Altra chiesa, chiesa altra o un’altra cosa? 

  Il 29 novembre scorso si è tenuto a Roma, presso la CdB di S.Paolo, un incontro dal titolo: “Un’altra chiesa è possibile?”.

  Leggendo l’annuncio su un sito in internet ho provato un moto di sorpresa. Nell’ambito delle CdB che  frequento da più di trent’anni, ho sempre sentito parlare di “chiesa altra”, con espressa esclusione di “altra chiesa”. Vuoi vedere, mi sono detto, che è cambiato qualcosa? Non so se quell’incontro abbia davvero partorito qualcosa di nuovo; ma io è da lungo tempo che coltivo dentro di me, quasi di nascosto, un interrogativo forse non politicamente corretto, magari presuntuoso, sicuramente utopico, praticamente irrealistico e, per qualcuno, addirittura blasfemo: siamo certi che ci debba essere una chiesa cristiana, intesa come organismo istituzionalizzato, come religione distinta, e “in concorrenza”, con le altre?

  Io credo di no; ma non pretendo di dimostrarlo, meno che mai nelle poche righe che ho a disposizione. Dirò solo che di certo l’uomo Gesù di Nazaret (l’unico Gesù che mi interessa) non ha voluto fondare una chiesa o una nuova religione; e aggiungerò che si può essere seguaci di Gesù, come di Francesco di Assisi, come di Gandhi, come di altri personaggi eminenti dall’antichità ai giorni nostri, senza appartenere ad una chiesa cristiana, o ad un ordine francescano, o ad una, per fortuna non esistente, chiesa gandhiana, o ad un qualsiasi raggruppamento istituzionalizzato sotto il nome di questo o di quel personaggio che ispira, in qualche modo, il nostro vivere. Scriveva Balducci, in un libro stampato nel 1992: “Conservo in me la nostalgia degli anni in cui i cristiani non sapevano di essere cristiani […] Fu il potere ad inventare questo nome! Ciò mi basta perché possa sentirmi libero di coltivare la nostalgia dei giorni durante i quali i cristiani non lo erano affatto, in attesa di un tempo in cui i cristiani non lo saranno più” .

  Non so se le parole “voi siete il sale della terra” e “il regno dei cieli è simile a del lievito…”  siano proprio parole del Gesù che mi interessa; credo e spero di sì. Se è così indicano un modo di essere dei seguaci di Gesù che è il contrario di quel recinto che è soprattutto la chiesa cattolica, fuori della quale non c’è salvezza e dentro la quale ci sono un’infinità di cose che con Gesù non hanno nulla a che fare, anzi ci fanno proprio a pugni. Citerò solo un caso, di nessuna importanza, ma comunque significativo, che mi ha colpito alcuni giorni fa. Leggendo il giornale ho appreso che “la vice-premier spagnola sig.ra K ha incontrato il cardinale X segretario di stato ed il cardinale Y ministro degli esteri vaticano; l’incontro ha avuto per tema i rapporti tra Spagna e Santa Sede”. Mi viene da ridere e da piangere pensando a Gesù di Nazaret!

   Io i seguaci di Gesù li vedo come persone libere, di qualsiasi continente, di qualsiasi cultura e di qualsiasi religione (ammesso che ce ne debbano essere!), che si ispirano al nazareno per quello che ha detto e fatto di valido per loro, ma senza strutture gerarchiche, dogmi, registri, privilegi, concordati con gli stati, senza capi e capetti; liberi anche di organizzarsi, magari in piccoli gruppi, se e quando ne sentono il bisogno e la voglia. Qualcuno potrebbe anche affermare che questa realtà c’è già ed è il mondo delle comunità di base. Ma allora dovrebbe avere il coraggio di dire, per evitare equivoci, che le CdB non sono né un’”altra chiesa” né una “chiesa altra”, ma un’altra cosa.

   Suppongo che avrei fatto meglio a continuare a tenere nascosta dentro di me questa specie di follia. Non pretendo che altri siano d’accordo. Chiedo solo che mi si lasci sognare un mondo senza chiese, senza religioni istituzionalizzate, un mondo umano e solidale, al riparo dai fondamentalismi di tutti quelli che pretendono di avere la verità in tasca e di parlare in nome di Dio.

Leo Piacentini

(a titolo strettamente personale, senza voler coinvolgere la comunità di base del Luogo Pio di Livorno)