Sintesi del lavoro del gruppo 5 su

“Pratiche nuove e linguaggi nuovi”

 

Al lavoro di questo gruppo hanno partecipatoda 10 a 15 persone in rappresentanza delle comunità diBologna, Firenze (Isolotto), Livorno (Coteto), Modena (Villaggio artigiano), Pinerolo, Roma (S.Paolo e gruppo di controinformazione ecclesiale), Verona.

Dai cenni alla vita delle diverse comunità , spesso descritta a più voci ed intrecciata con il vissuto personale, è emerso che quasi tutte ( escluse Bologna e Verona) si sono aggregate intorno ad un presbitero significativo , in tutte però il cammino di fede intrapreso ha portato ad un ridimensionamento del ruolo del sacerdote ordinatoe questo processo è avvenuto sia per le acquisizioni delle ricerche in campo biblico e teologico sia per la maturazione accelerata da emergenze impreviste (conflitti con l’istituzione ecclesiastica) ; nei casi in cui questo processo è rimasto all’inizio o si è dimostrato superficiale, alcune persone si sono allontanateo altre comunità si sono dissolte. La presidenza dell’eucarestia, comunque, continua ad essere un nodo cruciale per la persistenza di timori e pregiudizi nei riguardi del sacro e questo richiede approfondimenti continui del messaggio di Gesù e della storia della chiesa.

Particolarmente esemplari perché rivelano modi significativi di rapportarsi alla realtà circostantela prassi assunta dalla comunità di S.Paolo (partecipazione collegiale dei presenti al momento della consacrazione) e quella del Villaggio Artigiano (liturgia della parola molto curata con rinuncia al momento eucaristico quando mancaun presbitero ordinato): l’assenza di conflittualità con il vescovo rende possibili normalirelazioni enotevoli influenze nella chiesa di base locale.

Molto pertinente il suggerimentoproposto da Domenico di Pinerolo: perché non far memoria della lavanda dei piedi che ha lo stesso significato di dono al servizio degli altri?

La riappropriazione ed esercizio comune o a rotazione di altre funzione è decisamente più pacifica, anche serimane latente il rischio di riprodurre ruoli cristallizzati.

Due temi, in particolare, hanno calamitato gli interventi nella seconda parte dei lavori: cosa intendere per chiesa di base; quali ministeri assumere come singoli e come comunità verso il mondo che ci circonda, verso il qualeoccorreassumere la responsabilità di essere sale e lievito evangelico.

Anna Maria Marenco

Tirrenia, 8-9 dicembre 2007

 

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