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Beppe Manni

IL FUTURO DEL VILLAGGIO ARTIGIANO DI MODENA OVEST

Gazzetta di Modena 9 Dicembre 2010

Con la dismissione della ferrovia  nel 2011, il Villaggio Artigiano di Modena Ovest diventerà parte integrante di una  più ampia fetta della città. L’amministrazione comunale ha iniziato già da due anni un percorso condiviso con i cittadini e i tecnici per reinventare il Villaggio che subirà una radicale trasformazione senza tradire la sua vocazione originaria.

Giovedì 9 dicembre alle ore 21 nella trasmissione Nautilus di TRC, al Foro Boario  verranno illustrati i primi risultati del seminario del 5-6 novembre, di confronto e di proposte sul Villaggio.

Lo workshop, il laboratorio, era coordinato dal presidente dell’Ordine degli Architetti, Claudio Gibertoni e dall’arch. Mazzoleni dal politecnico di Milano. Erano presenti l’assessore Sitta, l’ing. Villanti, l’arch. Cappucci. Un anno fa  si era tenuta un’importante assemblea pubblica in un capannone del Villaggio, con tecnici, politici, ma specialmente alla presenza degli abitanti. Poi nella primavera quattro incontri specifici, sui nuovi moduli edificativi e su proposte per un nuovo artigianato creativo. Alla conclusione del percorso all’inizio del 2011 il piano di ristrutturazione sarà approvato in consiglio comunale. Erano presenti 65 ‘tecnici’, divisi in otto gruppi di lavoro c’erano architetti, agronomi, geometri, ingegneri, avvocati, geometri. Molti giovani architetti e ingegneri, insieme a professionisti di lungo corso.Ad ogni banco erano stati assegnati due “pezzi” di Villaggio Artigiano. Si dovevano elaborare progetti di riqualificazione. Francesca, giovane architetto commenta: “La compresenza di diverse discipline, ci aiuta a comprendere la complessità di un progetto di riqualificazione e nello stesso tempo per noi giovani, è un occasione di imparare da chi ha più esperienza di noi”.

Ripensare oggi il Villaggio Artigiano significa conservare lo schema urbanistico e strutturale originario, con botteghe, uffici e capannoni che ospitano vecchie e nuove imprese artigianali, originali e creative. In armoniosa sintesi con unità abitative, zone verdi, servizi e spazi pubblici e condivisi.

Un gruppo di operatori che aveva fatto una ricognizione edificio per edificio per verificare lo stato attuale del Villaggio, aveva notato che molti cambiamenti erano già in atto.

 Un percorso urbanistico di questo non è ancora stato sperimentato nella nostra città. La scommessa è ardita. Si seguiranno tre livelli di intervento: la conservazione di alcune strutture particolarmente significative; la trasformazione  “creativa” di altre; l’abbattimento e la ricostruzione di alcuni settori del Villaggio. Può così essere conservata la memoria delle prime tipologie dei capannoni e della casa-bottega che ha caratterizzato il primo Villaggio Artigiano nato nel 1953 e che segnava il passaggio tra la vecchia bottega artigianale e la nuova officina.

Il laboratorio urbanistico sul Villaggio Artigiano, sta proponendo nuove regole per la trasformazione e la riqualificazione urbana di pezzi di città. E prepara nuove forme di professionalità, che potrebbero dar origine a una scuola esportabile in altre città.

La “riqualificazione” diventerà sempre più importante per la nostra città, non solo per non distruggere la memoria storica del tessuto urbano, ma per rispondere almeno in parte alla sete di appartamenti.

E’ questa una strada privilegiata da seguire nella costruzione della “Modena futura”.

Si potrà in tal modo evitare di  mangiare e consumare nuovi pezzi di terreno agricolo.