Uno stupro, una città, una ragazza di B.Manni

Beppe Manni
Gazzetta di Modena, 9 novembre 2013

Lo stupro di gruppo su di una minore avvenuto a Modena. E poi le ragazzine dell’Aquila che si prostituiscono per una carica di cellulare. Siamo sconcertati non sappiamo trovare giustificazioni. Come del resto non riusciamo a spiegarci le morti per droga dopo un party, i suicidi o episodi di bullismo e saccheggio dell’arredamento urbano da parte di adolescenti.

E’ facile semplificare: i giovani oggi…corruzione dei costumi, noia, genitori assenti, scuola incapace, politici che non proteggono la città. Sociologi, religiosi, giornalisti, moralisti ne parlano nei salotti televisivi…tromboni spesso incapaci di scavare a fondo. Io so come tutti voi che il mondo è cambiato: c’è più libertà, maggiori possibilità finanziarie, meno controllo.

I ragazzi e le ragazze del 2013 sono mutati geneticamente si ‘adattano’ velocemente ad una società diversa. Non li posassimo giudicare con i nostri parametri di giovani di una volta.

Nonostante gli adulti impongano modelli e comportamenti per un mercato assassino e le televisioni commerciali abbiano fatto terra bruciata di ogni valore, sdoganando il libertinaggio sessuale, la violenza gratuita di film e telefilm, la mercificazione e l’esibizione specie del corpo delle donne, esaltando e raccontando le perfidie immorali e i comportamenti amorali di vip, attrici, cantanti e campioni di calcio. I nostri giovani ‘tengono’, sanno come comportarsi, specialmente le ragazze sono più consapevoli del loro corpo, sanno difendersi, con intelligenza ed ironia di fronte alle aggressività maschili.

Li conosciamo perché sono i nostri figli e figlie, gli amici che frequentano, i nostri studenti. I più grandi studiano e cercano faticosamente da lavorare.

Certo, gli adolescenti sono più fragili ed esposti a nuovi rischi. Da un’indagine curata dal Dipartimento di Sociologia dell’Università di Trento su 852 studenti delle scuole superiori, emerge che Facebook è il so-cial network per eccellenza. L’abitudine, ad esempio, di scambiarsi video e foto “intime”, l’abuso di droghe ed alcool abbassano la soglia delle difese morali in una società complessa e con situazioni familiari spesso in sofferenza.

Il genitore, l’insegnante, il sacerdote ecc. cercano di aiutare, come possono il ragazzo e la ragazza a sviluppare meccanismi riflessivi acquisendo consapevolezza delle occasioni ma anche dei pericoli che esistono. Ora come in passato l’adolescente necessita della presenza di un adulto reale, di una presenza concreta, attenta, disponibile al confronto e al dialogo, per imparare ad usare la libertà in modo maturo e consapevole. Che aiuti l’adolescenza anche nella gestione del rapporto “inedito” con il mondo virtuale, coniugandolo con il mondo reale e del quotidiano.

Di fronte a gravissimi episodi di violenza, guardiamo con fiducia e ottimismo al mondo giovanile. E cerchiamo di vivere la città, non blindare le case e specialmente i nostri figli e le nostre figlie. Lasciamoli andare a scuola a piedi e in bicicletta, incontrarsi con gli amici e le amiche serenamente. Che i cortili, le strade, le piazze e i parchi vengano di nuovo invasi dalle chiassose risate dei bambini e dal chiacchiericcio complice dei ragazzi e delle ragazze.

Che la città possa vivere e respirare senza troppe paure e diffidenze.