PARITA’

 

Sulla parità uomo donna prende in prestito la prima legge firmata da Obama, nuovo presidente degli States. Tocca la questione mediorientale e fa il nome di alcune grandi donne che combattono ogni giorno per affermare il diritto alla pace.

Si tratta di Luisa Morgantini, vicepresidente del Parlamento europeo (Gruppo Confederale della sinistra Europea/ Sinistra verde Nordica),  nata a Villadossola il 5 novembre del ’40.

L’abbiamo intervistata.

Ha letto della prima legge sulla parità di Obama? Cosa pensa?
Entusiasta, ho solo paura che Obama possa essere ucciso, come lo è stato Martin Luther King o il Presidente Kennedy.
Le differenze salariali tra donne e uomini che svolgono le stesse mansioni sono diffuse in tutto il mondo. Ci sono poi differenze anche tra donne per diverse appartenenze etniche o sociali. Spesso dagli Stati Uniti sono arrivati   insegnamenti positivi come gli affermative acts e le misure contro le discriminazioni verso le donne. Obama nelle sue dichiarazioni fatte alla firma della legge ha sostenuto che la parità salariale non è solo una questione economica, ma definisce anche chi siamo ed ha ribadito la necessità di agire secondo i valori che si affermano e che non possono esserci cittadini di serie B. Non solo entusiasta, sono quasi commossa visto che viviamo in un mondo dalla lingua biforcuta. Trovare coerenza tra le parole e il fare dovrebbe essere normale ed, invece, è eccezionale.
 
E l'Unione dei 27 Paesi europei cosa fa  per cancellare le disuguaglianze tra uomo e donna?
Sono molte le iniziative, le proposte ed anche i progetti per la promozione della pari opportunità. Vi sono anche linee di bilancio per la  formazione a livello nazionale, locale europeo. Vi sono aiuti per il microcredito, la creazione dei posti di lavoro, direttive che prevedono azioni affermative contro le discriminazioni nei posti di lavoro o nelle assunzioni,  quote nelle candidature di donne, ma anche nelle elette, politiche a favore della libertà riproduttiva, della sanità, contro il traffico delle donne e la violenza domestica e nei luoghi di lavoro.
Ma molte sono le direttive inattuate, ritorniamo ad Obama non basta enunciare, bisogna fare e sostenere tutti i movimenti e i centri di donne

 Nel Parlamento europeo in quale percentuale rosa è presente l'Italia?
 Non siamo ultimi, ma siamo davvero ad una percentuale bassa, la presenza italiana è di 62 uomini e 16 donne , il 25% .

Quale il Paese più rosa?
Estonia e Lussemburgo  hanno la parità 50%, mentre sono molto alte le percentuali in  Olanda (48.14%),  Svezia (47.36%), Francia (44,87). In  Gran Bretagna c’è il 25,64% qualcosa in più che in Italia, ma è un dato molto basso perchè si possa parlare di un Paese avanzato.

Quale è quello in cui la donna fa fatica ad imporsi?
Credo che la fatica sia ovunque, ma le presenze più negative sono Cipro e Malta con nessuna presenza femminile. E poi  Polonia con il 14.18% e la Repubblica Ceca con il 20.83%.
 
Pensa che in Italia avremo mai una Merkel?
Secondo un recentissimo studio dell'Istituto medico legale dell'Aeronautica militare, le donne pilota sarebbero adatte al comando piu degli uomini. Eppure non abbiamo ancora mai avuto né un presidentre della Repubblica, né un presidente del Consiglio donna al comando del Paese.. Semplicemente perchè sono attività più complicate che guidare un aereo? La mediazione è una caratteristica più femminile?
Sarei molto  felice se avessimo una donna come presidente del Paese o del Consiglio, ma non basta che abbia un corpo di donna, vorrei che fosse anche l' espressione di una politica che pratica la solidarietà, la valorizzazione delle diversità, delle politiche sociali che rispondano ai bisogni degli emarginati, politiche dove sanità, educazione, lavoro, casa siano centrali nei programmi di governo e che sia contro le guerra e la violenza. Spero che le nuove generazioni sappiano scegliere in questo senso.
Non abbiamo ancora avuto nessuna presidente perchè in realtà siamo ancora in un Paese dominato dagli uomini e dove alcune caratteristiche come le mediazione che lei indica come più femminile e sulla quale concordo non fanno parte della cultura politica maschile.

Pensa che le donne abbiano più capacità nel gestire problemi sovranazionali, e quindi siano piu brave ad uscire da una dimensione più territoriale?
Ovviamente non vale per tutte le donne, la mia esperienza con tante altre donne è il nostro essere cittadine del mondo, più capaci di rompere barriere e frontiere, più capaci di metterci in relazione con l'altro, capaci di essere radicate ma anche di spostarci fuori di noi. Penso che abbiamo una grande capacità: quella di essere legate alla quotidianità, ai bisogni concreti, ma di saper vedere oltre. Forse sono importanti anche l'esperienza della maternità e la necessità di rompere il cordone ombelicale, il tentativo di relegarci  al privato, cosicchè l'acquisizione di spazio pubblico è sempre una conquista e questo ci permette di non accontentarci del nostro territorio.
 
