Un altro mondo, possibile e futuro

(“Concilium”, Ed. Queriniana, Brescia, n. 5, dicembre 2004, 172 pag.)


Tra gli eventi complementari al Forum di Porto Alegre (Brasile, dal 21 al 25 gennaio 2005, Adista n. 18, p. ), nei primi giorni del Forum mondiale (fino al 26-31 gennaio) si è creato un “Forum di Teologia e Liberazione”, a cui hanno partecipato più di duecento teologhe e teologi dei diversi Continenti. Si è quindi verificata la novità del primo “Forum mondiale di teologia e liberazione”, come contributo originale alla ricerca di cambiamento di questa società, sulla base delle forze presenti e riconosciute a livello globale che fa proprio lo slogan “un altro mondo è possibile” (cfr. Adista, n. 18, 5 marzo 2005, p. 2).

Nel corso dei 35 anni della sua storia, la teologia della liberazione si è messa dalla parte dei poveri e degli esclusi, presentandosi come la prima teologia della periferia e la prima teologia del conflitto tra Nord e Sud. Successivamente, si è sviluppato un nuovo paradigma ecologico e, ancora, si è andato formando un nuovo paradigma ecologico sulla Cura della Terra, con lo scopo di liberare, insieme, l’umanità e la sua “Casa Comune”. Un tema elaborato soprattutto da Leonardo Boff e dal teologo indio messicano Eleazar López Hernández (Adista , n. 26, 9 aprile 2005, p. 7 e seguenti).

Più specificamente, questa ricerca si è occupata sempre più delle situazioni della teoria, della pratica e delle emozioni, dell’amore e della sofferenza, della terra e dell’ambiente, ecc. Si è sviluppata nell’intreccio tra diverse storie e forme di religione, occupandosi soprattutto delle teologie femministe, nera, indigena, ecologica e del pluralismo religioso, verso cui ho un particolare interesse.

José Ramos Regidor

della CdB di San Paolo di Roma

Roma, 10 aprile 2005


(dell'autore vedi anche la bibliografia nel sito)

                                                   

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