Testata sito CdB
CHIUDIVAI AL SITO

PER “DOVERE D’UFFICIO”…

Nel corso dell’estate, sotto i nostri occhi, si è compiuta in Italia l’affermazione definitiva di un razzismo violento e cinico, che si salda dal livello istituzionale (i respingimenti, la legge 94/2009 e il reato di clandestinità, la legge 102 sulla regolarizzazione del lavoro di colf e “badanti” ...) a quello popolare (le violenze contro migranti, lo sfruttamento, le aggressioni omofobiche …).

In preda all’angoscia e allo sdegno, molti/e di noi, soprattutto all’interno della sinistra, hanno condiviso e salutato con speranza le prese di posizione dei vescovi nonché degli organi di informazione, in diverso modo legati alla Cei, dall’Avvenire a Famiglia Cristiana; qualcuno  auspica  iniziative comuni con la gerarchia cattolica, mentre rimpiange   la “personalità trascinante”  di Wojtila  ( Rina Gagliardi, su L’Altro del 23 agosto)

E tuttavia… la condanna dei vescovi delle politiche e delle pratiche razziste, come il loro richiamo (sacrosanto, certo) alla priorità dei diritti umani, risulta non solo tardiva ma soprattutto viziata da un’intrinseca ipocrisia. Sembra cioè che la battaglia in difesa dei poveri non sia agita per ottenere risultati, ma piuttosto per “dovere d’ufficio”, per una affermazione solo esteriore delle promesse e delle sfide evangeliche: in questo senso il richiamo alla Shoah e all’indifferenza sociale davanti allo sterminio, più che una banalizzazione della Shoah stessa (come altri hanno detto), suona come un  tragico lapsus, che  rivela - come già, appunto, l’opposizione di Pio XII al nazismo - la sostanziale debolezza della stessa protesta, che non vuole in realtà ottenere risultati concreti  per non  pagare prezzi  troppo alti.

Ben altri toni ha saputo usare la gerarchia quando si è trattato di difendere i privilegi per le scuole private o l’insegnamento della religione cattolica; ben altri linguaggi, fino alle minacce di scomunica, sono stati usati per impedire qualsiasi legislazione a garanzia dei diritti civili, dai DICO al testamento biologico; ben altra energia è stata spesa nella feroce battaglia contro la libertà femminile: la scomunica per l’uso della RU 486, il continuo logoramento della legge 194 con l’invito all’obiezione di coscienza, l’indecente giudizio wojtiliano per cui “l’aborto è un crimine peggiore di Auschwitz”, il violento fondamentalismo nella vicenda di Eluana Englaro. Anche su vescovi e pontefici si allunga l’ombra della “miseria del maschile” (Tamar Pitch, Il Manifesto, 2 agosto) delle classi dirigenti di questo paese.

Non risulta che siano state proferite scomuniche contro i responsabili dei respingimenti né contro chi viola la dignità e i diritti dei poveri, dei rifugiati  e dei migranti. Non risulta che i parroci siano stati invitati dai vescovi a mettere le loro chiese a disposizione del culto delle comunità islamiche perseguitate dalle amministrazioni razziste.  Troppo è compromessa la gerarchia con il potere per ritrovare la libertà e il rischio della profezia, troppo le logiche vaticane si distanziano dalla radicalità evangelica e dall’invito a “perdere la propria vita” al servizio del Regno.

Altre, per grazia dello Spirito Santo, sono state le voci profetiche che hanno parlato alto in questa tremenda estate: Enzo Mazzi che invita la Chiesa a chiedere perdono alle donne e a rallegrarsi se il suo potere è ridimensionato da una sentenza del TAR,  i numerosi firmatari dell’appello “Onoriamo i poveri e per questo disobbediamo” per una efficace azione di disobbedienza civile a leggi inique, il digiuno iniziato da don Albino Bizzotto contro la costruzione del nuovo aeroporto  Dal Molin a Vicenza, l’ iniziativa “per contrastare   il colpo di stato razzista, con la forza della legalità e della nonviolenza” di Beppe Sini responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, il pronunciamento delle Chiese valdesi e metodiste riunite a Torre Pellice e della moderatrice della Tavola, pastora Maria Bonafede, le molte comunità cristiane che hanno aderito alla campagna antirazzista che culminerà nella manifestazione nazionale del 17 ottobre prossimo….

Molte, appunto sono state le voci che ci hanno ricordato il paradosso delle Beatitudini e la forza della profezia evangelica: a queste comunità, a queste persone dobbiamo essere grati/e, perché le loro parole aprono per noi prospettive di fede e di impegno.

 

Francesca Koch  – comunità di base S. Paolo, Roma.


Chi vuole inviare un commento sul Primo Piano pubblicato può inviarlo qui al sito delle CdB

Per andare ai DIBATTITI di PRIMO PIANO clicca qui