ESEQUIE

Un corpo martoriato, avvolto in un lenzuolo. Intorno, qualche donna piangente e pochi maschi impauriti. Gli altri e le altre fuggite lontano, smarrite. Un masso rotolato all’imboccatura di un sepolcro prestato.

Una bara deposta su un tappeto da uno stuolo di sediari in frac, cravattini e guanti bianchi. Sulla bara, un vangelo aperto, che il vento richiude. A destra: mille potenti della terra. A sinistra: cardinali in porpora. Intorno: tanti officianti, salmodie e bandiere. Milioni di persone da tutto il mondo.
Inoltre: diecimila agenti dell’ordine; ottomila volontari della protezione civile; mille vigili del fuoco; milleottocento giornalisti accreditati, tutte le televisioni del mondo.
Batterie di missili intorno alla città; una nave lanciamissili sulla costa; sommozzatori in perlustrazione sul fondo del fiume; in superficie imbarcazioni armate; sul cielo elicotteri da guerra e caccia ultrasonici armati.
Ed applausi, applausi, applausi che coprono i rintocchi delle campane.

Viene da pensare: ma Cristo che c’entra?

Non è l’unica riflessione che questo funerale suscita. Ma il contrasto tra i due eventi può non interpellare la coscienza di chi tenta di stare alla sequela di Gesù di Nazaret?

Nino Lisi

della CdB di San Paolo di Roma

8 aprile 2005

                                                   




NOTA

I corsivi delle settimane precedenti sono reperibili dal pulsante ARCHIVIO ,

alla voce di menù Archivio "Primo Piano".