Emergenza razzismo
I recenti
episodi di cronaca che hanno visto protagonisti extracomunitari o
comunque stranieri presenti nel nostro Paese sono segnali di una
crescita in modo trasversale e pervasivo - al nord come al sud, del
razzismo condito da stereotipi.
E non
c’è un’altra parola, al di là di “razzismo”, per definire questi
episodi di intolleranza e di violenza contro gli stranieri.
Abdul, 19 anni, da Cernusco sul Naviglio, che ha il torto di
avere la pelle nera viene ucciso a sprangate per aver rubato dei
biscotti in un bar: sembra Bronx, ma è Milano, in un’alba in via Zuretti,
una strada come tante.
A Castelvolturno vengono uccisi 6 uomini di colore .A Roma
un cinese senza motivo subisce delle percosse …
Eppure da
destra si continua a dire che non c’è razzismo nel nostro paese.
«Non
c’è infatti un solo razzismo – sostiene il prof. Campelli - ma si
dovrebbe parlare di razzismi, di forme diverse di discriminazione. Il
razzismo oggi è un camaleonte che muta velocemente, in forme e stati
differenti»
Certamente
fatti incresciosi di razzismo sono stati sempre presenti nella nostra
Italia, ma erano isolati, non accettati dai più; ora si respira un’aria
diversa.
Ricordo
ancora oggi con raccapriccio quando, negli anni settanta, giovane
insegnante, emigrato a Torino per motivi di lavoro, mi trovavo davanti
scritte vergognose e umilianti come: “…non si affittano case ai
meridionali”.Ancora più sconvolgente, e nello stesso tempo
esemplificativo, quanto avvenne negli anni novanta in una seduta del
consiglio comunale di un paese della ricca e opulente Brianza: un
consigliere comunale di minoranza , non gradendo la presenza di un
meridionale come assessore, rivolto a me, disse: “… cosa può venire di
buono dal meridione, dove nascono solo cetrioli, pomodoro e invalidi
civili”.
Ma il
fatto nuovo è che oggi episodi simili sono continui e trovano la loro
giustificazione in una subcultura fatta di chiusura, di condanna del
diverso, di discriminazioni religiose,di discriminazioni nei confronti
degli zingari, degli stranieri, discriminazioni nel mercato del lavoro,
discriminazioni istituzionali. Questi fenomeni crescenti di razzismo e
xenofobia sono alimentati in Italia dalla retorica politica, dalla
strumentalizzazione mediatica e da legislazioni criminalizzanti. Di
fronte ai problemi del paese basta pensare alle soluzioni della destra:
l’esercito nelle strade, costruzioni di carceri, autosegregazione di
parti della popolazione, classi differenziate a scuola per chi non sa
parlare bene l’italiano, telecamere e vigilantes di guardia…
La
convivenza con gli stranieri, con i neri, i cinesi, i romeni… implica la
ricostruzione di un’Italia capace di superare le contrapposizioni e di
imparare ad apprezzare la bellezza dell’accoglienza e della solidarietà
e la ricchezza della diversità.
Rosario Carlig
CdB
Nord Milano
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