FARE COMUNITA’

MINISTERI/SERVIZI: QUALI? COME ESERCITARLI?

 

Sintesi finale del Seminario di Tirrenia

dalla scrittura collettiva del Gruppo N. 3

 

Stare insieme fuori e dentro le CdB

Il pluralismo con il quale si esprime la vita e il pensiero delle varie CdB desta sorpresa ed emozione. Ogni comunità si organizza come meglio ritiene. Colpisce la voglia di raccontare e di raccontarsi.

Ma c’è anche chi ha espresso l’opinione che in occasione di questo seminario sono state ripetute cose vecchie di trenta anni senza nulla di nuovo.

Molti sottolineano l’importanza di non erigere steccati o muri, ma di lasciare sempre una porta aperta, perché solo una partecipazione libera e consapevole può produrre novità feconde. Porta aperta per lasciare entrare chi è fuori, ma anche per uscire verso altre realtà. A questo proposito qualcuno ha sottolineato come ci sia uno sforzo nelle CdB per adeguare il linguaggio a coloro che ci troviamo di volta in volta di fronte, tenendo conto delle loro diversità.

 

Funzioni o ruoli?

Per evitare posizioni di potere o burocratizzazione, è emersa l’indicazione di distinguere la funzione dal ruolo: l’esercizio della funzione è intercambiabile, il ruolo tende a diventare permanente.

Ci sembra che tale distinzione:

  • renda più facile l’adeguamento dei servizi alle mutevoli esigenze della comunità
  • costituisca un grande insegnamento per i giovani e per tutti coloro che si uniscono al nostro cammino
  • lasci più spazio ai nuovi arrivati
  • permetta una maggiore possibilità di responsabilizzazione e crescita personale.

 

Presbitero sì, presbitero no?

Molti sostengono che la figura del presbitero-prete vada superata, perché siamo tutti uguali, uomini e donne, in forza del battesimo. Questo superamento sembra essere più facile in comunità domestiche che in comunità più esposte all’esterno.

In molte comunità l’eucarestia è desacralizzata: il sacro è potere. E’ più importante fare memoria che perpetuare un rito. C’è sempre il rischio di ricreare gerarchie.

Per alcuni lo spezzare del pane in assenza del prete può creare difficoltà, per altri può essere un momento di crescita.

Alcuni pensano che la figura del presbitero-prete non vada sostituita da un presidente, uomo o donna, ma vada superata attraverso una celebrazione corale della memoria di Gesù, dove tutta la comunità ripete insieme le parole della cena del Signore e nessuno occupa il posto di capo-tavola. Questa modalità aiuta chi ha più difficoltà ad accettare la presidenza da parte di un non-prete, responsabilizza le persone ed è rispettosa di coloro che fanno più fatica a sentirsi parte attiva nella presidenza della celebrazione.

 

CdB e chiesa di base

Esiste una specificità delle CdB rispetto alla chiesa di base nelle sue diverse forme? Forse una specificità si può ritrovare:

  • nella ricerca di coniugare profezia e istituzione
  • nella denuncia dell’inadeguatezza dell’attuale istituzione a consentire l’espressione della dimensione profetica
  • nel tentativo di testimoniare l’essenza profonda del messaggio di Gesù.

Una comunità di base non dovrebbe cercare la perfezione della propria struttura interna, ma farsi lievito per la crescita della vita degli altri, affrontando i problemi e le contraddizioni della società, facendo sì che la società, gli uomini e le donne siano sempre più umani.

Molti hanno espresso fiducia nella chiesa di base, che nasce anche fuori dalle nostre percezioni. E’ un cammino che incrocerà sempre di più le nostre speranze, un invito a guardare oltre noi stessi.

 

Un ricordo e non solo …

Nel nostro incontro abbiamo sentito forte la presenza ministeriale delle nostre sorelle e dei nostri fratelli scomparsi, nella continuità e nell’unità delle esperienze comunitarie presenti in modo molteplice e multiforme.