Lidia Menapace

Bravo Zapatero

Liberazione 9 luglio 2006

 

A riceverlo come capo di stato Zapatero c’è andato: dico, il Papa. Invece ha fatto sapere che non andrà alla messa. Mi pare un gesto molto giusto, rispettoso ma non sottomesso, limpido, che anche eventualmente serve a rendere più netta la differenza tra i due poteri. In Europa di solito il papa va in visita nei paesi cattolici e lì viene ricevuto con la consueta confusione tra civile e religioso: si poteva anche pensare che ciò fosse accettabile fino a che il cristianesimo nella sua forma cattolica era una religione molto diffusa, molto praticata. In quei paesi era rimasto il costume di presenziare, che ha sempre coinvolto anche persone notoriamente non credenti.

Zapatero comincia una pratica nuova, più rigorosa: il papa è un capo di stato e per questo va ricevuto anche dalle autorità civili, ma come capo della religione cattolica non può coinvolgere l’autorità civile, tanto più se si tratta di persona magari non credente o che comunque deve rappresentare anche i non credenti o i credenti di altre religioni, presenti nel paese. In questo caso è certo meglio esprimere una precisa ferma immagine di laicità.

Dice Navarro Valls che non lo fa nessuno. Vuol dire che altri non ha la precisione laica di Zapatero e magari va avanti anche pensando di lucrare il favore che viene dalla vicinanza del papa. Appunto: “Parigi val bene una messa! ” Del resto nei paesi non cattolici, anche negli Usa, il papa, se ci va, dice messa in un qualche grande stadio affittato per l’occasione e pavesato delle immagini del prodotto che con l’affitto viene promosso. Vi sembra più rispettosa la commercializzazione dell’immagine del papa o la sua precisa e semplice distinzione dal potere politico ed economico? A me questa ultima cosa.

Ci si domanderà che cosa ne deve essere allora dei funerali di stato: a me sembrerebbe giusto che i famigliari vengano richiesti se desiderano o no funerali religiosi e non che vengano comunque obbligati alla sola presenza dei sacerdoti. E quanto al fatto che in Italia alle esequie cattoliche di stato o ad altre cerimonie religiose anche in occasione di ricorrenze civili prendano parte anche autorità delle quali non si conosce l’appartenenza religiosa e magari si può supporre che non siano religiose a me è sempre parsa una gran confusione e una certa ipocrisia. I semplci cittadini possono sempe prendere parte a funerali matrimoni o altre cerimonie religiose per rispetto dei loro amici e ugualmente possono andare a matrimoni o funerali civili. Ma le autorità pubbliche sarebbe bene che mantenessero una più rigorosa distinzione tra le due sfere, specialmente quando si tratta di una messa, cioè di un evento solennissimo e intrinsecamente di fede, non certo - per i credenti - di uno spettacolo o di un rito tradizionale.