X Assemblea del CEC. Il movimento ecumenico a un bivio?

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Numerose saranno le questioni di fondo alle quali la prossima Assemblea generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) sarà chiamata a dare risposte. Dal 30 ottobre all’8 novembre i delegati di 345 chiese anglicane, protestanti e ortodosse provenienti da tutto il mondo si sono dati appuntamento a Busan, in Corea del Sud (vedi NEV 43/13), per fare il punto sulle sfide poste al movimento ecumenico. Si va dai rapporti con la chiesa cattolica – anche alla luce del nuovo papa Francesco -, a quelli con il mondo pentecostale ed evangelicale, da come far fronte alle sempre più frequenti persecuzioni di cristiani nel mondo, fino alla ristrutturazione interna legata anche all’emergenza finanziaria dello stesso CEC.

Tra i temi caldi figurano appunto le finanze: sebbene esista un criterio per definire l’ammontare del contributo da versare da parte di ogni singola chiesa membro, negli ultimi anni si è venuta stabilendo una linea più morbida, per cui sono le chiese stesse a decidere se e quanto pagare. Una situazione non soddisfacente, che genera differenze e incomprensioni tra le diverse chiese che aderiscono all’organismo. Se i contributi associativi nel 2009 ammontavano a 5,6 milioni di franchi svizzeri, nel 2010 sono diminuiti di mezzo milione e solo 230 fra le chiese membro avevano versato il contributo previsto. Ma soprattutto, la X Assemblea del CEC – i cui lavori si svolgeranno sotto il motto: “Dio della vita, guidaci alla giustizia e alla pace” – dovrà interrogarsi sulla vocazione dell’organismo ecumenico oggi di fronte alle molteplici crisi che lo attraversano. Dovrà, insomma, stabilire la rotta della “barca” dell’ecumenismo individuando le priorità di lavoro per i prossimi 7 anni.

Sul sito web appositamente creato per la X Assemblea del CEC è possibile scaricare il programma dell’evento, accedere a numerosi documenti di lavoro, nonché a schede di approfondimento. Inoltre per iPhone, iPad o Android è disponibile una App gratuita, mentre su Twitter è attivo il profilo @wcc2013, nonché l’hashtag #wcc2013.

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Ecumenismo. Tra due settimane prende il via in Corea la X Assemblea del CEC. A Busan con sincerità, umiltà e speranza per rinnovare il movimento ecumenico

“L’assemblea di Busan sarà l’incontro con la più varia rappresentanza cristiana nel mondo”. Così il pastore Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), descrive a 15 giorni dal suo inizio, la X Assemblea generale del CEC che si terrà nella città sudcoreana dal 30 ottobre all’8 dicembre prossimi. Sotto il motto “Dio della vita, guidaci alla giustizia e alla pace”, a Busan sono attese circa 3mila persone in rappresentanza delle 345 chiese membro del CEC, ospiti, giornalisti e osservatori. “E’ un’occasione per rinnovare il movimento ecumenico mondiale”, ha precisato Tveit, ricordando che quella di Busan cade a 65 anni dalla prima e fondativa Assemblea del CEC, tenutasi ad Amsterdam nel 1948. Sincerità, umiltà e speranza, sono – secondo l’esponente ecumenico – le parole chiave che dovranno ispirare e guidare i lavori, favorendo l’incontro tra cristiani di tradizioni diverse e dirigendo l’attenzione verso il bisogno di pace e giustizia dell’umanità. L’Assemblea di Busan dovrà essere, nelle intenzioni del Comitato esecutivo del CEC, il punto di partenza di un pellegrinaggio verso la giustizia e la pace che può unire i cristiani.

Da questo punto di vista, la scelta di tenere la X Assemblea nella penisola coreana è significativa per più di una ragione. La prima è legata al fatto che è proprio dalla Corea, e precisamente dalla Convocazione ecumenica di Seul del 1990, che il processo conciliare “Pace, giustizia e salvaguardia del creato” ha mosso i suoi primi passi. In secondo luogo, proprio quest’anno cade il sessantesimo anniversario della divisione della Penisola coreana in due stati. “L’Assemblea – ha precisato Tveit – sarà il luogo in cui le chiese di tutto il mondo esprimeranno la loro solidarietà alle chiese coreane che da decenni soffrono la separazione della loro terra, per la quale invocano una riunificazione”. Un terzo motivo riguarda il contesto più ampio del continente asiatico, dove nuove potenze economiche stanno emergendo. “Sarà l’occasione per levare una voce al tempo stesso critica e piena di speranza per la definizione di un modello di sviluppo equo e sostenibile”, ha concluso Tveit.

Intanto, c’è chi si è già mosso verso Busan. Si tratta dei 130 viaggiatori del “Treno della pace”, partiti da Berlino lo scorso 6 ottobre e attesi a Busan per l’inizio dell’assemblea, passando per Mosca, Irkutsk, Pechino e Pyongyang. L’iniziativa del Treno è stata ideata dal Consiglio nazionale delle chiese in Corea e dal Comitato organizzatore coreano per sostenere la causa della riunificazione della Penisola coreana.

Dall’Italia parteciperanno all’Assemblea, il pastore Michel Charbonnier e Valeria Fornerone, delegati della chiesa valdese; il pastore Marco Fornerone e Luciano Kovacs rappresentanti del movimento cristiano studenti (MCS); Gianna Urizio che seguirà l’evento per la trasmissione televisiva di RAIDUE “Protestantesimo”, in una coproduzione che coinvolge le rubriche religiose di altre emittenti europee.

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Il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) con sede a Ginevra (Svizzera) nasce nel 1948 ad Amsterdam e riunisce 345 chiese anglicane, protestanti e ortodosse di tutto il mondo. L’attuale segretario generale è il pastore luterano norvegese Olav Fykse Tveit. Il CEC rappresenta più di 500 milioni di cristiani in 110 paesi. La chiesa cattolica non è membro del CEC, ma partecipa al lavoro della Commissione “Fede e Costituzione” e a quella di “Missione ed evangelizzazione” (http://www.oikoumene.org/).