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Filippo Gentiloni

BERLUSCONI E BENEDETTO XVI COPPIA DI FATTO

il manifesto, 7 giugno 2008

Il nuovo governo Berlusconi ha ricevuto più di tutti gli altri le benedizioni pontificie: la solenne udienza di ieri in Vaticano lo ha confermato. Una vera e propria investitura. Il Vaticano non si era mai impegnato con altrettanta decisione e altrettanta rapidità. Come mai? Il mondo cattolico sembra avere abbandonata la tradizionale imparzialità, abbracciando quasi senza riserve la destra di Berlusconi, Bossi e Fini. Lo conferma a chiare lettere anche «Famiglia cristiana».

Gli anni di Prodi erano stati all'insegna di un certo silenzioso riserbo. Troppo forte, probabilmente, l'eredità dell'antico comunismo. Poi, ad aumentare le paure vaticane, era venuto l'abbraccio del Partito Democratico con i radicali. Oggi, finalmente, le paure cattoliche sono finite. Non importa se nel nuovo governo i cattolici «doc» sono pochi: lo ha dimostrato efficacemente lo schieramento politico berlusconiano. Il centrodestra al governo si presenta come erede di quella Democrazia Cristiana che per decenni ha sostenuto e difeso tutte le richieste della Santa Sede.

Richieste che oggi si ripresentano più o meno immutate. Il Vaticano vuole soprattutto visibilità, presenza tangibile. Teme la riduzione al privato, all'invisibile. Insiste, si, anche su temi etici come la revisione della famigerata legge 184 sull'aborto. Ma chiede soprattutto aiuti statali alla scuola cattolica. E' probabile che di questo abbia parlato ieri il papa con Berlusconi. Scuola cattolica a buon prezzo significa evidenza, visibilità, presenza. Così anche per gli ospedali e opere varie di assistenza. E le parrocchie siano centri di accoglienza e solidarietà, anche più e prima che di preghiera. Una impostazione cattolica classica , che richiede soldi e aiuti statali. Non a caso l'entusiasmo cattolico per il nuovo governo si intreccia con una forte ondata di pubblicità per l'otto per mille.

Guadagno da una parte e dall'altra del Tevere. Anche dalla parte, per così dire, laica. Il centrodestra rinforza e allarga le sue file, facendo coincidere i suoi confini con quelli della vecchia Democrazia Cristiana. La sinistra rischia la scomparsa. Il cattolicesimo acquista visibilità e presenza sociale.

Ma i rischi non mancano. Una chiesa di destra è ancora una chiesa cristiana? Non rischia gravi spaccature? E come potrà affrontare questa chiesa sostenitrice di Berlusconi (e di Bush) le sfide le mondo povero e affamato? Un grande tema che il concilio Vaticano II aveva cominciato ad affrontare ma che poi è stato accantonato. Oggi non potrà non essere ripreso, anche in Italia, nonostante gli abbracci di ieri in Vaticano