Filippo Gentiloni

Addio all'ecumenismo

il manifesto 11 luglio 2007

 

Giorno dopo giorno il Vaticano insiste nell'operazione di revisione del Concilio vaticano secondo. Revisione, raddrizzamento o, come dice il palazzo, corretta interpreatazione.

Ieri la questione del permesso della messa in latino. Oggi è la volta di un intervento molto solenne e ufficiale sul valore delle varie chiese che si rifanno al messaggio cristiano. Pretendono di rifarsi, dice il Vaticano, che sostiene che in realtà non è così. L'unica vera chiesa di Cristo è quella cattolica, apostolica, romana. L'unica vera. Qualche riserva il documento della Congregazione per la dottrina della fede la fa soltanto per gli ortodossi. In questo momento le varie chiese ortodosse sono quelle che Roma considera, se non vere, più vicine alla verità. Le altre chiese tutte lontane. Addio, dunque, a quell'ecumenismo che era apparso come una delle più belle speranze suscitate dal Concilio Vaticano II. Addio ecumenismo, dunque, e addio Concilio. O speriamo arrivederci. Eppure il teologo Ratzinger nel Concilio aveva avuto parte attiva. Come mai questo travolgimento e questa marcia indietro? La risposta deve andare al di là delle mura vaticane. In tutto il mondo le religioni stanno riacquistando la loro identità. Anche al limite del fondamentalismo. Al rischio della scomparsa rispondono con il rafforzamento dell'identità. Tutte un po' musulmane: l'islam, infatti, è oggi la religione meno in crisi. Anche il cattolicesimo di Benedetto XVI, nonostante le aperture che avevano caratterizzato il Concilio vaticano II è in pieno sviluppo identitario. Papa Giovanni aveva aperto il Concilio condannando i pessimisti «profeti di sciagure». Ora Benedetto XVI lo chiude condannando il dialogare del relativismo e rivendicando la verità presente interamente soltanto all'interno del cattolicesimo.