SULLA SOBRIETA’ NELLA PRODUZIONE

LETTERA DEI GIOVANI ALLE COMUNITA’ DI BASE

 

Come ritrovare la capacità di costruire, preparare ( cibi, vestiti, oggetti…) con le proprie mani…magari anche con le amiche e gli amici?

L’autoproduzione è divertente, rilassante e dà grande soddisfazione. Alcuni di noi autoproducono yogurt, cibo e alcuni cosmetici. Molte volte lo fanno in compagnia, altre volte regalano ciò che autoproducono, altre volte ricevono regali autoprodotti. Questa pratica sta aumentando. Ci sono forum di autoproduzione su Internet e gli iscritti aumentano ogni giorno.

Spesso ci sono spazi grandi comuni, tipo parchi condominiali, che potrebbero essere utilizzati. Perché non poterne coltivare piccole parti?

Potrebbe essere un’esperienza da incentivare anche con il sostegno delle amministrazioni locali.

Se tutti fossimo coscienti dei processi di produzione, avremmo più rispetto di ogni tipo di prodotto.

Dovremmo riuscire a consumare prodotti di stagione e di produzione locale che hanno prezzi ridotti e basso impatto ambientale.

Sogniamo… che esistano strumenti tecnologici che si possano riparare ed aggiornare, anche senza essere tecnici; che sparisca la mentalità usa e getta per cui compriamo ogni voltastampanti nuove invece dell’inchiostro perché costa di più.

Acquistiamo prodotti fatti per durare tipo le pile ricaricabili.

Dobbiamo fare in modo che le nostre scelte non siano indirizzate solo sulla base dei prezzi ma che si ponga attenzione ad altri fattori importanti come l’inquinamento causato dalla produzione, il salario dei lavoratori o altro;

sostenere la produzione locale per favorire la creazione di un mercato chevalorizzi tutti e tutte;

avere la determinazione di rinunciare al prodotto “comodo” del supermercato più vicino e acquistare prodotti biologici anche quando non è semplice trovarli;

promuovere agricoltura biologica che permetta il controllo di tutti i processi produttivi: semina, irrigazione, raccolta, vendita e consumo.

Ci chiediamo se ci sia davvero qualcuno disposto a costituire gruppi di acquisto solidale. Si potrebbero finalmente assaporare pomodori che sanno di pomodoro.

Sarebbe bello, inoltre, riuscire a barattare tutto ciò che non ci serve più, evitando di produrre continuamente rifiuti e di usare risorse esauribili. E se si boicottasse l’energia elettrica sino a che è prodotta con la combustione di petrolio-metano-carbone? È un sogno irrealizzabile?

Riguardo l’utilizzo di energie alternative, una delle soluzioni è l’uso di pannelli solari ma spesso gli edifici non ne consentono l’installazione. Mentalità collettiva sbagliata? Scarsità di informazioni a riguardo? Mettere i pannelli solari sui tetti delle case e dei palazzi dovrebbe diventare obbligatorio per legge.

Altra esperienza di energia alternativa quella di un liceo di una città d’Italia che aveva progettato e ideato uno scooter che andava a olio e non a benzina, l’olio da cucina,una bella rivoluzione.

Il lavoro è una delle dimensioni essenziali su cui ciascuno costruisce la propria identità. Se il lavoro fosse comunitario, condiviso, potrebbe essere più creativo e nobilitante, consentendo una piena realizzazione.

Creare gli spazi che permettano a tutti di tirar fuori la propria creatività non è solo aiutare le persone a crescere ma anche un arricchimento in ciò che si produce.

C’è chi pensa che bisognerebbe smettere di parlare di lavoro: la sua glorificazione è storicamente recente e non necessaria. Ormai l’automazione può ridimensionarlo. Il lavoro è di per sé ciclico e necessario alla sopravvivenza. L’essere umano deve agire.