Ma sì, sostituiamo la Corte Costituzionale con la Cei!

di Lidia Menapace
da www.liberazione.it

Quando Ratzinger si scelse il nome di Benedetto, ebbi un sobbalzo di simpatia: Benedetto XV era stato il papa, santo né subito, né mai finora, che aveva definito la prima guerra mondiale “una inutile strage”; ma si capì quasi immediatamente che il riferimento non era a lui, bensì a san Benedetto, patrono d’Europa, quasi alla ricerca di qualche quarto di nobiltà europea, una volta fallita la proposta delle “radici cristiane” per palese insostenibilità.

Del resto i primi atti del nuovo papa fecero subito capire che era un fervido neotemporalista, come si vide dalla prima uscita quando andando a Bari alla settimana sociale dei cattolici italiani, si fece accompagnare dalle guardie svizzere e le piazzò sul palco, come se fosse stato in Vaticano: solo una gaffe del cerimoniale? Ma quando pochi giorni dopo in visita ufficiale da Ciampi ribattè stizzosamente alle parole del Presidente che gli citava l’art.7 della Costituzione, indicandolo come la definizione stessa della laicità («ciascuno nel suo ordine indipendente e sovrano»), che bisognava vedere se era una “sana” laicità, si capì che il suo aggancio dottrinale era il Sillabo di Pio IX, il documento ecclesiastico che giudica diaboliche tutte le libertà venute dopo la Rivoluzione francese: libertà di opinione, di stampa, di coscienza, laicità dello stato, democrazia ecc.

La chiesa di Pio IX dopo averle condannate tutte, dava ai cattolici il pressante suggerimento di servirsene per diventare maggioranza e poi abrogarle. Una cosa un po’ machiavellica, a dire il vero. Ma la Chiesa non ammette di essere giudicata dall’esterno: bisogna dare su di lei il giudizio che essa stessa dà di sé (giudicarla cioè “juxta propria principia”). Il che è la quintessenza dell’assolutismo e il massimo disprezzo della ragione. Da qui in poi le gaffes non si contano, e diventano una vera crociata contro la ragione critica che il papa chiama “relativismo” e decora dei peggio aggettivi e addebita di tutte le sciagure dell’età contemporanea.

Naturalmente la peggiore forma di relativismo è la sua, dato che il libertinaggio senile di Berlusconi viene facilmente perdonato e invece condannato duramente l’uso del preservativo contro l’Aids in Africa, lasciate correre le missioni di pace che diventano di guerra e condannata la pillola RU. Vi è coerenza in ciò? Solo quella di essere un reazionario di ferro, senza la minima indulgenza, considerazione, amore per i deboli. Ma qualcosa succede: la pillola RU viene – sia pure con fatica – ammessa; la lotta operaia della Innse vince limitando il potere assoluto della proprietà e del denaro; e infine la laicità risulta avere buone ragioni giuridiche dalla sua nel nostro ordinamento.

Intanto che il papa cerca qualche modello di stato (assoluto) da proporre ad esempio, chiediamo che il fenomeno religioso venga inserito nei programmi scolastici di storia con adeguata ampiezza e affidato a insegnanti che abbiano fatto e vinto i concorsi e rispondano allo stato per la loro carriera: sarebbe un modo utile per vincere la famosa ignoranza religiosa del nostro popolo, la quale serve solo agli imbroglioni. Si saprebbe altresì che non stiamo parlando dell’oscuro e lontano Medioevo, ma della grande limpida sofferta figura di Buonaiuti colpito per modernismo anche attraverso la (santa) alleanza col trono e il fascio fino al 1945: fu uno dei soli 12 (su 1250) professori d’università che rifiutò di giurare al regime fascista perdendo cattedra libertà e quasi mezzi di sussistenza; o di Rodano, colpito da scomunica perchè comunista, dopo il ’45 ecc. ecc.

Facciamo dunque proposte, fintanto che il papa non si sarà convinto che il modello di stato che gli si adatta è quello di Ahmadinejad. Pensate che goduria avere la Cei al posto della Corte costituzionale, come hanno in Iran e il card. Bertone invece di Mancino, che è già sospetto di essere troppo di sinistra, col cognome che si ritrova!