Laicità,
fede, religione
Pensando alle catastrofi umane di questi anni e di questi giorni,
“scopro” che “i direttori d’orchestra” di questi eventi sono quasi
tutti credenti confessanti: Bush, Bin Laden, gli iman dell’Afganistan,
Iraq, Libano, Iran…, i telepredicatori di sette cristiane di mezzo
mondo…Tutti al grido: “Dio è grande!”, “Dio è con noi!”. Dio è la
giustificazione suprema e perciò assoluta della “giusta” uccisione
dei medici abortisti, dei crociati occidentali, degli abusivi (da
quasi 2000 anni!) occupanti di una terra destinata “al popolo
eletto”, ecc. E ho cercato di capire da quale remoto e oscuro angolo
di una coscienza credente provenisse questa totalizzante adesione a
un Dio stragista.
Così ho trovato, nella mia esperienza, che non
c’entra un bel niente la fede, c’entra l’ideologia religiosa
istituzionalizzata, che schiera le truppe per difendere la propria
unica e infallibile identità dall’invasione dell’altro, del
nemico. E su questo spazio religioso piccolo piccolo nascono
i “fastidi”, le intolleranze, i fondamentalismi religiosi con le sue
guerre, il contrario esatto della laicità fondata sulla relazione
nonviolenta, il dialogo paziente a tutto campo, la feconda
commistione delle diversità.
E qui mi è venuto da pensare al mio cammino di
fede e a quello di tanti compagni e compagne di viaggio con i quali
è prioritario e indilazionabile l’impegno quotidiano nel vivere con
cuore aperto e conviviale quanto leggiamo nelle Scritture:
Is,19,25: «Sii benedetto, Egitto, popolo
mio; benedetta Assiria che Io ho creato; e Israele, popolo che mi
appartiene». Tradotto: Siate benedetti popoli d’Israele, di
Palestina, del Libano, popoli del mondo! Sia pace in mezzo a voi.
Le Chiese-Istituzione possono promuovere
fortemente la pace se non restringono il campo della laicità
invocando una pacifica convivenza negli incontri ecumenici e
interreligiosi, ma poi ciascuna indicando se stessa come l’unica
abilitata da Dio a essere luogo di salvezza.
La promessa «sto per creare un nuovo cielo e
una nuova terra dove non si sentiranno più pianti o grida di
dolore» (Is 65,17.19) e «un mondo diverso è possibile,
cambiate vita» (Mc 1,15) è stata fatta. Ma le nostre
comunità d’ascolto sono chiamate a un’attiva pazienza e a una lunga
attesa. E, come dicono i profeti e testimoniano le vite di Abramo e
di Gesù, «ciò che tarda avverrà» e «niente è impossibile a
Dio». Basterebbe «una fede piccola quanto un chicco di
senape» (Mt 17,20).
Tonino Cau
della CdB di Olbia
Chi vuole inviare
un commento sul Primo Piano pubblicato può
inviarlo qui
al sito delle CdB
NOTA:
Ricordiamo che questi interventi rappresentano “punti di vista” non
necessariamente della comunità di appartenenza di chi scrive, tanto
meno del movimento delle CdB, ma punti di vista personali
su argomenti di attualità che ciascuna/o
ritenga di dover proporre in primo piano come oggetto di
riflessione.
I corsivi delle settimane precedenti sono reperibili
in Archivio di "In Primo Piano"