Tolleranza zero per le mutilazioni genitali femminili

Leonardo Boff

La globalizzazione come tappa nuova dell’umanità e della Terra stessa, non solo ha messo le persone e i popoli in contatto gli uni con gli altri, ma ha propagato pure in giro per il mondo i loro virus e batteri, le loro piante e frutti, modi di cucinare e le loro mode, le loro visioni del mondo e le loro religioni, inclusi valori e disvalori. È dalla natura umana e dalla storia, non come difetto ma come marchio evolutivo, il fatto che siamo sapienti e dementi e che, per questo, ci distinguiamo come esseri contraddittori.

Per questo, insieme alle dimensioni luminose che mostrano il lato migliore dell’essere umano, attraverso il quale ci arricchiamo reciprocamente, appaiono anche dimensioni buie, tradizioni secolari che penalizzano porzioni enormi della popolazione. Per questo dobbiamo essere critici gli uni con gli altri, per identificare pratiche disumane che non sono più tollerabili.

Noi occidentali, per esempio, siamo individualisti e dualisti, concentrati nella nostra identità al punto di avere una grande difficoltà nell’accettare persone differenti da noi. Abbiamo la tendenza a trattare i differenti come inferiori. Ciò fornisce la base ideologica al nostro spirito colonialista e imperialista, imponendo a tutti i nostri valori e la nostra visione di mondo.
Noi troviamo in tutte le culture simili limitazioni.

Ma c’è limite e limite. Alcune di queste limitazioni violano tutti i parametri della decenza ed è sufficiente il semplice senso comune per renderle inaccettabili. Esse sembrano violazioni e crimini piuttosto che tradizioni culturali, nonostante il tentativo di presentarle come ancestrali. E non serve a niente che arrivino antropologi e sociologi della cultura che scendano in campo a difenderle in nome del rispetto delle differenze. Quel che è crudele è crudele in qualsiasi cultura e in qualsiasi parte del mondo. La crudeltà, siccome è disumana, non ha diritto ad esistere.

Mi riferisco specificamente alla mutilazione genitale femminile. Essa è praticata da secoli in 28 paesi dell’Africa, nel Medio Oriente, nel sud est dell’Asia e in vari paesi europei dove esiste immigrazione da questi paesi. Si calcola che attualmente esistano nel mondo tra i 115 e 130 milioni di donne genitali mentre mutilate. Altre 3 milioni sono annualmente ancora sottomessi a questo orrore, comprese 500.000 in Europa.

Di che cosa si tratta? Si tratta della rimozione del clitoride e delle labbra vaginali e perfino, in alcuni luoghi, della cucitura dei due lati della vulva in bambine in età dai quattro ai 14 anni. Questo è fatto senza nessuna preoccupazione igienica con forbici, coltelli, rasoi, aghi e perfino con pezzi di vetro affilato. Sono inimmaginabili le grida di dolore e di orrore, emorragie e infezioni che possono portare alla morte, lo choc emozionale e il patimento senza incalcolabili, come può essere provato in alcuni Youtube su Internet che non consiglio a nessuno di vedere.

In Europa tali pratiche sono equiparate a crimini. Le madri portano allora le figlie ai paesi di origine, col pretesto di far loro conoscere i parenti. E là si scontrano a sorpresa con tale orrore, che più che una pratica culturale è un’aggressione e una grave violazione dei diritti umani. Dietro questo è in funzione il più primitivo machismo che tende a impedire alle donne l’accesso al piacere sessuale, trasformandole in oggetto per il piacere esclusivo dell’uomo. Non senza ragione, l’organizzazione Mondiale della Sanità ha denunciato tali pratiche come torture inaccettabili.

Vedo due ragioni che squalificano certe tradizioni culturali e che ci portano a combatterle. La prima è la sofferenza dell’altro. Là dove la differenza culturale implica disumanizzazione e mutilazione dell’altro, lì si trova il suo limite e deve essere impedita. Nessuno ha diritto di imporre sofferenze ingiustificate ad altri. La seconda ragione è la carta dei diritti umani dell’Onu del 1948 sottoscritta da tutti gli Stati.

Tutte le tradizioni culturali devono confrontarsi con quei precetti. Le pratiche che comportano violazione della dignità umana devono essere proibite e addirittura equiparate a crimini. La legge suprema è trattare umanamente gli esseri umani. Nella mutilazione genitale abbiamo a che fare con una convenzione sociale disumana e nefasta. Da ciò deriva l’istituzione del giorno 6 febbraio come il Giorno Internazionale della Tolleranza Zero verso la Mutilazione Genitale Femminile.

Ogni 8 marzo, Giorno Internazionale della Donna, è un momento per solidarizzare con queste bambine, vittime di una tradizione culturale feroce e nemica della vita e del piacere.