sulla Terra a partire da popolazioni e territori impoveriti.

Noi pensiamo che, nella consapevolezza che è saggio prendere seriamente in considerazione la limitatezza delle risorse e nel rispetto di modalità di partecipazione e decisione democratica, sia ragionevole oggi un rallentamento dei cicli e dei processi produttivi, una sostituzione progressiva di prodotti individuali e di consumo superfluo e un incremento di attività relazionali a basso impatto ambientale. Abbiamo infatti da tempo compreso che gli alti livelli di consumo non solo generano meccanismi di esclusione sociale ma sono il motore principale del degrado ambientale: biblicamente parlando, il peccato sociale ha conseguenze catastrofiche sul piano ecologico.

In questo XXXI Incontro nazionale non ci fermeremo soltanto all’analisi degli attori e delle strutture di questo sistema ingiusto, al ruolo che le religioni, le loro istituzioni ,in particolare la chiesa cattolica, con i loro riti religiosi propagandano il carattere sacro delle funzioni politiche ed economiche di questo perverso sistema imperiale, ma lavoreremo soprattutto nei laboratoriperscoprire o per riconoscere quelle vie e per seguire quelle pratiche capaci di inserirsi nelle contraddizioni e negli interstizi dell’attuale sistema di dominio, in modo da aprire varchi e sentieri orientati alla costruzione diun’economia partecipativa, di condivisione solidale, promotrice dell’integrità ecologica.

Sentiamo la responsabilità di elaborare, assieme ad altre esperienze personali e comunitarie, nuovi stili di vita e una nuova impostazione etica che siano coerenti con la lotta contro le disuguaglianze sociali e contro la distruzione dell’ambiente.

Perciò vogliamo capire e appropriarci di quelle pratiche alternative esistenti, che sono impegnate a percorrere strade alternative nel campo della produzione, dello scambio e del consumo, al fine di uscire dalla logica di un consumismo individualistico, competitivo e antisolidale, proposto e imposto dall’attuale sistema economico-sociale.

La costruzione di una società sobria, equa e solidale è possibile: sta nascendo un nuovo paradigma che partendo dalla critica alla logica della crescita illimitata pone al centro delle esistenze personali e collettive un’economia del sufficiente per tutte e tutti.

Ne sono testimonianza e segni tante pratiche di sobrietà e di solidarietà, espressione non di un volontariato subalterno al dominio capitalistico esistente ma di una sperimentazione multiforme, che apre orizzonti diuna universale convivialità.

Possiamo riprendere la riflessione che nel numero 5 di Concilium del 1995 faceva Julio De Santa Ana quando scriveva:

Così come vi sono fattori sistemici che pretendono di imporre ( coscientemente o non ) lo “spirito del sistema” ( la concorrenza sleale, l’individualismo e l’opposizione all’esercizio della solidarietà e dell’altruismo ) vi sono pure movimenti antisistemici che cercano di dare una direzione diversa ai processi socioeconomici. All’esclusione rispondono con pretese di partecipazione e di inclusione”.

E proprio perché abbiamo intravisto la possibilità di un sistema diverso, socialmente più giusto, più equo economicamente e vitale ecologicamente…noi siamo qui.

 

Collegamento Nazionale delle CdB italiane

 


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