Carlo Maria Martini: uomo tra gli uomini, uomo di Dio di V.Bellavite

Vittorio Bellavite
Coordinatore nazionale di Noi Siamo Chiesa

Il card. Carlo Maria Martini è stato, in vita, oggetto di pesanti contestazioni da parte della destra politica ed ecclesiale. Spesso erano cose dette nelle sacrestie o fatte circolare sotto traccia. Ne abbiamo avuto una prova con la famosa lettera del capo di Comunione e Liberazione, don Julián Carrón, in cui si sponsorizzava il card. Scola presso Benedetto XVI per sostituire il card. Tettamanzi come arcivescovo di Milano (v. Adista Notizie nn. 21 e 24/12, ndr). Ma c’erano anche tanti che invece vedevano nella predicazione di Martini un modo credibile, più problematico e non tradizionalista, di vivere e di capire la fede.

Dopo la sua morte ci sono state un’infinità di belle parole, ma l’ostilità nei suoi confronti è riemersa. La sua ultima intervista-testamento è stata censurata dai media cattolici in Italia, mentre circolava sui giornali di tutto il mondo (v. Adista Documenti n. 32/12, ndr). Poi il silenzio, da ottobre in poi.

A romperlo hanno contribuito due fatti: da una parte l’elezione di Bergoglio a vescovo di Roma; dall’altra un’assemblea pubblica, – “Carlo Maria Martini uomo tra gli uomini, uomo di Dio” – promossa sabato 16 marzo a Milano da quelle otto associazioni che da dieci anni a Milano sollevano periodicamente problemi pastorali scottanti che non vengono mai discussi nelle sedi “ufficiali” della Chiesa, perché considerati già risolti dal magistero (Il Graal, Gruppo Promozione Donna, Comunità ecclesiale di S. Angelo, Noi siamo Chiesa, Preti operai della Lombardia, Centro Helder Camâra, La Rosa Bianca, gruppo del Guado-credenti omosessuali).

Il fatto insolito per un’iniziativa di questo genere è stata la sede: la sala di rappresentanza dell’Università degli Studi, presso quell’aula magna dove si teneva la famosa Cattedra dei non credenti, l’iniziativa di maggiore risonanza del cardinale. Anche l’approccio è stato insolito. Non si voleva fare alcuna celebrazione enfatica, ma cercare di mettere sul tappeto la sua umanità ma anche il suo percorso e certe sue contraddizioni.

La figura di Martini è stata quindi descritta nel suo vissuto da tanti che l’hanno frequentato, a partire da quelli che l’hanno assistito durante la malattia, come Damiano Modena, mentre sue foto da alpinista scorrevano sullo sfondo di una sala con un uditorio molto attento, coinvolto e numeroso. Fra i tanti c’era anche il lama Paljin Tulcu Rinpoce, che sta conducendo presso la sua comunità incontri periodici sul messaggio di Martini.

Vito Mancuso ha detto che bisogna distinguere tre Martini: lo studioso dei testi biblici, il pastore e il profeta, sottolineando come, dopo aver lasciato la diocesi di Milano, il cardinale abbia potuto parlare molto più liberamente, con vera parresia evangelica. Non sono mancati, durante l’incontro, i ricordi schietti di alcuni momenti del suo ministero, in particolare da parte di Teresa Ciccolini, del Gruppo Promozione Donna, in merito a certe debolezze nell’affrontare problematiche relative al vissuto femminile, e da parte dei rappresentanti di Noi Siamo Chiesa, che hanno ricordato il rifiuto da parte di Martini di qualsiasi rapporto con l’area del cattolicesimo critico presente in diocesi.

Audio e video dell’incontro si trovano sul sito di Radio Radicale (www.radioradicale.it) e su YouTube (www.youtube.com/watch?v=OSfZ0y9DZ7c&feature=youtu.be). È anche in preparazione un dvd di 45 minuti che può essere richiesto contattando Iaia Barzani: iaiabarzani.seteco@virgilio.it.