Filippo Gentiloni

Il primato di Pietro

il manifesto 23 gennaio 2007

 

Si ha l'impressione che l'ecumenismo non sia fra le priorità del programma di Benedetto XVI, preoccupato soprattutto del rapporto con l'islam. Un'impressione esatta fino a un certo punto. Penso che sia necessario distinguere: a una certa freddezza nei confronti del variegato mondo protestante non corrisponde la stessa freddezza nei confronti dell'ortodossia. All'ortodossia sembra, invece, che papa Ratzinger dedichi molta attenzione e grandi speranze ecumeniche, mentre le difficoltà con gli anglicani - soprattutto il sacerdozio femminile - permangono e il rapporto ragione-fede, tipico della posizione del papa, è molto lontano dal pensiero protestante. Con gli ortodossi si moltiplicano le cortesie, anche se rimane intatto l'ostacolo principale, proprio quel primato «petrino» del vescovo di Roma che l'ortodossia continua a non volere accettare. Ma i passi avanti non vanno sottovalutati. A Roma, nel dicembre scorso, l'arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, Christodoulus, ha firmato con il papa una dichiarazione amichevole e ha pregato insieme al papa sulle tombe degli apostoli. Il papa da parte sua, a Istanbul ha incontrato amichevolmente il patriarca Bartolomeo I, un gesto importante, anche se in certo modo occultato dalla preghiera nella moschea blu, un gesto più clamoroso. Comunque non pochi osservatori hanno sottolineato che dietro alla mano tesa di Istanbul verso l'islam, il papa di Roma guardava a Mosca ormai centro della ortodossia, nonostante le priorità storiche di Atene e di Costantinopoli. La fine della Russia sovietica atea ha certamente modificato la situazione dell'ortodossia e del suo rapporto con Roma. Ma, nonostante i dialoghi e gli abbracci, la questione del papato continua a dividere le chiese. Non manca qualche timido passo avanti. L'arcivescovo di Atene, ad esempio, ha dichiarato: «Ci sentiamo in buone mani, dato che sua santità papa Benedetto ha sempre ribadito che Roma non deve esigere dall'Oriente, rispetto alla dottrina del primato, più di quanto sia stato formulato e vissuto durante il primo millennio». E un altro autorevole metropolita: «Non può esserci sinodalità senza primato, come non può esserci primato senza sinodalità». Comunque è sempre più chiaro che la maggiore difficoltà all'ecumenismo viene proprio da Roma, e dal suo primato. Vedremo come la affronterà Benedetto XVI.