Memorie di un parroco del sud di M.Vigli

Marcello Vigli

Parole vissute è il titolo del libro (*), pubblicato, a cura di Mario Setta dalla editrice Qualevita tenacemente diretta da Pasquale Jannamorelli, che raccoglie quelle vissute don Peppino Grieco.

Sono parole meditate, pronunciate o scritte in diversi momenti della sua vita prima di diventare parroco di Muro Lucano in provincia di Potenza e quando, da parroco, le ha pronunciate nelle prediche ai suoi parrocchiani e nei dialoghi con il suo vescovo. In appendice ci sono anche quelle dei suoi amici per i suoi ottanta anni, che la pubblicazione del libro intende ricordare.

Sono parole che “vivono” quindi nei contesti diversi in cui don Peppino ha vissuto il suo essere prete ed offrono materia per ripercorrere la storia di anni che si è cercato di dimenticare.
Le prime sono “pronunciate” negli anni in cui laici e preti nelle chiese locali a nord e, per la prima volta in modo inedito, anche nel sud alzarono la voce per chiedere che si lasciasse esprimere il Popolo di Dio legittimato dal Concilio e gli si garantissero spazi d’intervento nelle comunità e diritto di critica delle scelte “politiche” delle gerarchie ecclesiastiche.

Di quanto si sviluppa in Basilicata don Peppino offre analisi e documenti nelle prime pagine del suo libro con riferimenti al gruppo dei preti che se ne assunsero la responsabilità favorendo l’insorgere e l’organizzarsi di Comunità cristiane di base confluite nel movimento nazionale che in quegli anni del post concilio e del post sessantotto costruendo ni Italia proprio a partire dal tema, molto sentito fra le comunità del sud, del rapporto fra autorità e “fedeli” nella Chiesa e dei rapporti di questa con lo Stato.

La conclusione fallimentare di quella stagione e la solitudine di chi in essa si è impegnato sono lucidamente analizzate da don Peppino nelle pagine del Diario – che costituisce il secondo capitolo del suo libro – scritto nei mesi trascorsi in Germania dove si è recato a passare un periodo di lavoro proprio quando la mobilitazione della base ecclesiale si era esaurita.

Tutti coloro che prendono seriamente la vita e sono impegnati a viverla autenticamente, lottando per liberarla dalle ipocrisie, dalle falsità e vanità, finiscono per rimanere soli. … Finché si gioca alla contestazione e il gioco resta un diversivo… si può riscontrare la solidarietà della gente. Ma quando il gioco viene portato più a fondo e non è più tale, ma diventa lotta politica (uscendo da schemi velleitari, utopisti e individualisti). allora si viene ad essere guardati con sospetto. … Si verifica una specie di terremoto, un senso di vuoto, di smarrimento.
Si è abbandonati dalla “gente” che ha bisogno di certezze, ma anche dagli stessi contestatori e dalle
avanguardie rivoluzionarie presi dal senso di smarrimento dalla “paura della libertà” lasciando nella solitudine più nera quelli che non si lasciano prendere dalla tentazione di arrendersi … e continuano a restare in piedi.

Don Peppino ha resistito alla tentazione e dopo quella “vacanza” trascorsa a fare l’operaio a Stoccarda dove, come rivela nel suo Diario, ha messo in discussione tante certezze e riscoperto il vero senso dell’essere parte della storia dell’umanità sulle tracce del Cristo, torna a fare il parroco che racconta le sue parole nelle prediche. In esse affronta i diversi temi, imposti dal calendario liturgico e suggeriti dalla Sacra Scrittura, in una prospettiva che i rende attuali e occasione di riflessione per riscoprire l’autenticità della vita cristiana.

Impossibile perciò seguirne il loro svolgersi altrettanto difficile individuare il filo conduttore dei Dialoghi fra un prete e un vescovo, fra don Peppino e mons. Giuseppe Vauro vescovo in pensione svolti fra il marzo 1997 e il dicembre 2000, raccontati nell’ultimo capitolo del libro. Si tratta di uno dei rari documenti ecclesiali, scaturito da un rapporto sereno e fraterno “da inferiore a superiore”. In esso don Peppino espone in piena libertà la sua ideale di Chiesa e il suo criterio modo di vivere la sua missione di prete.

(*)

don Peppino Grieco, Parole vissute, Qualevita, Torre dei Nolfi (AQ), 2013