Filippo Gentiloni

Una scorciatoia strumentale

Da il manifesto 6 dicembre 2005

 

Non perde tempo papa Benedetto. Si è già aperto a Roma il «processo» per la beatificazione di Giovanni Paolo II. A tempo di record, nonostante le prudenze e le lentezze tipiche delle cause vaticane che normalmente non possono avere inizio prima di cinque anni dalla morte del candidato. «Santo subito» aveva gridato la folla in piazza San Pietro e il nuovo papa ha evidentemente preferito seguire l'onda lunga del successo mediatico del suo predecessore. Probabilmente è convinto che per questa via la chiesa cattolica possa affermarsi nel mondo, nonostante crisi e difficoltà. Che le beatificazioni e canonizzazioni possano giovare a sconfiggere il relativismo, il grande nemico? Una linea certamente non nuova: è noto quanti siano stati i santi e i beati elevati da Giovanni Paolo II. Un numero molto maggiore di quelli dei suoi predecessori. Fra questi, quasi tutti i recenti pontefici, anche quelli la cui fama era oscurata da qualche ombra, come Pio IX (beatificato nel 2000); la causa di Pio XII sembra ferma, anche per le perplessità del mondo ebraico.

Per Wojtyla, dunque, tempi molto abbreviati (per Madre Teresa di Calcutta ci vollero cinque anni). Comunque , dopo l'inizio, il processo richiede un percorso complicato, inevitabilmente lungo e sempre incerto. L'esame di molte testimonianze e degli scritti del candidato, anche di quelli più personali e segreti. Ma il nodo più difficile da sciogliere rimane sempre quello del miracolo: ne deve essere accertato almeno uno. Per Wojtyla pare che ne arrivino a decine, forse centinaia: bisognerà vagliare, scegliere e soprattutto essere certi che non si tratti di quelle mille e mille contraffazioni, di quei tanti e tanti giochi che sono frutto più di alienazioni e illusioni che di un intervento divino. Sembra che fra le testimonianze già arrivate per l'esame della «postulazione» ci sia quella di una coppia polacca che ha ottenuto mediante l'intervento di Wojtyla la gravidanza tanto desiderata e sempre negata. Anche qui l'onda lunga, quella del referendum sulla procreazione assistita?

Se è evidente che papa Ratzinger vuole muoversi sulla scia del predecessore, è meno evidente la scelta delle beatificazioni. Più che una risposta alla crescente secolarizzazione, la moltiplicazione di santi e beati appare piuttosto come una concessione alla pietà popolare tipicamente cattolica. Una concessione certamente difficile da digerire da parte del movimento ecumenico: il nuovo papa con questa carta in mano non si presenta bene soprattutto al mondo protestante , da sempre contrario a queste esaltazioni.

Né si presenta bene con un'altra novità che è stata resa nota appena ieri, anche se era in preparazione da tempo. È stato pubblicato il «compendio» del catechismo della chiesa cattolica. Un volumetto a scopo didattico, articolato a domande e risposte. Bisognerebbe esaminarle attentamente, ma è subito chiaro che queste precisazioni didattiche non giovano al rapporto fra i cattolici e gli altri cristiani. Ma probabilmente anche il catechismo, come le beatificazioni, nei palazzi vaticani rappresenta un'arma contro il relativismo, grande nemico.