IL MIO NO DA CATTOLICO

di Paolo Giaretta
da Europa

Il corpo è la condizione essenziale e fondante della libertà della persona. Di conseguenza non può diventare un “corpo di stato” come vuole la legge sul fine vita che il centrodestra ha approvato oggi in senato. Partendo da questa premessa è possibile inquadrare nel giusto modo l`intera discussione sul testamento biologico, che coinvolge aspetti tecnico-giuridici e, insieme, l`esperienza umana di ciascuno. Un eccesso di tecnicismo giuridico-sanitario e/o di ideologismo astratto rischia di allontanare dal cuore della questione. Il problema infatti non è la definizione tecnica di idratazione e nutrizione – se esse siano sostegno vitale o se esse siano cure, terapie… Gran parte del dibattito politico-legislativo è ruotato intorno a questo nodo.

Eppure l`articolo 32 della Costituzione è di cristallina chiarezza. Al punto che nessuno neppure nel centrodestra militarizzato nelle votazioni nell`aula del senato – ha potuto credibilmente sostenere che si possa aggirare la disponibilità giuridica del soggetto in grado di intendere e di volere di rinunciare anche all`alimentazione e all`idratazione. Con un salto logico (o illogico?) il centrodestra sostiene che idratazione e nutrizione non possono essere oggetto di testamento biologico perché l`interessato, qualora in possesso delle sue facoltà, potrebbe cambiare opinione. Ecco allora che si palesa il “corpo di stato”. È in questo passaggio che si apre il varco per introdurre nell`ordinamento il principio pericolosissimo di uno stato titolare unico della piena disponibilità di ogni singola vita. L`elaborazione giuridica in materia di diritti umani si è consoli- data nei secoli sul principio cardine dell`intangibilità del corpo della persona come condizione essenziale di libertà. Invece nella legge che oggi il centrodestra farà approvare dal senato con la forza dei numeri, non è più la persona ma lo stato a decidere sul destino individuale.

La persona viene privata della facoltà di decidere della propria vita e della fine della propria vita. È una tesi che viene sostenuta, si dice, in difesa della sacralità della vita. Ma se si svuota il contenuto sostanziale dell`articolo 32 della Costituzione si apre il varco – in un contesto storico-politico diverso – per utilizzare quella stessa norma in senso opposto. Non è un caso che l`articolo 32 della Costituzione sia stato elaborato da due costituenti cattolici come Aldo Moro e Giovanni Leone. La tragedia dei grandi totalitarismi del `900 dal regime nazista a quello sovietico – ambedue basati sulla presunzione di una superiorità dello stato etico sui diritti delle persone – insegna che quando lo stato invade la disponibilità stessa della vita dei singoli, l`abuso prevale sistematicamente sui diritti della persona. Due giuristi e due uomini politici cattolici avevano ben presente la concezione illiberale di disporre della vita dei singoli cittadini. È importante che la vita resti nella piena disponibilità della scelta della persona. È un principio fondamentale di libertà che non può essere negato. Le nostre istituzioni hanno sempre privilegiato questa visione personalistica cui il pensiero cattolico ha dato un contributo così rilevante.