Politici e gerarchie ecclesiastiche: due caste di sepolcri imbiancati di M.Vigli

Marcello Vigli
www.italialaica.it

La crisi ucraina, la visita di Obama in Italia e il suo appuntamento in Vaticano non possono certo essere considerati motivi sufficienti per giustificare lo scarso interesse mostrato dai nostri commentatori politici per la dura lezione impartita da papa Francesco ai parlamentari italiani durante la messa organizzata per il 27 marzo in San Pietro dal cappellano di Montecitorio. Erano presenti 492 parlamentari, 9 ministri, 19 sottosegretari, 3 parlamentari europei e 23 ex parlamentari.

Un evento che ha offerto al papa l’opportunità di confermare la scarsa considerazione verso la classe politica italiana, già manifestata in altre occasioni a partire dalla sua visita a Lampedusa. Commentando i testi biblici del giorno, ha denunciato i farisei che hanno rifiutato l’amore del Signore, additandoli come esempio negativo di classe dirigente che si era allontanata dal popolo. Ed era soltanto con l’interesse nelle sue cose: nel suo gruppo, nel suo partito, nelle sue lotte interne.

Il riferimento ai suoi diretti interlocutori è stato evidente a tutti.

A loro era rivolto l’invito a riflettere ricordando che per i peccatori c’è perdono, ma non c’è per quei peccatori che sono scivolati diventando corrotti. È tanto difficile che un corrotto riesca a tornare indietro. Il peccatore sì, perché il Signore è misericordioso e ci aspetta tutti. Ma il corrotto è fissato nelle sue cose, e questi erano corrotti.

Erano Uomini di buone maniere, ma di cattive abitudini. Gesù li chiama, ‘sepolcri imbiancati’.

Sono parole dure e incisive quali nessuno dei suoi predecessori aveva usato, nel sollecitarli all’impegno e ad essere adeguati alla gravità dei tempi.

Non sembra, però, che siano servite a promuovere pentimenti e assunzioni di responsabilità, in verità, neppure nelle gerarchie ecclesiastiche e nei movimenti ecclesiali, che li hanno fin qui appoggiati, e non rinunciano a interloquire con loro.

Eppure indirettamente, ma non troppo, le parole del papa sono rivolte anche a loro che continuano a chiedere favori e privilegi come il Sinedrio dei tempi di Gesù che tresca con Erode e con Pilato per far fuori questo nazareno ribelle: predica amore e uguaglianza alle folle osannanti, che però lo abbandonano dopo aver goduto dei suoi miracoli e averlo acclamato come Messia.

Il cardinal Bagnasco, sempre pronto a cogliere ogni piccola minaccia ai privilegi cattolici, è intervenuto per confermare l’impegno a rafforzare il predominio ideologico sulla scuola. Ha denunciato la diffusione nelle scuole pubbliche di tre volumetti informativi, Educare alla diversità a scuola, a cura dell’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) per contrastare l’omofobia ottenendone dal Ministro l’immediato ritiro.

In verità frequenti sono i casi in cui si evidenzia che le parole di papa Francesco, pur esaltate, non sono tradotte nella prassi della sua Chiesa.

Recentemente la stessa Conferenza episcopale italiana, nel recepire nella sua ultima riunione, il pesante intervento della Congregazione per la Dottrina della Fede, che ha chiesto di modificare le “Linee guida per i casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici” da essa approvate nel 2012, lo ha di fato ignorato confermando il suo ruolo esclusivo in materia.

Nel nuovo testo non si riconosce l’obbligo di deporre o di esibire documenti ad autorità esterne, non si garantisce alle vittime il diritto di essere parte nel procedimento canonico e assolutamente nulla si dice su possibili risarcimenti nei loro confronti. Tutto viene lasciato al prudente discernimento del vescovo o al suo solo “dovere morale di contribuire al bene comune! .

Il Movimento Noi siamo Chiesa ha così commentato: Ma la fiducia nella discrezionalità e nella buona volontà del singolo vescovo è stata ridotta a zero dai tanti anni in cui la totalità dei vescovi nel nostro paese ha sempre avuto come del tutto prioritaria la preoccupazione per l’onore della Chiesa, non intesa come comunità dei credenti ma come corpo sacerdotale.

Non c’è quindi da meravigliarsi se il richiamo di papa Francesco è stato così facilmente ignorato anche dai parlamentari, cattolici e non, che, invece, proprio in questi giorni sono chiamati ad una maggiore responsabilità nell’esercizio del loro mandato. La fase di revisione del sistema istituzionale si è aperta drammaticamente perché resa accidentata dalla scelta di Renzi di usare l’arma del ricatto e di travisare le posizioni degli oppositori per imporre le sue scelte.

Le sue false accuse contro il Presidente Grasso, reo di volere un Senato rinnovato ma diverso da quello da lui previsto, e il disprezzo per i firmatari del documento, che rileva nelle sue scelte una deriva autoritaria, non sollecitano, infatti, un franco dibattito ma pretendono un pronunciamento di fedeltà a chi sarà, presto, chiamato a formare le liste dei candidati per le prossime elezioni.

Forte sarà per i parlamentari la “tentazione” di lasciarsi corrompere a servire la volontà del capo piuttosto che l’interesse della comunità nazionale. Un parlamentare è corrotto non solo se incassa una mazzetta, ma anche se offre il suo sostegno al miglior offerente e non vota” secondo coscienza”.