Una, due, tante vite di speranza

Carla Galetto
Comunità cristiana di base di Pinerolo

Vorrei che questo tempo di Pasqua ci aiutasse a riflettere sui grandi doni che riceviamo nella vita: la presenza di uomini e donne che scelgono per sé pratiche coerenti con un progetto di amore, giustizia, pace, solidarietà… un po’ come ha fatto Gesù tanto tempo fa…

Vittorio Arrigoni era una di queste persone. Vorrei però ricordare in particolare sua madre, che con la voce rotta dal dolore ha affermato di essere molto orgogliosa di suo figlio, per la sua vita e per le scelte coraggiose che tanto gli sono costate.

Quanto coraggio! E’ questa capacità di stare negli eventi con amore vivo (anche quando sono così terribili come la morte violenta di un figlio) che salva il mondo, che dà speranza e mette in luce la presenza del “bene” su questa terra martoriata dalla violenza.

E allora vorrei riportare la conclusione di quanto ha scritto ieri questa madre, perchè queste parole sono chiare, dirette, piene di amore e di speranza:

“Questo figlio perduto, ma così vivo come forse non lo è stato mai, che come il seme che nella terra marcisce e muore, darà frutti rigogliosi. Lo vedo e lo sento già dalle parole degli amici, soprattutto dei giovani, alcuni vicini, altri lontanissimi, che attraverso Vittorio hanno conosciuto e capito, tanto più ora, come si può dare un senso ad «Utopia», come la sete di giustizia e di pace, la fratellanza e la solidarietà abbiano ancora cittadinanza e che, come diceva Vittorio, «la Palestina può anche essere fuori dell’uscio di casa». Eravamo lontani con Vittorio, ma più che mai vicini. Come ora, con la sua presenza viva che ingigantisce di ora in ora, come un vento che da Gaza, dal suo amato mar Mediterraneo, soffiando impetuoso ci consegni le sue speranze e il suo amore per i senza voce, per i deboli, per gli oppressi, passandoci il testimone. Restiamo umani”.

Con l’augurio che i nostri cuori si lascino toccare in profondità da questi incontri… Sì, restiamo umani. Grazie Egidia, grazie Vittorio!

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Un Padre Nostro per noi

Josè Samuel Hernández González – Cuba,1955
(Tradotto da Marta Maffia)

Durante un viaggio a Cuba la scorsa estate, mia figlia Marta ha “scoperto” questo Padre nostro che ritengo una preghiera eccezionale. Un grande dono inserito nella eucarestia di Pasqua 2011 della comunità del Cassano di Napoli e che condividiamo con voi. Un caro saluto di resurrezione a tutti. Corrado Maffia

 

Padre nostro,
perché tu non sei di quelli che dicono MIO,
che stai nei cieli.
Quei cieli che vanno
Dalle stelle
Fino al centro della terra
E dai grattacieli
Fino alle baracche dei quartieri di periferia,
E fino al fondo della miniera
Dove si asfissia la vita
Poco a poco o in un attimo.
Dalla flagranza dei gigli
Fino al fetore delle acque contaminate.
Dal cuore
Fino allo stomaco vuoto.

Santificato sia il tuo nome
In quelli che ti conoscono
Perché fanno la tua volontà,
e in quelli che ti fanno conoscere
non perché vociferano dietro a un pulpito
o dietro un microfono,
o un abito da fariseo,
ma perché sono disposti a negarsi
affinché venga il tuo Regno.
Aiutaci a lottare per questo
E a comprenderlo
Anche se ci fa male e ci accusa.
Fa che non rimaniamo indietro, Signore,
che non ci scandalizziamo
quando la tua volontà si sta facendo
come in cielo così in terra.

Il nostro pane quotidiano, daccelo oggi,
o almeno dacci la speranza di averlo un giorno,
quando sradicheremo per sempre la parola egoista

perché non lo vogliamo fintanto che non sia pane e nostro,
di tutti,
di tutti quelli che ne rimaniamo senza
perché non ingrassi chi non lo merita.

Non ci far cadere in tentazioni,
In tante tentazioni!
Non lasciare che ti perdiamo di vista,
Non lasciare che ti confondiamo,
non lasciare che ci confondiamo
quando altri si confondono.
Non lasciare che ti lasciamo.

E liberaci dal male
Di rimanere zitti
Quando ti sputano in faccia ogni giorno
Di rimanere con le braccia incrociate
Quando ti crocifiggono.

E stare presenti
Come tutti
Con le mani pulite e aperte
Insieme a tutti.
Quando di tutti sia il regno
E quindi, tuo
E di tutti il potere,
e tuo, e di tutti la gloria.