Il cardinale Barragàn e le giraffe

di Rosa Salamone
(testo giunto per email)

Chi è il cardinale Barragan che ha fatto sua l’affermazione, ma pare corretto il tiro, secondo la quale omosessuali e transessuali non entreranno nel Regno dei Cieli? Barragàn è un nemico della Teologia della Liberazione che fa dell’ortoprassi invece dell’ortodossia la sua guida. Che cos’è l’ortoprassi? Il comportarsi come Gesù si comportò, prima ancora che comportarsi come l’ortodossia sostiene. L’ortoprassi, quindi, ci spinge ad occuparci dei poveri, dei senzatetto, degli ultimi e degli sfruttati.

Tra i maggiori oppositori della Teologia della Liberazione troviamo proprio Barragàn. Non lo dico io, ma Leonardo Boff uno dei maggiori esponenti della corrente in una intervista del 9 maggio 2007.

Ha dichiarato Leonardo Boff in quell’occasione: “non è un mistero l’opposizione sistematica dei cardinali Trujillo, Hoyos, Barragàn e Romer, così attenti a denunciare errori ed eresie possibili nei vescovi e teologi della Liberazione. Stanno per andare in pensione e hanno voluto ripulire il terreno al papa prima della sua visita in Brasile condannando tra gli altri Jon Sobrino Ellacuria. Colpiscono Jon, ma in realtà quello che vogliono è rinquadrare la chiesa dell’America Latina nel processo di romanizzazione che fu iniziato da Giovanni Paolo II e ora portato avanti dall’attuale Papa”.

Quale colpa ha commesso Jon Sobrino Ellacuria per avere meritato le condanne di Barragàn? Aver fatto dell’Università Centroamericana salvadoregna un centro d aggregazione per la giustizia sociale. A ragione di tanto demerito, Jon Sobrino riuscì a sfuggire nel 1989 ad un attentato, organizzato da sicari mandati dal governo salvadoregno, in cui persero la vita sei dei suoi compagni gesuiti insieme a due domestiche.

La chiesa cattolica lo ringraziò per questa sua fame di giustizia condannando, tramite la Congregazione per la Dottrina della Fede, le sue opere come eretiche e contrarie al dogma cattolico nel marzo del 2007.

Non è un caso che le dichiarazioni di Barragàn a proposito degli omosessuali abbiano destato la condanna nientemeno che del subcomandante Marcos, leader della lotta non violenta in difesa degli indios del Chiapas in Messico.

Dichiara il subcomandante Marcos nella sua nota che per coloro che difendono l’ordine costituito “Gli Altri sono un errore nell’umanità. Globalizzare dall’alto è correggere questo errore in tutto il mondo. Correggere è eliminare. Per questo è necessario derubare “gli altri” dei simboli che danno loro identità. La differenza è quindi un errore della natura. Gli indios dell’America erano questo e “civilizzarli” era emendare il progetto di Dio… nel nome di Dio. Ma la modernità neoliberista non promuove più la caccia agli indios o ai neri. No, ora si cerca di cacciare esseri umani… o, meglio ancora, cacciare identità di umanità” .

L’articolo del subcomandante si chiama “In (auto) difesa delle giraffe” e prosegue così: “ Con il loro passo goffo, l’evidente asimmetria, lo sguardo distratto, le giraffe hanno una bruttezza bella. A guardarle bene non è che siano brutte, sembrano piuttosto molto “altre”, con quella figura tanto lontana dalle pedanti simmetrie equilibrate assegnate ai predatori. La giraffa è l’immagine più emblematica della differenza nel mondo animale. Non è solo diversa, ma porta a spasso la sua enorme irregolarità trasformando la sua “alterità” in bellezza, precisamente perché si mostra.

Anche l’umanità possiede, fortunatamente, le sue “giraffe”. Ci sono, per esempio, donne giraffa, perseguitate e vessate non solo perché non si sforzano di aderire al modello di bellezza e comportamento imposto dall’alto (”i fronzoli non pensano né parlano, cara”), ma perché proclamano la loro differenza e la loro lotta per essere quello che vogliono essere e non quello che altri vogliono che siano.

Ci sono anche le giovani giraffe, uomini e donne restii a sottomettersi / si dice “maturare” / alla catena di claudicazioni, tradimenti e prostituzioni associate al calendario. Giovani a cui si dà contro non solo perché non occultano l’asimmetria del corpo e dell’anima, ma l’adornano, gli mettono gel, tatuaggi, le inseriscono un piercing, la rendono “dark”, “ska”, “hip-hop”, “punk”, “skin”, “come-si-dice”, la gridano con graffiti su un muro, la volantinano in appoggio ad una lotta sociale (…)

Ci sono anche le “altre” giraffe: le giraffe omosessuali, lesbiche, transessuali, travestite e “ognuno-a-suo-modo”, no? Non solo escono dall’armadio, ma espongono la propria differenza con la dignità che distingue gli esseri umani dai neoliberisti, pardon, dagli animali. Incuranti di essere perseguitate e derise perfino da quelli che dicono di volere cambiare il mondo”.

Mi dico coraggio, se il Regno dei Cieli è precluso per me lesbica secondo le dottrine della chiesa cattolica,sempre secondo le stesse dottrine resterò esclusa in compagnia di coloro che difendono i poveri e gli indios di un intero continente. E mi va bene.