I piccoli semi che germogliano

Cristofaro Palomba (Cdb Cassano – Napoli)
Il tetto n° 180

Note a margine del 32° Incontro Nazionale delle Comunità cristiane di base

“In un tempo di sopraffazione e di precarietà. Date ragione della speranza che è in voi” con questo titolo si è tenuto a Borgaro Torinese nei giorni 30/31 ottobre 1 novembre il XXXII Incontro Nazionale delle CdB.

La presenza all’incontro di circa 300 persone ha già dato ragione di una speranza, la speranza che le CdB portano con se dall’inizio del loro percorso di ricerca e di annuncio di una chiesa povera, laica, senza potere, ma ricca di quello spirito evangelico che si impegna ad aprire per gli ultimi spazi di speranza nonostante oggi ci sia di mezzo sopraffazione e precarietà.
Non era, pertanto, scontato che ci si ritrovasse in tanti a riflettere su queste tematiche che partendo da momenti di così forte crisi spingessero tanti ad accettare di confrontarsi su un terreno così accidentato per ritrovare nuova linfa e rinnovato entusiasmo per proseguire il cammino.
In un momento in cui la realtà globale dell’oggi è attraversata da complesse problematiche che sotto le spinte di integrismi, di paure per le diversità e di crisi economica, fomentano egoismi e lotte fra poveri, è indispensabile fermarsi e riflettere su sentimenti generati da immensi fenomeni migratori di massa, da scontri culturali e religiosi che tendono a radicalizzare i rapporti fra Stati, religioni e singole persone.
Ha aperto i lavori la tavola rotonda dal titolo “Religioni e chiese nella crisi della società italiana a 150 anni dall’unità” che ha visto la partecipazione di Rosy Bindi (Vicepresidente della Camera dei Deputati), Sergio Tanzarella (Docente di Storia della Chiesa – Pontificia Facoltà dell’Italia Meridionale), Luciano Guerzoni (Presidente esecutivo della Fondazione “Ermanno Gorrieri”), Monica Lanfranco (giornalista – formatrice sui temi della differenza di genere), e Paolo Ribet (pastore della Chiesa Valdese di Torino) con il coordinamento del giornalista Gilberto Squizzato.
Un momento di riflessione e di dibattito per approfondire le tematiche della laicità in un paese dove il ruolo della chiesa è spesso dominato dall’ingerenza delle gerarchie vaticane che tendono ad influenzare e condizionare la legislazione del paese.
Tematiche care alle Comunità di base che hanno da sempre alimentato il percorso di ricerca di una fede libera, non esclusiva, dialogante, pronta a lottare perché lo Stato conservasse sempre la propria autonomia nel rispetto di tutti i cittadini, di qualsiasi religione, cultura ed etnia.
L’aver voluto iniziare questo Incontro Nazionale con una tavola rotonda che approfondisse i temi della laicità è stato come il voler arare un terreno già fertile alimentandolo con nuova linfa capace, appunto, di dare ragione della speranza che è in noi e che in tempi di profonda crisi corre il rischio di appannarsi.
Luciano Guerzoni, ha puntato diretto al cuore del problema sottolineando come i cristiani e i cattolici dell’occidente , non siano riusciti a lasciarsi alle spalle la tentazione integralista per costruire democrazie aperte e tolleranti dove non sia presente in modo palese o strisciante il concetto di verità non disponibile al confronto. Rosy Bindi riprendendo il discorso ha sottolineato come nessuno di noi possiede Dio, ma tutti siamo in ricerca e ciascuno di noi ha bisogno della verità dell’altro, perché la sfida oggi non è fra credenti e non credenti ma fra differentemente credenti.
Tali principi fanno oggi vacillare il concetto di “ maggioranza” su cui si sono basate le democrazie occidentali che chiaramente entrano in crisi di fronte al forte pluralismo che esprimono attualmente le nostre comunità e dove è necessario ed indispensabile tessere un paziente dialogo e confronto. Bisogna evitare, pertanto, una delle tentazioni della politica di oggi che è quello del “bipolarismo etico” per cui chi ha la maggioranza impone i propri modelli di comportamento, di famiglia, di scuola…
E’ necessario, ha sottolineato la Bindi, creare “spazi di democrazia” nei quali ognuno possa riconoscersi alla luce dei principi costituzionali ed è indispensabile che il concetto di laicità si coniughi con la ricerca della giustizia affondando i temi della disuguaglianza spesso affrontati solo formalmente. Concludendo il suo intervento ha sostenuto che se c’è un principio oggi non negoziabile questo è la “laicità”.
Monica Lanfranco sottolineando che se tutte le diversità sono chiamate a vivere insieme condividendo il diritto di cittadinanza, esse devono attenersi a regole comuni ed al rispetto di principi irrinunciabili che in molti casi sono stati frutto di percorsi di lotte delle donne e che pongono alla base i concetti fondamentali di autodeterminazione e responsabilità.
Luciano Guerzoni introducendo la riflessione su società plurali ha notato come spesso questa pluralità si giocava all’interno di un orizzonte esclusivamente cristiano che oggi si è totalmente modificato. Oggi, volendo ritrovare un’etica comune questa va ricercata nella Costituzione dove sono codificati i valori costitutivi del nostro vivere civile.
Il pastore Paolo Ribet ha precisato come il concetto di laicità ha sempre animato l’agire della comunità valdesi che, pur accettando l’8 per mille dallo stato (dopo dieci anni di discussioni) lo ha destinato ad interventi sociali e culturali . Lo stesso accordo con lo Stato è stato sempre privo di oneri finanziari garantendo, per esempio, la presenza di pastori negli ospedali e nelle carceri nell’eventualità in cui ci siano credenti valdesi ed in ogni caso in modo gratuito. Che questa scelta sia stata giusta lo dimostrano le quote destinate dai cittadini alla chiesa Valdese/Metodista che a fronte di 20 mila credenti si vede destinare circa 400 mila contributi. In una prospettiva di speranza ha sottolineato come i piccoli numeri speso aiutano a camminare più spediti.
