Una riflessione sull’ora di religione di CipaxRoma

Gli Amici e le Amiche del Cipax

Quanto dichiarato dal ministro Profumo sul mutamento degli scenari educativi in una società multietnica, e sulla sollecitazione che ne consegue sul terreno di alcune “materie chiave” come la religione e la geografia, avrebbe meritato attenzione maggiore, fino a provocarne un approfondimento adeguato all’importanza del tema, che investe oggi radicalmente l’interesse e la curiosità dei giovani, più degli adulti esposti alla sfida del dialogo e dell’amicizia tra le diversità.

Senonché, purtroppo, deve constatarsi che una proposta di assoluta buona fede del governo tecnico, che avrebbe potuto pacatamente essere discussa nella sede competente del dialogo pattizio, ha provocato nell’episcopato un riflesso di chiusura difensiva tutta giocata a tutela del privilegio concordatario e del già fatto (e si deve riconoscere che non è poco) in termini di modernizzazione del c.d. insegnamento della religione cattolica, un tempo “di Stato”.

Lo stile delle repliche ecclesiastiche non sembra qui al CIPAX in consonanza con l’auspicabile apertura di un dialogo tra Stato e Chiesa sul terreno sensibile di una collaborazione nuova e creativa in tema di rinnovamento culturale della scuola. E fa temere che a un dialogo del genere i vertici ecclesiastici non siano sensibili se non all’interno delle proprie sicurezze concordatarie; salve, ben si intende, le civetterie di un dialogo elitario col “mondo”, all’interno delle cattedre dei non credenti, o delle corti dei gentili. Purché ciascuno resti a casa sua.

Per contro, nella dichiarazione del ministro, cauta insieme e preoccupata, si sarebbe dovuta leggere, a nostro avviso, una sollecitazione cordiale a una lettura comune dei segni dei tempi non tanto nella direzione tradizionale del dialogo con l’ateismo, quanto soprattutto in quella della convivialità e dell’alleanza delle fedi. Su questo piano, esperta come è nel foggiare e governare strumenti giuridici di tutela e dei sistemi spirituali, la Santa Sede potrebbe piuttosto porre generosamente questo talento al servizio degli altri mondi religiosi, feriti e piagati come sono dal dilagare dei fondamentalismi. Non le mancherebbero le energie intellettuali per farlo, se non si concentrasse troppo (ci sembra) nella difesa ad oltranza di un’identità spirituale che nessuno minaccia, al di fuori di un’esterna violenza endemica, che solo rispetto, amicizia e solidarietà possono disinnescare.

——————————————————————————–

IL CONVITATO DI PIETRA

Antonia Sani
www.italialaica.it | 27.09.2012

IL ministro Profumo ha esternato un sua osservazione della realtà. Nelle scuole sono tanti e tante gli alunni e le alunne di diversa appartenenza religiosa, anche alunni e alunne agnostici, non credenti, a volte solo succubi della scelte dei genitori anche se in età in cui potrebbero scegliere in maniera autonoma se seguire o non seguire l’irc.

Il ministro propone la “sostituzione” dell’ora di IRC con un’ora di Etica o di Storia delle religioni. Si tratta di due opzioni diverse tra loro,e comunque entrambe non tali da sostituire un insegnamento religioso che poggia su presupposti di tutt’altra natura..”Sostituire” non è quindi un termine appropriato alla circostanza.

In Europa la situazione è piuttosto variegata. Vi sono paesi con l’insegnamento religioso inserito nell’orario obbligatorio a cura delle religioni presenti sul territorio, in altri Stati non è contemplato alcun insegnamento religioso, nel Land di Berlino è previsto un insegnamento obbligatorio di Etica + un insegnamento facoltativo di varie religioni .

Ricorderete che lo scorso anno Toni Blair presentò un progetto di “dialogo interreligioso” nella scuola promosso dalla sua fondazione , accolto entusiasticamente da Gelmini e Profumo. La confusione tra fede religiosa e cultura si ripresenta ora di nuovo in quest’esternazione del min.Profumo in cui il Concordato è -per ora- il “Convitato di pietra.” Molti plaudono all’esternazione del ministro, definita coraggiosa, l’avvio di un”inversione di tendenza. Ma in quale direzione?

Se non ci sarà marcia indietro, ci sarà una mossa astuta del Convitato di pietra: un tavolo CEI-MIUR per l’elaborazione di programmi per l’ora concordataria ispirati al dialogo interreligioso, un po’ di storia delle religioni, principi di etica generale, intrecciati all’IRC…

A questo punto che ragione ci sarebbe di non scegliere l’IRC (magari si può mutare il nome..)?

Quanti docenti di r.c. praticano già aperture al dialogo coi portatori di culture diverse?. E lo Stato risparmierebbe la spesa per l’ora alternativa. Fondamentale per il Vaticano è che l’ora rimanga nelle sue mani, ben salda nell’orario.

Noi che ci battiamo da 30 anni per una scuola laica, per una collocazione dell’IRC al di fuori dell’orario obbligatorio, non saremo mai disposti ad accettare un simile camuffamento, né a ritenere un’esigenza lo studio di “Storia delle religioni” già inserito nei corsi disciplinari delle materie curricolari, né un insegnamento denominato “Etica” dal momento che- prima- si tratterebbe di rendere effettivo l’insegnamento di Educazione Civica o alla Cittadinanza , a tutt’oggi privo di spazio autonomo nell’orario.