SINTESI LAVORI – Laboratorio n. 1 –

“Possono le religioni abitare il limite?”

Incontro di Sabato 26 aprile 2008

PARTECIPANTI:

  • Giuseppe Coscione (CdB di Genova)
  • Maria Del Vento (CdB di Pinerolo)
  • Antonella Visintin (chiesa valdese)
  • Francesco Paternò (ospite di Vigli)
  • Stefania Salomone (CdB di S. Paolo – Roma)
  • Antonio Guagliumi (CdB di S. Paolo – Roma)
  • Romano Baraglia (CdB di S. Paolo – Roma)
  • AntonioMuscella (CdB di Corropoli – Teramo)

Coscione:introduce il lavoro presentando la riflessioneelaborata dalla Comunità di Oregina e già  presente sul sito delle cdbtre settimane prima che cominciasse l'Incontro nazionale delle cdb. Evidenzia che i contenuti presenti nella scheda e presentati come piste di riflessione e di ricerca all’attenzione di tutte e tutti devono molto anche alla riflessione che sul tema dell’ecologia ha compiuto la federazione delle Chiese evangeliche e che per questo ha invitato a partecipare al laboratorio Antonella Visintin, coordinatrice della Commissione Globalizzazione e Ambiente della federazione delle Chiese evangeliche italiane, impegnata nella costruzione di percorsi biblici, liturgici e di buone pratiche relative all’Ambiente.

Lettura della pista di riflessione da parte di Antonio Guagliumi e Stefania Salomone.

Guagliumi:Come prima cosa si può affrontare la frase “Rifiuto di ogni teologia che affermi la prevalenza degli interessi umani a detrimento della natura”. Tra i brani del secondo foglio (riferimenti biblici dall’Antico Testamento), manca il riferimento al sabato. Non possiamo sempre darci da fare, anche Dio si è fermato. L’uomo non può operare sempre a solo suo esclusivo vantaggio; ad esempio nell’Anno Giubilare la terra deve riposare. Ci sono cenni nelle scritture sul rispetto per gli animali, ad esempio alla fine del Libro di Giona. Quando i profeti immaginano un futuro radioso, esiste un chiaro riferimento alla natura. Uno spunto lo possiamo trarre dal discorso fattoieri dalla Visintin: ‘E’ inaccettabile il concetto di Nord/Sud, anche Paolo, nelle sue lettere, denuncia la divisione tra ricchi e poveri’. E’ importante quindi superare questo scandalo: le mense degli altari sono ricche, mentre su molte tavole nel mondo manca tutto.

Paternò:Il discorso sulla natura si rifà a un carattere più generale. Si abusa di animali, cose, persone. Nell’Antico Testamento c’è il Dio della battaglia, fondamentalista; è quasi un abuso a Dio stesso. Da un concetto di cura della natura, si è arrivati ad abusarne. Lo stesso vale per gli animali. Ma ciò che è peggio è che molte categorie le abbiamo applicate alla famiglia umana. Qui nasce l’ipocrisia, con le encicliche e i documenti che parlano di molti argomenti, che poi nel senso pratico svaniscono. Ad esempio, basti notare l’argomento “laicità” di cui spesso parlava Paolo VI. Oggi, addirittura, si dice che il Concilio Vaticano II va interpretato. Ma noi sappiamo che Cristo elimina la schiavitù, mentre a volte S. Paolo parla del giusto utilizzo dello schiavo.

Muscella:Vorrei parlare del limite della religione e dei suoi movimenti. Si scade nell’individualismo, tracciando categorie ben precise: il sindacalista, il pacifista, ecc. La soluzione auspicabile è che tutti i movimenti concepiscano il concetto di comunità; una riconversione da intraprendere soprattutto nelle fila della chiesa. La vera chiesa è il popolo con i suoi valori. Sarà forse poco spirituale? Basta guardare che molte altre denominazioni o altre religioni nelle opere concrete sono di gran lunga avanti a noi.

Del VentoCosa significa abitare il limite? Fare vuoto. Cioè riconoscere che non posso fare tutto e sono in qualche modo connesso e intrecciato alle forze della natura. Nella misura in cui mi svuoto, mi sento libero dai condizionamenti e dalle guide obbligate. In merito al concetto di ‘sobrietà’ fare vuoto significa fare ordine e stabilire delle priorità. Anche quando leggiamo un brano della Bibbia dobbiamo domandarci come e quanto esso ci possa condizionare. Sono libri molto datati, e soprattutto non sono sacri, in quanto sono scritti da uomini. Infatti volutamente si parla di alcune cose e di altre no. Vorrei individuare cosa ha realmente condizionato la religione dato che su alcuni argomenti importanti non si pronuncia. E come mai la gente ha bisogno di idoli?