Sergio Tanzarella, nell’evidenziare il suo ruolo di storico un po’ in imbarazzo in questa tavola rotonda, ha esordito precisando come la cristianità oggi è sotto assedio ma non per colpa dei migranti islamici ma per colpa degli cosiddetti “atei devoti” che scatenano con i loro interventi guerre di religione che generano politiche migratorie devastanti e, alimentando odio, anche guerre tra popoli.
A tal proposito non ha esitato a citare l’editto di Tessalonica del 380 che recitava “è proibito non essere cristiani”, punendo chi non si adeguava a detta norma. che oggi si concretizza in una religione civile che nulla ha a che fare con il nostro essere cristiani.
Gli stimoli al dibattito sono stati tanti e certamente la pubblicazione completa degli atti sarà utile ad alimentare nuove riflessioni e confronti oggi estremamente necessari nel cammino di una fede adulta e laica.
La tavola rotonda è stata un buon avvio ai lavori dei gruppi che si sono articolati sui temi della violenza sull’ambiente, la società multiculturale, la violenza e i diritti negati delle donne, la crisi della democrazia e della partecipazione.
L’intenso lavoro dei gruppi durato un’intera giornata ha caratterizzato la parte centrale di questo incontro nazionale che ha trovato un forte elemento di novità nella partecipazione attiva di molti giovani che, con competenza, originalità ed entusiasmo, hanno portato nei lavori un forte alito di speranza .
La loro partecipazione, a differenza del passato, è stata totalmente inserita all’interno del percorso di riflessione di tutto l’incontro senza spazi riservati e separati che creavano un percorso parallelo spesso non integrato col percorso comune.
Va citata in particolare la partecipazione di un gruppo di giovani dell’ Associazione “Scuola di Pace” di Napoli che hanno testimoniato il proprio impegno a favore degli immigrati, con una originale animazione del gruppo di lavoro su “La società multiculturale condizionata dal potere dei media e dall’ingerenza delle gerarchie cattoliche”, che ha dato conto dell’impegno e delle problematiche connesse con l’attività di insegnamento della lingua italiana agli immigrati. Il loro entusiasmo e la loro competenza ha creato una forte sinergia con il gruppo di lavoro che è stato profondamente coinvolto.
Momento intenso di questa partecipazione è stata la tavola rotonda conclusiva, totalmente gestita da giovani, che con le testimonianze di Rosario L a Rossa dell’Associazione “Vodisca” di Scampia, Stefano D’Amore coordinatore dei gruppi giovani della chiesa Valdese, Simona Bello del Chicco di Senape, gruppo di credenti della diocesi di Torino e Sergio Durando dell’ASAI , associazione di animazione interculturale di Torino, hanno dato vita ad un interessante confronto fra esperienze che danno ragione della speranza che alimenta il sogno di un mondo nuovo e che, pur partendo da presupposti e percorsi molto diversi, si sono ritrovati in un cammino comune foriero di futuri sviluppi e nuovi sentieri.
In particolare Rosario la Rossa ha testimoniato l’ impegno in un quartiere complicato come Scampia che viene citato solo per motivi di crimini legati alla camorra e alla droga. Ha tenuto a sottolineare che Scampia è anche un grande laboratorio di volontariato con le 60 associazioni presenti sul territorio che con il loro impegno, pur fra mille difficoltà, creano spazi di socialità e partecipazione. Un esempio per tutti è offerto dalla bella “favola metropolitana” della casa editrice Marotta & Cafiero che è stata trasferita da Posillipo a Scampia e ceduta all’Associazione Vodisca, testimonianza dell’ impegno di giovani che vogliono creare una economia di legalità, strettamente legata al territorio, come unico antidoto per sconfiggere la criminalità.
Le Comunità Torinesi, che hanno avuto l’onere di organizzare questo Incontro nazionale, hanno anche presieduto l’eucaristica, momento centrale per le Comunità di base, esperienza intensa e significativa che ha concluso e riepilogato i lavori del secondo giorno.
La festa serale della Domenica, gestita dall’associazione “L’iniziativa Musicale” del Comune di Rivalta di Torino, ha visto protagonista un ensamble di giovani musicisti che hanno intrattenuto i presenti con “Passaggi”, un concerto di brani della tradizione rom, ebraica e dell’est-europa. E’ stato sottolineato l’intreccio e la contaminazione musicale tra le varie culture e l’arricchimento che ne deriva. L’esibizione è stata accolta con entusiasmo ed è stata certamente un valore aggiunto alle tematiche del convegno a riprova dell’importanza delle arti per l’incontro tra civiltà.
Durante la tre giorni si è tenuto il Coordinamento nazionale delle CdB che ha dato un nuovo assetto alla leggera organizzazione che da sempre il movimento si è dato, affidando la segreteria tecnica alla comunità di San Paolo di Roma, che subentra alla comunità di Milano Nord, e nominando Massimiliano Tosato di Bologna come rappresentante delle CdB italiane nel Coordinamento europeo.
L’ incontro di Borgaro Torinese, che ha superato ogni aspettativa, ha dimostrato che l’esperienza delle CdB, data tante volte per esaurita, manifesta tutta la sua vitalità che si fonda sulla speranza evangelica dei piccoli semi che sparsi in terra germoglieranno e daranno frutti.