Quale la donna impegnata politicamente che le piace di più, in Italia e all'estero?
Sinceramente non me lo sono mai chiesta, ci sono molte donne che mi piacciono e stimo molto. Intendo l'impegno politico, non necessariamente l'essere parlamentare o in un partito o in un governo.
Penso di voler molto bene ad Habiba Sorabi, attualmente unica donna governatrice in Afghanistan, Gertrude Mongela, Presidente del Parlamento Pan Africano, e poi le mie amiche palestinesi e israeliane, Suad Amiry, Zahira Kamal, Nayla Ayesh, Vera Tamari, Rema Hammami, Daphna Golan, Judith Blanc, Naomi Chazan, Nurit Peled, Debbie Lerman e tante tante altre, in Africa, America latina, in Asia, negli Stati Uniti, la mamma di Rachel Corrie.
In Italia sono tante le donne alla quali voglio bene e non vorrei scordarne qualcuna, per cui cito solo una donna politica  di cui ho molto rispetto anche per aver saputo attraversare culture diverse: Marisa Rodano e poi una donna che per me è simbolo di modestia e di forza: Michela Buscemi, che ha saputo ribellarsi alla mafia e per vivere fa la domestica.

E veniamo ai fronti caldi in cui lei è da anni impegnata. Il Medio Oriente. Molto vicina al mondo palestinese, sembrapoco clemente con Israele. Ci sono Paesi prediletti e Paesi rifiutati?  
Non sono clemente con le politiche militari e coloniali dei diversi governi dello Stato d' Israele.  Opero una netta distinzione  tra ebrei e Israele, e rabbrividisco di fronte ad ogni espressione di antisemitismo.  Sono vicina a tutte le culture e nazionalità, sopratutto sono per la difesa dei diritti umani, sociali e politici ovunque siano violati. Ritengo in compagnia delle Nazioni Unite e delle sua risoluzione che il popolo palestinese debba essere libero e liberato da una occupazione militare che dura ormai da più di 40 anni. Chi viola le risoluzioni delle Nazioni Unite è il governo israeliano che continua a costruire colonie ed a rubare terra su quello che dovrebbe essere lo Stato Palestinese nei territori occupati nel 1967. Purtroppo la Comunità Internazionale -Europa compresa - pratica una politica di due pesi e due misure, Israele, stretto alleato degli Usa rimane sempre impunito per le violazioni della legalità Internazionale che commette ogni giorno nei confronti della popolazione palestinese. Dico questo senza naturalmente condividere, anzi condannando le scelte di estremisti palestinesi di colpire la popolazione civile israeliana.

A proposito di guerre, razzismi, sterimini pensa che l'olocausto sia usato dagli ebrei per sembrare sempre vittime e mai carnefici?
Mai più, abbiamo detto, dopo la Shoah, abbiamo detto mai più.  Sono stati l'orrore e la volontà di sterminare gli ebrei, e i diversi, rom, sinti, omosessuali, comunisti, oppositori della dittatura. Negare o ridimensionare la Shoah, è pura follia, invece bisogna ricordare e agire perchè non accada più, non solo la Shoah. Che non ci siano più guerre. C'è un libro bellissimo di Avraham Burg che è stato anche Presidente del Parlamento israeliano. Si intitola Sconfiggere Hitler e questo vuol dire che bisogna sconfiggere Hitler dentro ognuno di noi, nessuno è immune da responsabilità e Burg si interroga, come  hanno fatto altri storici come Tom Segev sul trauma e l'uso della Shoah a fini politici.
Penso che il trauma della Shoah condizioni la politica israeliana che invece di dire mai più a nessuno, dice mai più a me e questo non permette di vedere la sofferenza e l'ingiustizia che si fa ad altri, nel caso di Israele nei confronti della popolazione palestinese, che ha il diritto di vivere sulla propria terra, di avere giustizia e  libertà. Solo in questo modo Israele potrà avere pace e sicurezza.
 
Una volta Dacia Maraini ha detto di lei: Ci sono delle donne nel nostro Paese che, se non vivessimo in un clima di stupida distrazione, presi da stupidi modelli femminili basati sulla pura seduzione del corpo, sarebbero carissime alle nuove generazioni sempre in cerca di figure femminili in cui identificarsi''.
Cosa avrà voluto dire?
Penso si rivolgesse anche ai media e alla cultura che, invece, di essere attenta ai valori è più attenta a modelli femminili in cui la seduzione del corpo conta più di quella della mente. Sono i corpi e non le buone azioni che vengono sbattuti in prima pagina. Ma per fortuna ci sono sempre più donne belle e intelligenti che hanno a cuore non il successo mediatico, ma  l'impegno quotidiano, perchè questo mondo possa essere vivibile ed ognuno sia d'aiuto all'altro.

<mailto:luisa.morgantini@europarl.europa.eu>