Salomone:Perché la chiesa col suo atteggiamento non aiuta a crescere. Vuole tenerci all’oscuro di molte cose e quando te ne accorgi non torni più indietro; magari, quando cominci a parlare in modo diverso, sono loro che ti cacciano fuori. Prendiamo ad esempio il fenomeno della pedofilia, tutti hanno fatto finta di non vedere e noi che abbiamo avuto occhi per vedere siamo stati presi permatti e messi da parte.

Guagliumi:Perché c’è il vuoto da parte della Chiesa? I brani devono essere codificati, alcuni invece sono volontariamente esclusi. Ad esempio nei brani non si parla mai di “fratelli e sorelle”, ma solo di fratelli, eppure sono le donne che fanno l’annuncio della Risurrezione. Il Gruppo Biblico infatti cerca di arrivare al cuore delle scritture. Quando la Chiesa è diventata l’istituzione potente che è, ha ascritto a S. Pietro la frase sulla consegna delle chiavi. La Chiesa gerarchica ha giustamente paura dell’esegesi, non del secolarismo o altro. Da notare il libro di Vito Mancuso – L’anima e il suo destino. Egli anticipa l’intervento di Dio a prima del big bang, la materia era già pregna di Dio, e, attraverso l’evoluzione di questa materia, si arriva fino a noi. Ma noi, da parte nostra, possiamo distruggere o conservare. Nel libro si parla anche di fare il vuoto delle strutture sacre, probabilmente le divinità pagane di un tempo erano in qualche modo più sane e sacre rispetto alla visione attuale, ad esempio divinità come il sole, la terra, ecc.

Il vuoto non è astrarsi, ma conoscere a fondo le scritture.

 

 

Coscione:E’ importante la lettura della Bibbia e un certo ritorno al paganesimo. Siamo chiamate/i a reinventare noi stesse/i, le esperienze e l’educazione religiosa. Essa ha condizionato tutto.

Perché esiste una tale cecità teologica e liturgica in merito al tema ecologico? Perché il vero senso è stato deviato. Si percepisce l’assenza quasi totale della voce della natura, anche nelle preghiere, nei salmi, la natura sembra assente. Come possiamo rieducarci al senso della condivisione con la natura? Anche nella teologia morale è assente il concetto di peccato contro la natura. I vescovi brasiliani, ad esempio, si sono interrogati su questa cecità che siripercuote, di fatto, nell’uso e nell’abuso che ne facciamo. La presenza della Visintin è un grosso imput per le Comunità di Base. Bisogna che facciamo nostra la culturadell’ Eco et Equo.

Visintin:Esiste una Rete Cristiana Europea per l’Ambiente – www.ecen.org che nasce dall’Assemblea Ecumenica di Graz, fortemente voluta da Fishen, pastore riformato svizzero, che sostanzialmente aveva come tema mettere in rete le realtà religiose ecumeniche. Non a caso la Chiesa Cattolica non fa parte di organizzazioni che non siano istituzionali. Alcune realtà cattoliche partecipano da sole.

Un progetto “Tempo del Creato” si riferisce al Giorno del Creato inserito nella Liturgia Ortodossa. Si celebra il 1° settembre. E’ stato votato all’unanimità dall’assemblea di Graz. Occorre riconoscere che a Torino e Venezia, convegni su temi simili non si svolgerebbero se non fosse per alcune realtà cattoliche come la Fondazione Lanza, impegnata da anni con la Pastorale della CEI sull’ambiente. Quest’anno, un mese dopo l’assemblea di Ecen sarà organizzata una grande conferenza sull’ambiente.

Il prossimo evento di Ecen si terrà dal 24 al 28 settembre in Brianza. La Fondazione Lanza invece organizzerà un convegno a Padova in ottobre, un incontro internazionale “Etica e ambiente”. Per informazioni www.fondazionelanza.it. Il responsabile fa parte della Commissione Teologi Moralisti e questo è degno di nota.

Mons. Paglia, che viene dalla comunità di S. Egidio, ha presentato congiuntamente a me un programma al G8 di Trieste, assieme ad un rappresentante ebraico e uno buddista. La CEI ha fatto girare un invito del Convegno sull’Acqua per la Giornata del Creato.

