VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

Supplemento settimanale del martedi' de "La nonviolenza e' in cammino" - Numero 203 del 22 luglio 2008

 

 

> MARIA G. DI RIENZO: UN CORTEO DI FANTASMI

> [Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59@libero.it) per

> questo intervento.

> Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo

> foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice,

> regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche

> storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia

> Economica dell'Universita' di Sydney (Australia); e' impegnata nel movimento delle

> donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa

> dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Con Michele Boato e Mao

> Valpiana ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come

> donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?"da cui e' scaturita

> l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di

> donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Tra le

> opere di Maria G. Di Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti,

> Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di),

> Senza velo. Donne nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia,

> Napoli 2005. Un piu' ampio profilo di Maria G. Di Rienzo in forma di intervista

> e' in "Notizie minime della nonviolenza" n. 81]

> Io non credo alle "donne" come soggetto unico. Siamo differenti l'una

> dall'altra: i nostri interessi, le nostre speranze, i nostri desideri

> differiscono. Le circostanze in cui ci troviamo, le nostre prospettive, le

> risorse che abbiamo a disposizione, sono diverse. Non ho mai pensato di

> parlare in nome e per conto delle donne: le domande che faccio alle

> strutture di potere le faccio come femminista, e cioe' sapendo che per

> quanto noi si parli con voci differenti, si abbiano esperienze differenti

> e si viva in condizioni differenti, tutte dobbiamo confrontarci con

> ingiustizie e violenze di genere.

> In Italia, per esempio, tendiamo assai frequentemente a morire d'amore.

> Nel senso che ci uccidono fidanzati ed ex fidanzati, mariti ed ex mariti,

> amici ed amanti (o aspiranti tali). La percentuale degli uomini che muoiono in

> questo modo, e cioe' uccisi da una donna che ha detto loro o continua a

> dir loro di amarli, e' statisticamente uno zero virgola zero qualcosa

> all'altra estremita' dello spettro. Ovvero, un'eccentricita' sulla normalita': la

> normalita' e' che sono le donne a morire ammazzate. Non che questo tolga

> nulla alla gravita' dello zero virgola; mi preme solo sottolineare che il

> divaricamento della forbice e' cosi' ampio da non permettere di liquidare

> la questione con il solito "Anche le donne lo fanno, quindi il problema non

> esiste, o meglio, non e' un problema di genere". Sarebbe come dire: alcuni

> schiavi hanno pur ammazzato i loro padroni, che legalmente avevano la

> facolta' di ucciderli e la usavano, e quindi il problema non e' la

> schiavitu'.

> Le teorie correnti, quelle che vi vengono propinate da televisione e

> giornali, sono arcinote. Le donne muoiono ammazzate perche' i loro

> compagni hanno avuto un raptus, erano depressi, stavano per essere "lasciati" o lo

> erano gia' stati, erano disoccupati (e se invece erano imprenditori

> avevano difficolta' economiche, e se erano benestanti e tutto gli andava a gonfie

> vele si torna al raptus...). Comunque, una volta dato conto che gli uomini

> non sono responsabili degli omicidi di donne anche quando li pianificano,

> le notizie svaniscono. Non sapremo mai piu' nulla. Leggiamo un nome di donna

> in un articolo, sotto il titolo "Dramma della gelosia", in cui assassino e

> assassinata vengono posti sullo stesso piano nella riscossione del nostro

> cordoglio, e poi quel nome si dissolve come si e' dissolta un'esistenza. A

> volte quel nome neppure appare: ho dozzine di trafiletti con "cinquantenne

> uccisa dal marito", "giovane assassinata dall'ex fidanzato".

> E' per questo che oggi io mi trovo in un corteo di fantasmi.

> Naturalmente e' doloroso, e preferirei fare altro. Non conoscevo nessuna

> di loro, ed e' probabile che con molte, quando erano vive, non sarei andata

> affatto d'accordo. Eppure sono tutte qui. Apparse per un giorno su una

> pagina di giornale, e poi non abbastanza interessanti per consentire alla

> cronaca di occuparsene ancora: nessun frisson di droga, serate

> "trasgressive", cugine veline e avvocati da talk show. Intellettuali,

> politici e predicatori vari non mi hanno inviato nessun appello da

> firmare, non hanno convocato nessuna manifestazione, non hanno detto una sola

> dannata parola delle tonnellate con cui mi investono di solito, ad esempio per

> salvare i pesci dalle reti a strascico (e io sono d'accordo, pero' vorrei

> che salvassimo anche le mogli dei pescatori).

> Le donne per cui abbiamo fallito sono tutte qui, e chiedono di non essere

> dimenticate. Giustizia, compensazione, comprensione? Loro non ne avranno

> piu': chi ne ha bisogno sono coloro che le amavano davvero, e coloro che

> neppure le hanno mai sentite nominare ma rischiano di fare la stessa fine

> domani.

> *

> Ricordatele. Leggete questi nomi a voce alta. Non vi prendera' molto

> tempo, si tratta solo della prima fila del corteo:

> Rosaria Morra, 48 anni, 25 luglio 2007. Sgozzata dal marito, davanti ai

> quattro figli, perche' costui credeva che lei lo tradisse.

