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Del potere di usare gli strumenti

 

Piergiorgio Welby chiede che sia staccata una spina, che non sia più utilizzato uno strumento che lo mantiene in vita a tutti i costi. Non ha alcun potere di fronte all’uso o meno di questo strumento. Il potere decisionale sulla scelta vita/morte spetta ad altri/e. Su questo le Cdb sono intervenute nel loro ultimo incontro nazionale.

L’uso di un altro strumento continua ad essere sottratto dalla gerarchia ecclesiastica cattolica al potere decisionale di singole persone: il preservativo. E’ recente l’incontro di Benedetto XVI con il nuovo ambasciatore del Lesotho e con la nuova ambasciatrice dell’Uganda: un‘occasione per esprimere preoccupazione per l’imperversare dell’Aids in questi paesi africani e per raccomandare come rimedio l’astinenza dai rapporti sessuali fuori dal matrimonio. "E’ di vitale importanza comunicare il messaggio della fedeltà matrimoniale e dell'astinenza fuori dal matrimonio per evitare l'infezione". Inoltre, "i valori che promanano da un autentica comprensione del matrimonio e della famiglia costituiscono il solo sicuro fondamento per una società stabile".

Nessun accenno all’uso del preservativo. La politica di prevenzione  si deve basare sulla continenza e “sulla promozione della fedeltà matrimoniale”. Si sa, d’altro canto, che la possibilità di usare il preservativo in Africa comincia ad essere presa in considerazione purché all’interno del matrimonio, ma solo nel caso che un coniuge sia affetto da Aids per evitare il contagio.    

In questo caso il potere decisionale non viene sottratto in nome di un principio come quello della vita ma in nome della castità: in un modo o nell’altro, si annulla la signoria sul proprio corpo.  

Giovanna Romualdi

        Gruppo di controinformazione ecclesiale - Roma

 20-12-2006

 


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NOTA:

Ricordiamo che questi interventi rappresentano “punti di vista” non necessariamente della comunità di appartenenza di chi scrive, tanto meno del movimento delle CdB, ma punti di vista personali su argomenti di attualità che ciascuna/o ritenga di dover proporre in primo piano come oggetto di riflessione.

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