La Chiesa Cattolica di Bolzano ha creato delle commissioni ad-hoc sui problemi ecologici.

Esiste inoltre il Coordinamento Diocesano sugli Stili di Vita.

Le elaborazioni teologiche dei protestanti italiani sono senza dubbio più indietro.

L’Agesci degli anni ’70 era molto attiva e ancora oggi corre spesso al di fuori della Chiesa istituzionale. Vi sono documenti di sensibilità protestante che hanno mantenuto un impianto profetico a dispetto del fatto che molte chiese sono scivolate all’indietro.

Al convegno ACCRA i protestanti europei non hanno mandato nessun rappresentante, altri invece non accettarono il programma, comunque, il documento finale è rimasto solo sulla carta.

Guagliumi:Perché ha avuto resistenze dalla Chiesa del Nord?

Visintin:Perché è composta da persone che lavorano nelle multinazionali, legate a Bruxelles e Strasburgo e fanno quindi scelte di campo. Neanche il Sinodo dei Valdesi ha discusso il programma. Io stessa ho avuto discussioni su questo argomento perché queste scelte non mi rappresentano, sono in minoranza. Le Chiese del Sud dal canto loro non gridano, parlano. Si accontentano dell’elemosina che comunque non serve, tiene aperto il divario. Durante l’incontro a Kuala Lumpur si è preso atto che le Chiese del Nord non partecipavano di buon grado. Quindi, di fatto, l’unione di chiese non basta, c’è bisogno di movimenti tipo “Covenant & Justice”.

Riguardo al SACRO, la teologia è in ricerca. Seguo con interesse il lavoro delle donne delle Comunità di Base, segno di coraggio e libertà, che le donne valdesi ancora non hanno. La fedeltà al gruppo viene prima della fedeltà al genere.

Paternò:Esiste una autorità anche nella Chiesa Valdese?

Visintin:Si, per sopravvivere le minoranze hanno peccato di unicità, come la Chiesa Cattolica

Paternò:Le Chiese intervengono sempre con un criterio di supremazia, c’è quindi difficoltà a far passare concetti nuovi o alternative percorribili.

Visintin:I valdesi non pensano di avere la verità in tasca, ma pensano di essere i Dottori della Legge, quelli chela sanno maneggiare meglio.

Tornando al tema, la natura va considerata soggetto e non oggetto. Essa ha una sua voce, noi non dobbiamo custodirla, perché essa non è seconda. Il Genesi è stato scritto a Babilonia, a contatto con questa cultura è nato l’ebraismo. Il sabato non è nato a Babilonia, è inventato.

I salmi riconoscono la natura, che parla e loda Dio.

Guagliumi:E’ vero che curare è paternalistico; prendersi cura è divenire responsabile, cioè prendersi una responsabilità in più. La natura si prende cura di noi, anche se sappiamo che la natura non si prende cura del più debole. Ma questa è la differenza tra l’essere umano e il creato.Non esiste di fatto una assoluta parità, ma una compartecipazione.

Muscella:Ci dobbiamo scontrare con le chiese d’accordo con le multinazionali, dobbiamo gestire i devoti obbedienti che non sanno riflettere. La conformazione è determinata dalle Associazioni. Ad esempio i focolarini seguono una buona logica, ma di taglio intimistico, CL prevede solo la Compagnia delle Opere, per quanto pianificata con appoggi potenti. Perseguire l’unicità dell’uomo, con tutte le sue connotazioni emotive e intellettuali, questo abbiamo fatto. Ma egli è costituito da una realtà che sopravanza.

Dobbiamo chiederci “che fare?” Sul fronte laico dobbiamo fare breccia, come?

Del Vento:Dobbiamo affrontare il dubbio = osare! Non è utopia, ma una pista percorribile verso la libertà che può minare il percorso delle potenze. Noi ci poniamo in questa direzione? Solo se rifiutiamo qualunque autorità ed istituzione. Cammino con le donne da 20 anni e questo mi ha dato la libertà.