> Marisa Molinari, 51 anni, 14 settembre 2007, uccisa a bastonate dall'uomo

> con cui non voleva continuare ad avere una relazione.

> Sara Wasington, 22 anni, 30 settembre 2007, uccisa a pugni da un

> pretendente

> che rifiutava.

> Marianna Manduca, 32 anni, 4 ottobre 2007, ammazzata a coltellate per

> strada, dall'ex marito da cui si era separata da tempo.

> Francesca Catalano, 38 anni, 26 novembre 2007, strangolata dal marito.

> Delia Cosettini, 35 anni, 4 dicembre 2007, ammazzata a colpi d'arma da

> fuoco, dal marito, assieme al loro bimbo di quattro anni.

> Giovanna Toscano, 24 anni, 16 dicembre 2007. Uccisa a coltellate, assieme

> al

> figlioletto di quattro mesi, dal convivente.

> Alina Clara Bulal, 21 anni, e Ionica Urda, 20 anni, 5 gennaio 2008,

> sgozzate

> con un rasoio dal convivente della prima.

> Teresina Vanzan, 64 anni, 31 gennaio 2008, uccisa a fucilate dal marito.

> Mariarosa Nugnes, 30 anni, 21 febbraio 2008, uccisa in un agguato a colpi

> d'arma da fuoco, in strada, dal marito.

> Anna Maria Fanelli, 44 anni, 10 marzo 2008, legata al letto dal marito che

> poi le sfonda la testa a martellate (uccise con lo stesso mezzo anche le

> due

> figliolette della coppia).

> Maria Manetto, 61 anni, 16 marzo 2008, uccisa a colpi di arma da fuoco

> dall'uomo con cui aveva avuto una relazione.

> Laura Forcellini, 36 anni, 24 aprile 2008, ammazzata a coltellate dal

> marito.

> Agnese Schiopetti, 27 anni, 26 maggio 2008, strangolata e poi gettata nel

> lago d'Iseo dal marito.

> Alessandra Mainolfi, 21 anni, 9 giugno 2008, uccisa a coltellate dall'uomo

> con cui aveva una relazione.

> Chiara Bernardi, 25 anni, 13 giugno 2008, uccisa a fucilate dall'ex

> convivente.

> Antonia Maria Sangiovanni, 53 anni, 21 giugno 2008, investita con l'auto,

> mentre era in bicicletta, dall'uomo con cui aveva avuto una relazione:

> rialzatasi ferita ha tentato di fuggire, ma e' stata inseguita e finita a

> coltellate.

> Immaginatele: Marisa che va al lavoro, Sara che il lavoro lo sta cercando,

> Delia che porta il piccolo all'asilo, Anna Maria che aiuta le bambine a

> fare

> i compiti, Agnese in fabbrica che contratta per le ferie, Alessandra che

> ride con le amiche. Guardatele. Bionde o brune, o spruzzate di grigio, in

> jeans o in tailleur, guardatele camminare per le vostre strade. Siete i

> loro

> genitori, i loro figli o le loro figlie, i loro colleghi o le loro

> colleghe.

> Siete quelle o quelli che le incontrano all'edicola, alla fermata

> dell'autobus, dal panettiere, all'ufficio postale. E alcune vi sono

> simpatiche, e altre per niente, e altre ancora vi sono indifferenti.

> Adesso

> pensate: sono tutte state assassinate. Quel che sapete subito, d'istinto,

> e'

> che ognuna ha lasciato dietro di se' qualcuno che la rimpiange, che pensa

> continuamente a cio' che ha perduto, che avrebbe voluto sanare quel

> litigio,

> o condividere quella gioia, ma non c'e' piu' tempo. Lei e' morta

> "d'amore",

> e non tornera'.

> *

> In Italia la violenza e' la prima causa di morte o invalidita' permanente

> delle donne tra i 14 e i 50 anni. Ogni giorno, in Italia, sette donne sono

> prese a botte, oppure sono soggette ad ingiurie ed abusi. Quattro stupri

> (denunciati) al giorno, in Italia, il che se la matematica non e'

> un'opinione o il fumo di un raptus fa 1.460 stupri l'anno, di cui il 6%

> opera di estranei, e piu' del 70% opera di coniugi o ex coniugi, partner o

> ex partner. Oltre due milioni di donne all'anno, in Italia, subiscono il

> cosiddetto "stalking", e cioe' comportamenti persecutori da parte di un

> compagno da cui si sono separate (non pensate solo alla telefonata

> minacciosa o insultante: si tratta anche di pedinamenti, danneggiamenti di

> automobili ed abitazioni, piazzate e percosse in pubblico, maltrattamenti

> a > parenti ed amici, eccetera). Dal 2006 al 2007 gli atti di violenza contro

> le > donne sono aumentati, in Italia, del 22%.

> Ditemi, vi sembra un problema oppure no? Mi piacerebbe saperlo. Mi

> piacerebbe sapere se stasera ci sono solo io, con gli occhi pieni di

> lacrime, a stringere mani fantasma.