Se Berlusconi piange, Bagnasco non ride

Michele Martelli
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Se Berlusconi “piagne e non fotte” (copyright Feltri-Belpietro), forse nessuno ha notato che il cardinal Bagnasco, se non piagne, sicuramente non ride. Dopo la valanga elettorale, che ha ridotto in briciole piccoli e grandi feudi amministrativi di Berlusconi, e del suo compare di cena Bossi, oramai l’uno sempre più brutta copia dell’altro, dalle gerarchie ecclesiastiche, a quanto mi risulta, non è arrivato nessun commento. Cosa forse mai accaduta da quando con Wojtyla-Ratzinger e Ruini-Bagnasco “Dio”, il Dio del Vaticano e della Cei, è entrato direttamente in politica. Come mai?

Sull’esito del referendum pro o contro Berlusconi, voluto da B. (“O me o i pm”), oramai è stato detto quasi tutto. Le fragili mura e costruzioni di menzogne e di infame dossieraggio della sua campagna elettorale sono state travolte e seppellite dall’ironia e dalle risate del web (favoloso “Il favoloso mondo di Pisapia”), dalle biciclettate e dal porta a porta reale nei quartieri, insomma dall’attivismo partecipativo della società civile democratica non più disposta a lasciarsi abbindolare dal televenditore di Arcore. La sberla, anzi lo sberleffo più simbolico B. l’ha registrata proprio ad Arcore. Dove, bocciato il candidato della destra, è stata eletta una donna-sindaco. Scelta per le sue doti di serietà, capacità e competenze personali. Un segnale di indignazione anche per le eroiche gesta notturne a prova di bunga bunga del loro più noto cittadino?

Significative, dal punto di vista simbolico, anche le piazze di Milano e Napoli alla vigilia del voto e dopo. Quella oceanica di Pisapia, con un palco gremito di intellettuali, chiudeva la campagna elettorale cantando: “Tutta mia la città”. Un vero e proprio “riprendiamoci la città” dei democratici milanesi. Slogans simili a quelli delle piazze napoletane di De Magistris, dal “Napoli è tua” (nome della lista civica vincente del neosindaco) al gioioso grido “Abbiamo scassato” della massa dei suoi elettori. In confronto, quanto misero il comizio finale di Mestizia Moratti, con la piazza chiassosa e semivuota, e l’ex sindaco che tentava sul palco improbabili passi di danza!

Per non parlare di Berlusconi e Lettieri, orchestrati dal cantante Gigi D’Alessio a Napoli. Un trio solo soletto sul palco, con un B. contestato da fischi e canzonettiere stonato. E che si limitava a leggere una lista di domande sui due candidati, con una sfilza di promesse elettorali per imbellettire e incipriare Lettieri. Il quale, per giunta, indicava con un gesto ai convenuti di gridare “Sì” o “No” a seconda delle domande berlusconiche. Non un comizio vero, con un minimo di argomentazioni e proposte sui problemi della città, ma un plebiscito bonapartista. Questa l’assurda, tragicomica Italia del Cavaliere!

Dopo il voto, le gerarchie ecclesiastiche tacciono. E, a me sembra, a ragion veduta. Se B. ha perso, loro non hanno vinto. Perché? Almeno due le ragioni.

A) Papa Ratzinger in persona, e altrettanto Bagnasco, hanno anch’essi chiuso a modo loro la campagna elettorale l’ultimo giorno utile, invitando i cattolici a votare per la difesa dei “valori non negoziabili” (no all’aborto, alle coppie di fatto, agli omosessuali, al testamento biologico): non valori, in realtà, ma disvalori a danno della libera autodeterminazione dei cittadini; non a caso infiorettavano la campagna di voto della destra e della Compagnia delle Opere ciellina slogans come: “con Pisapia Milano in mano ai gay e ai rom”, con De Magistris Napoli in mano ai “femminielli”. A scorno della destra clericale, ha vinto invece la libertà e la legalità.

B) I cattolici di base, dai CdB a “Noi siamo Chiesa” a preti di parrocchia a don Colmegna, direttore della Casa della Carità di Milano (il suo documento, diffuso da MicroMega, era titolato: “Votare Moratti è contro il Vangelo”) allo stesso cardinal Tettamanzi (accusato dai leghisti di islamofilia), – tanti hanno ignorato gli appelli dei vertici e si sono schierati elettoralmente a sinistra, contro il razzismo e la xenofobia, per una politica di cittadinanza e di inclusione. All’uscita delle parrocchie milanesi, donne anziane, dopo averli sbirciati, appallottolavano in fretta e buttavano via i volantini oscurantisti di Cl contro “le coppie di fatto”. Un segnale che la “disobbedienza politica, morale e civile” dei cittadini italiani a B. e al suo governo sta coinvolgendo anche i vertici ecclesiastici?