Baraglia:Un fatto letto 40 anni fa diceva che gli Eschimesi usano ossa di orso per fare utensili, tutto secondo natura. Quando sono arrivati gli americani hanno portato i fucili e hanno fatto stragi. Torniamo alla Bibbia. Questa aggressività che abbiamo noi deriva dalla Bibbia. Non esiste il concetto di prendersi cura, ma solo quello di dominare. Anche “crescete e moltiplicatevi” era adatto per quando si era in pochi, forse ora sarebbe discutibile. Si può prendere la bibbia e tirare fuori parole dolci, ma si trovano frasi terribili sul diluvio che cancella tutto dalla faccia della terra.Gesù dice ‘raccogliete il pane secco’, ma attenti, c’è anche il fico che non da frutto…

La Bibbia è difficile. La tendenza a dominare la terra è perché si pensa alla salvezza individuale. Invece la storia è amare tutto, sopra di noi, sotto di noi. “Amiamo il prossimo come noi stessi”, no, c’è molto di più. Citando Boff, lo spirito è anche nelle cose, le rocce, le piante, gli animali. Solo che nell’uomo è cosciente; questa potrebbe essere una sintesi dell’induismo. Fino al 1700 Lisbona era la capitale del commercio degli schiavi, non dimentichiamolo, e il papa di allora scrisse un’enciclica per ratificare la schiavitù… Quando la schiavitù è finita è solo perché economicamente non conveniva più.

Coscione:Che fare? L’incontro e il laboratorio sono stimoli alla formazione. Ci aiutano a rivisitare il nostro approccio culturale e a sperimentare nuove pratiche. Dobbiamo diventare una comunità paradigmatica e dobbiamo accrescere la consapevolezza del rispetto della vita dell’ambiente. Le buone pratiche ci sono: gli stili di vita, il commercio equo-solidale. Costruiamo quelle pratiche per entrare in connessione con le altre realtà di vita e di commercio. Ad esempio: condomini solidali, GAS (Gruppi di Acquisto Solidale). In Liguria è stata fatta una legge regionale per il commercio equo-solidale che espande queste pratiche. In tante mense scolastiche sono entrati prodotti del commercio equo e solidale. In Italia non c’è però un ministero o comunque una delega ministeriale per il commercio equo-solidale. Non si può più pensare alla giustizia sociale che non sia connessa alla giustizia ecologica.

Visintin:Quanto è passato questo discorso? Ad esempio tra il prodotto biologico e uno locale, cosa scegliere? Forse il locale chefa meno strada, consumando minore energia. Quando nelle Comunitàsi mangia insieme, occorre cercare di mangiare prodotti locali. Il GAS è una pratica per rimettere in moto economie locali, nonché fonte di relazioni.

 

 

Quanto al concetto di ‘custodire’, il Genesi è un racconto che narra di due alberi. L’albero del discernimento e quello del bene e del male. Senza discernimento è una vita subita. Siamo l’unica specie uscita dalla catena alimentare. Oggi ci fa fuori il batterio non il dinosauro. La cura vuol dire stare dentro l’ambiente, non prendercene cura. Il castoro taglia i tronchi per costruire le dighe e la sua tana, ma quello non è un problema. Siamo l’unico animale che produce rifiuti. E’ un’anomalia.

Contributodel laboratorio all’EUCARESTIA

Momento dell’Atto Penitenziale:Si propone di fare un intervento che ci allontani dal concetto di perdono a favore del riconoscimento dei limiti culturali e mentali che ancora oggi subiamo, nei confronti di una nuova consapevolezza del creato.

Momento del commento alla parola:Si decide un intervento che specifichi la prima Beatitudine (Beati i poveri in spirito), o meglio, Beate/i coloro che per lo Spirito, cioè per amore, si fanno povere/i, sono queste/i che costruiscono il Regno di Dio. Fare vuoto dentro di noi, selezionando ed eliminando i condizionamenti, per poter far ordine, ridandoci delle nuove priorità.

Altro intervento sulla sesta Beatitudine (Beate/i quelle/i che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziate/i) – Siamo chiamate/i a riconoscere nella giustizia ecologica la vocazione dell’oggi”.

Momento della presentazione dei segni:Si decide di inscenare una piccola drammatizzazione in cui una/o del gruppo rappresenta l’essere umano e gli altri i vari elementi della natura. L’essere umano è bendato e spezza la catena naturale, staccando gli elementi che si tengono per mano. Alla fine diviene UNA PERSONA, scoprendosi il volto, solo quando prenderà per mano tutti gli altri elementi, invece di contrastarli.

Momento dell’impegno condiviso:Abbiamo condiviso la consapevolezza che il riconoscimento della GIUSTIZIA ECOLOGICA è uno dei segni dei tempi. Abbiamo preso l'impegno di portare nelle comunità il compito di rivedere alla luce della giustizia ecologica il nostro pregare, il nostro fare liturgia, il nostro vivere la spiritualità e adoperarci perché i nostri incontri e  il nostro agire quotidiano siano improntati al rispetto dei diritti della natura