Filippo Gentiloni

L'islam della porta accanto

il manifesto 29 ottobre 2006

 

È finito il Ramadan e il papa dal solenne balcone della basilica di San Pietro «invia un cordiale saluto ai musulmani del mondo intero». Non era mai successo prima. Evidente il desiderio di cancellare l'impressione negativa del famoso discorso di Ratisbona, mentre il viaggio pontificio in Turchia si conferma e si avvicina.

Comunque, al di là dei recenti travagliati episodi, è evidente che il rapporto fra Roma e l'islam si impone in termini più drammatici e più stringenti dei precedenti. Anche per i numeri e dell' immigrazione e della crescita anagrafica dell'islam nel mondo. Termini che coinvolgono le chiese e gli stati. Basti pensare alla disputa sul velo e, soprattutto, alla scuola.

Nei confronti dell'islam un generale imbarazzo, al di qua e al di là del Tevere. In gioco non soltanto i diritti degli immigrati, ma le leggi fondamentali che reggono - dovrebbero reggere - le nostre democrazie, proprio nei loro protagonisti più deboli, le donne e i bambini.

La sfida - l'imbarazzo - sembra dover toccare in particolare proprio il Vaticano e papa Ratzinger. Nei confronti dell'islam il papa non può continuare ad accusare il relativismo come male principale del nostro tempo. L'islam è estraneo quasi completamente a quel relativismo che Benedetto XVI accusa come disastro del mondo moderno. Tutt'altro.

Nella lotta al relativismo, allora, l'islam è un alleato di Roma? Un possibile alleato da trattare in termini di cortesia? Difficile dirlo, anche perché questa moderna eventuale alleanza contraddice a tutta una storia di avversione aspra, talvolta addirittura sanguinosa. Non è facile per Roma passare dalle crociate di ieri ai cortesi saluti di oggi per la fine del Ramadan.

Un passaggio, comunque, di grande rilievo, anche perché le cortesie ai musulmani riguardano questioni che anche nel mondo cristiano non sono risolte né chiaramente né definitivamente. Basti pensare alle questioni riguardanti il ruolo della donna nella famiglia e nella società: la questione del velo tocca, anche se di riflesso, la posizione di tutte le donne, anche se non musulmane. Così per la religione nella scuola: il Corano a scuola riporta in primo piano le soluzioni concordatarie con le loro incertezze e ambiguità.

Non possiamo né ignorare la presenza dell'islam nel portone accanto, né delegare a qualche presunto competente la soluzione dei problemi che si impongono e che ci riguardano tutti da vicino.