Vaticano, il giallo della rogatoria e la riunione dei cardinali

Franca Giansoldati
http://www.ilmessaggero.it/ 11 Febbraio 2012

In Vaticano sono in pochi a scommettere sul clima amorevole e idilliaco che ci sarà martedì prossimo, giorno di San Valentino, alla riunione del Consiglio dei cardinali per lo studio dei problemi organizzativi ed economici della Santa Sede. Una riunione periodica, presieduta dal cardinale Bertone e convocata come sempre per analizzare i bilanci e passare in rassegna ai nodi finanziari più urgenti. Stavolta però è possibile che qualche voce dissonante tra i membri dell’organismo si faccia sentire per chiedere spiegazioni, specie dopo la fuoriuscita dei documenti riguardanti il caso Viganò, l’attuale nunzio negli Usa che prima di essere spedito dal Papa a fare il diplomatico a Washington, dirigeva con pugno di ferro il Governatorato cercando, con una certa fatica, di bonificare quei settori in cui si concentravano episodi di corruzione.

All’interno del Collegio cardinalizio la pubblicazione di lettere riservatissime non è piaciuta, così come non è piaciuta la cornice in cui sono maturate. In un momento in cui la crisi finanziaria globale intacca anche le finanze del piccolo Stato pontificio, sorgono spontanei dubbi e domande. Una su tutte. Come sono andate le cose? La pulizia la bonifica è stata completata? Al centro dell’incontro del Consiglio lo stato di salute delle finanze d’Oltretevere. Ne discuteranno, oltre a Bertone, i cardinali Egan, Scola, Ricard, Thorne Cipriani, Vallini, Fox Napier, Bertello, Versaldi, Calcagno e monsignor Sciacca. Timidi segnali di ripresa per i conti d’Oltretevere sembrano esserci, ma la batosta economica globale pesa inevitabilmente sui bilanci vaticani e il quadro complessivo resta a luci e ombre, tenendo conto che i costi di gestione lievitano inevitabilmente di anno in anno. Da sempre una delle fonti più onerose di spesa resta la Radio Vaticana, equiparabile per apparecchi e risorse alla Bbc. Una struttura certamente dispendiosa dal punto di vista economico, ma fondamentale per l’evangelizzazione e per diffondere la parola del Papa e le notizie della Chiesa in zone della terra lontanissime dove la radio resta ancora l’unico strumento che arriva. Il sovvenzionamento per la Chiesa arriva soprattutto dalle libere offerte dei fedeli che sembrerebbero resistere ai tempi di vacche magre.

Significativo, invece, il percorso intrapreso dal Vaticano per entrare nella White List, con la firma di importanti trattati internazionali, e rendere sempre più trasparenti le operazioni dello Ior, la banca del Papa in passato accusata di opacità e scarsa collaborazione con le istituzioni italiane. Il pressing esercitato dalla Banca d’Italia, dall’Ue, dal Financial Act Task Force e dall’Oecd hanno portato la Santa Sede all’adesione degli accordi. Padre Federico Lombardi in questi ultimi giorni è intervenuto per chiarire che lo Ior non è un istituto off shore, né il Vaticano un paradiso fiscale. «Come fanno anche gli enti finanziari italiani lo Ior si avvale dei servizi di banche estere quando essi sono più efficienti e a minor costo» ha detto facendo riferimento al fatto che le transazioni dello Ior ormai si appoggiano prevalentemente su banche tedesche e non più italiane. «Tutti i movimenti di denaro sono regolarmente tracciati e archiviati», vengono controllati movimenti minimi, anche per un totale di 15 mila euro nei dieci giorni consecutivi.

Padre Lombardi apre il giallo. Il portavoce vaticano ha anche aggiunto, a proposito del passato: «Non è giusto dire che il Vaticano non ha dato risposta alle rogatorie riguardanti il caso Banco Ambrosiano-Calvi: semplicemente la rogatoria del 2002 (sull’omicidio del banchiere ndr) non risulta pervenuta in Vaticano» ed «anche all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, dopo una prima ricerca effettuata negli archivi, la richiesta di rogatoria internazionale presentata dal Tribunale di Roma nel 2002 non risulta mai pervenuta». Mentre «alle altre due (relative allo Ior ndr) è stato fornito regolare riscontro». Resta, comunque da risolvere il giallo. Stando alla versione di padre Lombardi, se il pm Luca Tescaroli titolare del fascicolo sulla morte di Calvi ha fatto effettivamente richiesta per ottenere una rogatoria internazionale, quella richiesta dove si è fermata? Perché non è mai arrivata all’Ambasciata italiana presso la Santa Sede, la sede competente per la consegna della rogatoria in Segreteria di Stato? II giallo è aperto. Intanto Tescaroli lo scorso 16 dicembre ha sollecitato il ministro Paola Severino affinché si attivi ufficialmente «nei confronti del governo della Chiesa per avere riscontri sull’evasione delle rogatorie».